domenica 3 gennaio 2010

Santa Genoveffa

In questo episodio vediamo la grande fioritura di anime sante che formerà la fondazione del Medioevo.


Osserviamo le figure di questa storia. A monte c'è un Papa, san Bonifacio [?-422]. È lui che ha l'idea originaria di mandare san Germano di Auxerre in Inghilterra per difendere la fede contro i pelagiani. San Germano è accompagnato da un altro santo, san Lupo, vescovo di Troyes. Ci sono due vescovi - due santi - mandati da un Papa che è anch'egli un santo a difendere un Paese che rischia di essere conquistato dall'eresia. Cominciamo a capire l'ambiente della santità, l'intensità di vita spirituale che è alle origini del Medioevo.

Nel loro lungo viaggio, passando in Francia, i due santi vescovi si fermano a Nanterre, che all'epoca è un piccolo villaggio. Che cosa fanno appena arrivano? Non si cercano un albergo o una locanda o un posto dove mangiare. La loro prima preoccupazione dopo un viaggio faticoso è andare in chiesa e pregare. Il loro atteggiamento e la visibile santità sono tali che appena si accostano alla chiesa il popolo si raduna per vederli pregare e chiedere la loro benedizione. Possiamo immaginare il popolo minuto, i fedeli del villaggio che circondano i vescovi assorti in preghiera davanti al Santissimo Sacramento. Consideriamo quante poche occasioni avevano di vedere non un solo vescovo ma due, che pregano nella cappella del loro villaggio.


Cattedrale di Meaux: Il riconoscimento profetico della piccola Geneviève, a sette anni, da parte di san Germano di Auxerre e san Lupo di Troyes come una bambina che si consacrerà al Signore e farà grandi cose per Parigi

Ora all'improvviso mentre prega uno dei vescovi riceve una grazia visibile dal Cielo. Visibile qui non significa visibile all'occhio, ma visibile perché gli mostra in mezzo a quella folla una bambina che diventerà una grande santa. È una bambina di sette anni. Il vescovo la chiama a sé e, di fronte al popolo stupito e ammirato, pronuncia una profezia sul futuro di questa bambinetta. Comincia con le parole: "Sappiate per certo che il giorno della sua nascita gli angeli hanno cantato e si è fatta grande festa in Cielo".

Possiamo immaginare facilmente la meraviglia e l'ammirazione di tutti gli abitanti del villaggio. Non è difficile rendersi conto che per un piccolo paese è una notizia importante. L'arrivo di due vescovi era già di per sé un evento straordinario. Ed ecco che i vescovi identificano una ragazzina che erano abituati a vedere giocare per strada a piedi nudi, a correre di qua e di là. E i paesani sono informati che c'è stata grande gioia in Cielo quando la bambina è nata. Nessuno dubita. Nessuno chiede ai vescovi di dare delle prove. Tutti credono. Perché? Perché appartengono a quel tipo di anime benedette abituate a credere senza avere visto.


La santa dissuade Attila dall'attaccare Parigi e questi misteriosamente si ritira

Sì, tutti credono. Anche la bambina crede, e i suoi genitori. Sembra loro naturale che ci sia stata gioia in Cielo se davvero è nata una bambina chiamata a essere santa. È vero che in quell'epoca ci sono molti santi. Questi santi vivono in mezzo alla gente, sono in stretto contatto con il Cielo e la gente è portata a credere alle comunicazioni soprannaturali.

Com'è diversa questa scena dai nostri giorni, caratterizzati da una grande distanza che separa gli uomini dal soprannaturale. Miglia e miglia ci separano dal Cielo. Oggi non ci piace ammettere che qualche cosa viene dal Cielo. L'uomo moderno si è armato di ogni arma immaginabile per negare il soprannaturale. Anche quando - e succede - se lo trova proprio davanti, al massimo si rassegna senza entusiasmo a riconoscere che forse qualche cosa può venire dal Cielo.

Al contrario all'epoca di san Germano il futuro della bambina è subito evidente. La chiama a sé e le chiede se le piacerebbe consacrarsi al Signore. Risponde: "Padre, questo è il più caro desiderio del mio cuore". E così sarà.

(Plinio Corrêa de Oliveira)


Stemma di Parigi

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