domenica 21 gennaio 2018

Enrico VIII, eresiarca orgoglioso

Sensuale, crudele, persecutore e tiranno

In questo quadro di Hans Holbein, il giovane,  vediamo un eresiarca: Enrico VIII, re d’Inghilterra [dal 1509 al 1547], l’uomo che fece decapitare diverse sue donne e che si separò da Roma.

Egli si sposò in prime nozze, quando era ancora un sovrano cattolico, con Caterina d’Aragona che era di Casa d’Austria e sorella di Filippo II. In seguito la divorziò per mettersi con un’altra; quindi così fece successivamente con altre cinque donne, alcune di loro decapitate per ordine suo. Infatti, quando la Chiesa Cattolica rifiutò il divorzio del re da Caterina d’Aragona, egli si separò da Roma e fondò la chiesa anglicana.


In questo dipinto si notano nel personaggio l’orgoglio e la sensualità. La sensualità è visibile nella sua totalità: nel modo di essere carnoso, nel viso e nel corpo. La faccia è paffuta, ma la bocca è piccola e a cuccio. Gli occhi sono molto piccoli, duri, inflessibili, incapaci di qualsiasi espressione soprannaturale e di qualsiasi compassione.  Non era un uomo coraggioso, ma cattivo. Fu lui che fece decapitare San Tomas Moro come pure il Cardinale San Giovanni Fisher, perché questi santi si rifiutarono di assecondare il re nel suo cammino di apostasia in favore dell’anglicanesimo.

Visto nel suo insieme questo dipinto del re Enrico VIII ostenta la sicurezza dell'individuo che occupa una posizione politica molto forte e fa tutto quel che vuole, ma in modo sfrenato e che non si controlla in nulla.

Il personaggio è grottesco ed obeso, ma l’abbigliamento è molto bello. Fatto in tessuto a strisce dai colori discreti, con diversi ricami ed ornamenti probabilmente ricamati con fili d'oro e pietre preziose. Anche la decorazione del re è molto bella: una collana tutta d’oro, intarsiata di pietre preziose.

Le braccia sono pure rivestite con tessuti ricchi, guarniti con filo d’ermellino, belle pietre preziose ed ornamenti. Il cappellino è discutibile: le falde, troppo piccole per il faccione del personaggio, mettono in risalto proprio quel che ha di grottesco. Non è una cattiva idea ricamare la falda del cappello con pietre preziose, ma vi sono troppe pietre per una falda così piccolina; questa testona esige un cappellino un po’ più alto, poiché appiattito così com'è, dà l’impressione di essersi messo un piatto sulla testa.

È un bellissimo abbigliamento, ma indossato da un eresiarca presuntuoso, orgoglioso, sensuale, crudele, persecutore e tiranno.

Plinio Corrêa de Oliveira, 8 luglio 1972

(Rivista "Catolicismo", Ottobre 2017)

Dagli scritti di un santo

"Chi qualificherà gli eretici come evangelici dovrebbe pagare un'ammenda, perché il demonio non goda che i nemici del Vangelo e della Croce usurpino un nome contrario ai fatti. Gli eretici debbono essere chiamati con il loro nome, perché si provi orrore nel nominarli e non si copra con un'etichetta religiosa un veleno mortale".

Lettera di Sant'Ignazio di Loyola a San Pietro Canisio, in Gli scritti, Utet, Torino 2013 

Nessun commento:

Posta un commento