Dietro gli attacchi terroristici alle ambasciate americane a Bengasi e al Cairo non c'è una scheggia impazzita, addirittura nemica del «vero islam», così come predicano i relativisti nostrani, da Obama che si è innamorato del Corano e difende Maometto, a Monti che ha il portafogli che gli batte al posto del cuore, da quest'Unione europea che finanzia generosamente e follemente i nostri carnefici dal Marocco alla Siria a quella parte della Chiesa che si è invaghita del dialogo fine a se stesso culminando nella legittimazione dell'islam che corrisponde alla negazione del cristianesimo.

No! Non è una scheggia impazzita! La verità che è sotto i nostri occhi e che sentiamo con le nostre orecchie è che questo terrorismo islamico è la punta dell'iceberg di una realtà popolare più ampia, diffusa e radicata che lo legittima, lo sostiene e lo finanzia. E oggi, grazie al successo della cosiddetta «primavera araba», trova pieno incoraggiamento da parte dei regimi islamici al potere che non hanno mosso un dito per impedire che si perpetrassero gli attentati. Le due ambasciate sono situate in zone centralissime, da sempre sotto il rigido controllo delle autorità di sicurezza che però, chissà come, in questa circostanza non sono intervenute.

Svegliamoci. Riscattiamo il diritto e il dovere di usare la ragione, di essere pienamente noi stessi almeno qui dentro casa nostra! Abbiamo sbagliato tutto con gli islamici. Proprio nell'undicesimo anniversario dell'11 settembre, gli attentati di Bengasi e del Cairo ci fanno toccare con mano una verità elementare: con tutti coloro che hanno come unici referenti ideologici il Corano e Maometto, non è in alcun modo possibile pervenire alla pace, tutt'al più a una tregua armata pari a quella stipulata nel 628 da Maometto a Hudaibiya con i nemici meccani e violata subito dopo quando si invertirono i rapporti di forza.
Fu un madornale errore di Bush e di Blair quello di immaginare che alleandosi con i Fratelli musulmani avrebbero diviso lo schieramento radicale islamico e sconfitto Al Qaida. Oggi i Fratelli musulmani sono al potere sulla sponda meridionale del Mediterraneo e stanno dilagando in quella orientale, mentre Al Qaida controlla dei territori al pari di uno Stato nel Mali, Somalia, Nigeria e Yemen. Di ciò dobbiamo ringraziare Obama e gli europei che si sono invaghiti della cosiddetta «primavera araba» e che continuano a sostenere i feroci nemici degli ebrei, dei cristiani, di Israele e delle donne. Perché la verità è che l'islam è incompatibile con la democrazia. La Libia avrebbe dovuto essere totalmente grata agli Stati Uniti che si sono sobbarcati l'onere maggiore della guerra di «liberazione» dall'odioso regime dittatoriale di Gheddafi. Proprio nel giorno in cui, commemorando l'11 settembre, Obama sosteneva che gli Stati Uniti sono in guerra solo contro Al Qaida e non contro l'islam, la risposta è stata la strage degli americani. Probabilmente il film «blasfemo» o la conferma dell'uccisione del numero due di Al Qaida, Anas Al-Libi, sono solo pretesti. Lo avrebbero fatto comunque perché è solo così che l'islam trionferà. Sveglia Occidente! Basta relativismo. Basta islamicamente corretto. Basta dialogo fine a se stesso. Fermiamo l'invasione islamica prima che sia troppo tardi.
Magdi Cristiano Allam - Il Giornale, 13/09/2012: “Torna l’islam assassino”.
(Il titolo e i grassetti sono nostri)
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