Da alcune settimane è on line una petizione popolare firmata da oltre 1750 persone di tutto il mondo per chiedere a Benedetto XVI di rinunciare all'ermellino.
Il presidente nazionale dell'associazione Aidaa, Lorenzo Croce, ha scritto al Papa per chiedere un atto di carità verso gli animali, che sono comunque creature di Dio, attraverso il gesto simbolico della rinuncia della pelliccia di Ermellino e del Camauro. La missiva prosegue chiedendo "un atto di coraggio e di forza che darebbe ulteriore luce al suo magistero: un gesto forse simbolico, ma che sicuramente rappresenterebbe un atto senza precedenti".
Sentiti ringraziamenti all'Aidaa per la lezioncina che se, da una parte, porta al centro dell'attenzione temi condivisibili come il rispetto degli animali, dall'altra ripropone dinamiche già viste. Quelle di un popolo pronto a commuoversi di fronte agli animali e a girare lo sguardo di fronte agli uomini; a scandalizzarsi, come avvenuto in passato, per la morte di un orso e a considerare routine la morte per fame di 30mila bambini al giorno. "Cosa c'entra?" potrebbe dire il lettore, mettendo in guardia dal qualunquismo.
Tuttavia, dati simili non lasciano margini alla dialettica e ai sociologismi. Ci si muove soltanto nel terreno di ciò che si sarebbe potuto fare, degli slanci che rimangono sulla punta della lingua e del cuore, dell'attenzione e della sensibilità negate, pur avendone l'occasione e la possibilità. Nessuno chiede di vivere in un mondo di categorie che si escludono a vicenda: ci si può appassionare all'ermellino e pensare anche il resto. L'esatto contrario di quanto spesso avviene, a causa dell'abitudine a valorizzare la vita di un piccione e a relegare in un cono d'ombra la vita di un povero cristo.
(Korazym.org – 13 Agosto 2008 - i grassetti sono nostri)
Nessun commento:
Posta un commento