...irreale come un
sogno, eppure l'auge della realtà
La grande bellezza dello stile
gotico non si manifesta nelle fotografie. È qualcosa che aleggia sull'arte
gotica, come il "cono" del Fujiyama: un "cono" che non si vede,
perché non esiste ma si può immaginare come potrebbe essere.
Quando si entra nella cattedrale
di Notre Dame, quel che ha di più bello non è la parte costruita, ma qualcosa
di etereo che aleggia al suo interno, e che si intuisce.
Questo aspetto imponderabile va percepito
ancora più nella geniale freccia fatta costruire da Viollet-le-Duc sul transetto di Notre
Dame. Guardando quella guglia colossale, alta ed esile, si avverte qualcosa di
irreale - come lo è il "cono" del Fujiyama -, che tuttavia rappresenta l'auge della realtà. In un punto indefinito, si scorge qualcosa di molto grazioso
e superiore, saldo come la punta di una lancia, ma delicata come un sogno. In
questo aspetto emerge il meglio della cattedrale.
Non saprei dire se, ponendosi dinanzi alla
Cattedrale di Notre Dame, la maggior parte delle persone riesca ad esplicitare a
sé stessa questa idea, che dovrebbe rimanere alquanto indefinita nella loro
mente. Ma se prestassero un'ulteriore attenzione, questa momentanea indefinizione potrebbe
dissiparsi, rendendo nitida l'idea. Siccome al solito non prestano attenzione,
non elevano la mente come dovrebbero farlo.
Plinio Corrêa de Oliveira, 1974
(Rivista "Catolicismo", Maggio 2019)
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