sabato 17 febbraio 2018

L'Arcivescovo, gli "ex guerriglieri" e i non invitati

Dichiarazione sull'incontro del vescovo di Cali
con gente delle FARC, a Tuluá:
No, anzi Sì.

La settimana scorsa, il Mons. Darío Monsalve, arcivescovo di Cali, ha organizzato un ritiro con membri del suo clero nella casa Umbria, a Tuluá, nel quale è stato studiato il comunicato della Conferenza Episcopale Colombiana contenendo i criteri che i Vescovi hanno presentato per le prossime elezioni, sotto il titolo "Costruire insieme un paese che sia patria e casa per tutti".


Nel bel mezzo dell'evento, come lo conferma l'Arcivescovato di Cali, si sono presentati gli "ex guerriglieri" Calarcá, Sandino e un bandito di nome Cepeda (nella foto che ha circolato si vede pure Timochenko), in qualità di membri del partito delle FARC [Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia], che sono stati presentati pubblicamente al clero "come cittadini in segno di cortesia".

A questo proposito il Centro Cultural Cruzada, sulla sua pagina Facebook, ha fatto eco alla notizia trasmessa dal programma radiofonico "L'Ora della verità", secondo la quale l'Arcivescovo avrebbe detto ai sacerdoti che li obbligava a votare per le liste delle FARC, altrimenti sarebbero stati sospesi, il che è stato smentito dall'Arcidiocesi di Cali.

Incontro in prossimità delle elezioni

Ciononostante, insieme a molti cattolici colombiani ci domandiamo con perplessità:

che cosa facevano quei tre "ex-guerriglieri" in un incontro in cui, appunto, verrebbero studiati i criteri da seguire per le prossime elezioni sotto l'insegna: "Costruire insieme un paese che sia patria e casa per tutti"?

Non ci sarebbe in quell'incontro un favoritismo tacito? In tal caso: perché non sono stati invitati anche i rappresentanti della coalizione del NO?

Infine, cosa accadrebbe ad alcuni dei suoi sacerdoti che, per obiezioni di coscienza a quel tacito favoritismo, avessero lasciato il Ritiro?

Quindi, riscontriamo che, anche se non vi sia stata alcuna minaccia verbale, comunque essa si evidenzia tacitamente nel favoritismo del prelato.

Cruzada auspica che, così come succedono queste manifestazioni pubbliche di parzialità, benché tacite, i nostri pastori si affrettino a mostrare una mano amichevole a coloro che con noi si oppongono al fatto che la Colombia cattolica e la Civiltà Cristiana si arrenda all'attuale aggressione comunista, atea ed amorale.

Sociedad Cultural Cruzada

Medellín, 14 febbraio 2018




Traduzione a cura di Umberto Braccesi

(Illustrazione e grassetti nostri)


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