venerdì 17 settembre 2010

San Roberto Bellarmino

San Roberto Bellarmino (1542-1621), “il martello degli eretici”, fu anche il direttore spirituale di San Luigi Gonzaga (1568-1591).


Quest’ultima attività sarebbe già un onore sufficiente per qualificare la vita di un uomo. “Il martello degli eretici”… Prima del Vaticano II questo era un grande elogio. Il Papa Benedetto XV (1854-1922) gli attribuì questo titolo, che fu ricevuto anche da altri santi. Scrisse diversi libri dimostrando la verità della fede cattolica e confutando gli eretici. I suoi argomenti erano forti e rigorosi, e ne convertì molti. Teodoro di Beza (1519-1605), il successore di Giovanni Calvino (1509-1564), temeva molto l’opera di San Roberto Bellarmino. La regina Elisabetta I d’Inghilterra ne aveva un sacro terrore (1533-1603), considerando il numero di fedeli della Chiesa d’Inghilterra che i suoi libri avevano riportato al cattolicesimo. Ne aveva così paura che vietò la lettura delle opere del santo in Gran Bretagna a chiunque non fosse dottore in teologia.


San Roberto Bellarmino si rendeva conto che non si può sconfiggere l’eresia solo predicando la verità. È pure necessario denunciare e confutare l’errore. Usando questo metodo convertì molti eretici, riportandoli alla comunione con la Chiesa. Canonizzandolo, la Chiesa ha approvato il suo metodo, anzi lo ha considerato parte delle sue virtù eroiche. E in realtà nei confronti degli eretici il santo ha praticato la virtù teologale della carità e le virtù cardinali della giustizia e della prudenza. Difficilmente la Chiesa avrebbe potuto canonizzarlo se il metodo che definisce tutta la sua opera fosse stato contrario alla giustizia, alla prudenza o alla carità. È importante sottolineare questo punto perché dopo il Vaticano II molti ci hanno detto che criticare l’eresia e gli eretici sarebbe sbagliato e contrario all’ecumenismo e al dialogo. Secondo quello che ci è presentato come lo “spirito del Vaticano II”, l’unico modo di trattare con l’eresia consisterebbe nel trovarne e applaudirne i lati positivi, mai nel combattere direttamente i suoi errori. Tutta la vita di San Roberto Bellarmino va precisamente nella direzione opposta.

(Plinio Corrêa de Oliveira)

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