giovedì 1 maggio 2008

Orgoglio e ugualitarismo

L’orgoglio può così condurre all’ugualitarismo più completo e radicale.

Gli aspetti di questo ugualitarismo radicale e metafisico sono diversi: (…) Ugualitarismo e odio a Dio: san Tommaso insegna che la diversità delle creature e la loro disposizione gerarchica sono un bene in sé, perché così risplendono meglio nella creazione le perfezioni del Creatore. E dice che, tanto fra gli angeli quanto fra gli uomini, nel paradiso terrestre come in questa terra d’esilio, la Provvidenza ha stabilito la disuguaglianza. Perciò, un universo di creature uguali sarebbe un mondo in cui sarebbe cancellata, in tutta la misura possibile, la somiglianza fra creature e Creatore. Quindi odiare per principio ogni e qualsiasi disuguaglianza equivale a porsi metafisicamente contro gli elementi per la migliore somiglianza fra il Creatore e la creazione, significa odiare Dio. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte I, Cap. VII, 3)

I "diritti della persona" estesi alle scimmie?

Il Parlamento spagnolo sta per discutere un disegno di legge, proposto dal Partito socialista, che costituisce un passo in avanti rispetto alle solite norme ecologiste, approvate anche in Italia, che vietano il maltrattamento degli animali. Questa iniziativa passa dalla proibizione alla promozione, in quanto estende i "diritti fondamentali della persona" alla categoria di animali più vicini all'uomo: le scimmie.

 Il Governo di Zapatero ha deciso di applicare in Spagna il Great Ape Project, ossia il progetto internazionale che promuove il riconoscimento giuridico di una "carta dei diritti fondamentali degli animali", cominciando per ora dalle scimmie-primati, alle quali vanno estesi diritti della persona finora riservati agli esseri umani. La Dichiarazione che apre questo Progetto afferma che bisogna realizzare "una idea radicale ma semplice: includere gli antropoidi (sic!) non-umani in una comunità di eguali, assicurando a loro quella protezione morale e legale di cui attualmente godono solo gli esseri umani" (greatapeproject.org).   Scimmie, scimpanzé, orangutan e gorilla non debbono essere rinchiusi, maltrattati, sottoposti ad esperimenti o uccisi (tranne che per legittima difesa); essi possono ricorrere - evidentemente mediante un tutore - alla magistratura per far valere i loro diritti fondamentali all'integrità fisica, al benessere psichico, alla libertà di moto, all'habitat naturale, alla vita sessuale, eccetera. La prospettiva è di realizzare la "uguaglianza primordiale", come la chiama l'ecologista Murray Boockin, che sarebbe esistita sulla Terra prima della comparsa dell'uomo e della nascita della civiltà.

Il Great Ape Project è stato promosso originariamente dagli animalisti australiani, capeggiati dal noto filosofo Peter Singer, e viene ora propagandato anche in Occidente, specie negli Stati Uniti, da quando Singer è diventato docente all'Università di Princeton. Gli animalisti hanno già ottenuto un successo in Nuova Zelanda, dove i "diritti personali delle scimmie" sono già stati riconosciuti per legge, grazie all'iniziativa del Ministero dell'Ambiente.

"Che piaccia o no, gli esseri umani sono grandi scimmie, e proteggerle è una grave responsabilità etica", ha dichiarato Joaquìn Araujo, Presidente spagnolo del Great Ape Project; il deputato socialista Francisco Garrido, uno dei promotori del disegno di legge, ha aggiunto che "essere orgogliosi delle proprie origini (scimmiesche) è proprio delle persone di buona famiglia" ("la Repubblica", 25 aprile 2006).

Autorevoli rappresentanti della Chiesa Cattolica, come il vescovo di Pamplona, hanno ironizzato sull'iniziativa, osservando che Zapatero sta togliendo i diritti fondamentali agli esseri umani allo stadio embrionale (fecondazione artificiale) o terminale (eutanasia) per trasferirli alle scimmie. (CR 944/04)

Ma non finisce qui…

Lo zoo di Londra ha esposto otto esseri umani quasi nudi in una gabbia, seguendo il suggerimento della Società Zoologica di Londra. Lo scopo è quello di convincere il pubblico che “l’uomo appartiene al genere animale”. L’altro scopo è di “mostrare che la sua proliferazione [quella dell’uomo] è una vera piaga per le altre specie”.

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