“Omnes dii gentium daemonia”
(“Tutti gli dei delle genti sono demoni”
(Sal. 95, 5)
A proposito del documento preparatorio per il Sinodo
Panamazzonico
("Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per
un'ecologia integrale"),
riproduciamo un brano della
Parte
III del libro Rivoluzione e Contro-Rivoluzione,
di Plinio Corrêa de
Oliveira
[...] la strada verso questo stato di cose
deve passare attraverso l’estinzione dei vecchi modelli di riflessione, di
volizione e di sensibilità individuali, gradatamente sostituiti da forme di
sensibilità, di pensiero e di deliberazione sempre più collettivi. Quindi la
trasformazione deve avvenire soprattutto in questo campo.
In che modo? Nelle tribù la coesione fra i
membri è assicurata soprattutto da un comune sentimento, da cui derivano
abitudini comuni e un comune volere. In esse la ragione individuale rimane
ridotta quasi a nulla, cioè ai primi e più elementari moti che il suo stato di
atrofia le consente. “Pensiero selvaggio”
(*), pensiero che non pensa e si volge soltanto al concreto. Questo è il prezzo
della fusione collettivistica tribale. Lo stregone ha il compito di conservare
questa vita psichica collettiva attraverso culti totemici carichi di “messaggi”
confusi, ma “ricchi” di fuochi fatui o perfino anche delle folgorazioni
provenienti dal misterioso mondo della metapsichica o della parapsicologia. Con
l’acquisizione di queste “ricchezze” l’uomo compenserebbe l’atrofia della
ragione.
Proprio della ragione, in altri tempi
ipertrofizzata dal libero esame, dal cartesianesimo e così via, divinizzata
dalla Rivoluzione francese, utilizzata fino al più aperto abuso in ogni scuola
di pensiero comunista e ora, infine, atrofizzata e resa schiava del totemismo
metapsichico e parapsicologico...
“Omnes
dii gentium daemonia” (“Tutti gli dei delle genti sono demoni” (Sal. 95, 5), dice la Scrittura. In
questa prospettiva strutturalista, in cui la magia è presentata come una forma
di conoscenza, fino a che punto è dato al cattolico d’intravedere le
folgorazioni ingannevoli, il canto a un tempo sinistro e attraente, languido e
delirante, ateo e feticisticamente credulo con cui, dal fondo degli abissi in
cui giace eternamente, il principe delle tenebre attira gli uomini che hanno
negato la Chiesa di Cristo?
È un problema del quale possono e devono
discutere i teologi. Diciamo i teologi veri, ossia i pochi che credono ancora
all’esistenza del demonio. Specialmente i pochi, fra questi pochi, che hanno il
coraggio di affrontare gli scherni e le persecuzioni della propaganda e di
parlare.
Plinio Corrêa de Oliveira
(*) Cfr. Claude Levy-Strauss, Il pensiero selvaggio, trad.
it., Il Saggiatore, Milano 1964.
L'idolo panteista di Pachamama, dea
della terra, in una cerimonia tribale che si è svolta
nei giardini vaticani e, in sèguito,...
...presente, la
Domenica 5 Ottobre, dentro la Basilica di San Pietro, quindi...
...portata a spalla da Piazza San
Pietro alla chiesa di Santa Maria in
Traspontina.
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