martedì 23 novembre 2010

Obama scopre di non essere un messia

e l’America la terra promessa...

Non si tratta soltanto di indicare il rischio, a cui siamo esposti, di totale scomparsa della civiltà. È necessario saper mostrare, nel caos che ci circonda, il volto completo della Rivoluzione, nella sua ripugnanza immensa. Tutte le volte che questo volto si svela, si manifestano impeti di vigorosa reazione. […] Così, il controrivoluzionario deve, spesso, smascherare il volto completo della Rivoluzione, per esorcizzare il maleficio che essa esercita sulle sue vittime. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte III, Cp. VIII, 3 E)


Obama scopre di non essere un messia
e l’America la terra promessa

[…] Niente è più efficace della presa di posizione contro-rivoluzionaria franca e coraggiosa di un giovane universitario, di un ufficiale, di un professore, soprattutto di un sacerdote, di un nobile o di un operaio influente nel suo ambiente. La prima reazione che otterrà sarà, a volte, di indignazione. Ma se persevererà per un tempo più o meno lungo, a seconda delle circostanze, vedrà a poco a poco manifestarsi degli amici.

(Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte II, Cp. V, A)

Sondaggio New York Times: donne e cattolici abbandonano Obama

Roma, 28 ott. (Apcom) - Settori significativi dell'elettorato americano che nel 2006 garantirono ai democratici il controllo del Congresso, e che due anni dopo sostennero Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca, volteranno le spalle al presidente nelle elezioni di Midterm di martedì prossimo e voteranno per i repubblicani.

Lo rivela un sondaggio pubblicato oggi dal New York Times, secondo il quale donne, cattolici, meno abbienti ed elettori indipendenti non rinnoveranno la loro fiducia al presidente democratico. In particolare, sulla questione cruciale di questa tornata elettorale, l'economia, i repubblicani hanno azzerato lo svantaggio "tradizionale" nei confronti dei democratici come partito più capace di creare posti di lavoro (su questo specifico punto i due partiti sono ora in parità), e vengono inoltre considerati dall'elettorato come i più capaci a ridurre la spesa pubblica.

Se molte donne scegliessero davvero i repubblicani nel voto di martedì - osserva il New York Times - sarebbe la prima volta da quando nel 1982 si è cominciato ad effettuare sondaggi di questo tipo.


Referendum: la California dice «no» alla legalizzazione della marijuana

(Ap) NEW YORK - La California dice no alla marijuana. Gli elettori del Golden State hanno bocciato la Proposition 19, schierandosi contro la legalizzazione totale della marijuana per tutti coloro con più di 21 anni. Nello Stato l’erba era già permessa per scopi medici, ma continuerà ad essere illegale l’uso ricreativo, la coltivazione e la vendita. L’obiettivo della Proposition 19 era quello di legalizzare alcune attività legate al consumo di marijuana e di consentire alle amministrazioni locali d'imporre e riscuotere tasse.

Ma quello sulla marijuana non era l'unico referendum che si teneva negli stati Usa. Gli elettori dello stato di Washington sulla costa del Pacifico hanno bocciato un referendum per una tassa sull’1 per cento dei contribuenti più ricchi, la cosiddetta tassa Bill Gates, il fondatore della Microsoft, il più noto dei suoi abitanti, il creso americano secondo la rivista Forbes. (…) I «no» sono stati ben il 65 per cento […].

(Il Corriere della sera 3/11/2010 - Ennio Caretto)


Elezioni USA: grande successo dei “pro-life”

Così come era previsto, i Repubblicani escono vincitori dalle elezioni americane di Medio Termine. ll controllo della Camera è passata ai Repubblicani pro-life. L’ala destra si è comunque generalmente e notevolmente rinforzata, anche con due senatori del Tea Party eletti in Kentucky e Florida.

Il presidente Obama ha già chiamato il cattolico pro-life John Boehner, il leader della nuova maggioranza repubblicana alla Camera, per complimentarsi con lui e per «discutere di come lavorare insieme per concentrarsi sulle principali priorità degli americani». Obama ha chiamato anche Mitch McConnell, capogruppo repubblicano al Senato. Boehner, è un paladino assolutamente affidabile del pro-life. Nel Wisconsin, il candidato pro-life Ron Johnson ha sconfitto il senatore democratico Russ Feingold, promotore dell’aborto per decenni.

Allo stesso modo è andata in Pennsylvania, dove Pat Toomey ha sconfitto l’abortista Joe Sestak. La musica non cambia in Arkansas, Indiana, North Dakota, Florida, Missouri, New Hampshire, Kentucky, Ohio, Louisiana, Nevada, Kansas, New Mexico, Texas e Arizona (già Repubblicana) e Georgia (da LifeNews1 e LifeNews2). La vittoria nel Iowa è fra le più gustose, infatti il candidato sconfitto, Chet Culver, è un leader della Planned Parenthood (importante lobby abortista). Candidati pro-life sono stati eletti, anche grazie a molti Democratici pro-life, anche in Oklahoma e South Carolina.

Marjorie Dannenfelser, il capo della lista Susan B. Anthony, ha dichiarato che ora c’è il potenziale per promuovere un grande cambiamento a favore della vita nel prossimo Congresso. Ha poi aggiunto che «abbiamo approvato un numero record di donne pro-vita ai massimi livelli di governo tra cui il Senato degli Stati Uniti. I sostenitori dell’aborto hanno ora paura e sono preoccupati perché il popolo americano ha mandato all’aria i loro piani per promuovere più aborti a spese dei contribuenti» (da LifeNews).

(UCCR 4 novembre 2010)


Usa: in Oklahoma nuova crociata anti-Islam

No alla legge islamica nelle corti dello stato. (…) È il senso di un referendum passato lo scorso 2 novembre, che bandisce la legge islamica, e quella internazionale, dalle corti dello Stato. Nei giorni scorsi, un militante per i diritti civili ha fatto causa all’Oklahoma, perché la misura violerebbe i diritti dei musulmani e la separazione tra Stato e Chiesa.

Il nuovo episodio dello scontro tra America e Islam si sviluppa lo scorso giugno, quando Rex Duncan, avvocato repubblicano e deputato al Parlamento locale, presenta un proposta di emendamento alla Costituzione. Duncan vuole che i tribunali dell’Oklahoma, nell’assumere le loro decisioni, si ispirino esclusivamente alla legge federale e a quella dello Stato. Bandito il diritto internazionale. Bandita, soprattutto, la sharia, la legge islamica, che Duncan descrive come un “cancro” che ha già devastato diritto e società in Gran Bretagna. A chi gli fa notare che la sharia non è legge in Oklahoma, Duncan risponde che “non importa”, che il suo vuole essere “un attacco preventivo, mentre lo stato è ancora in grado di difendere se stesso da questa odiosa invasione”.

Duncan non è nuovo a iniziative anti-Islam: nel 2007, rifiutò una copia del Corano, dono dell’ufficio del governatore a tutti i deputati. I cittadini di questo angolo dell’America centro-meridionale, da sempre feudo dei conservatori (qui sette elettori su dieci sono registrati come repubblicani), gli danno ragione e martedì scorso, in coincidenza con le elezioni di midterm, fanno passare la proposta con il 70% dei voti.

(Il Fatto 6 Novembre - Roberto Festa)


Vittoria dei vigili del fuoco di San Diego contro la lobby omosessuale

Alla fine ci sono riusciti. I vigili del fuoco di San Diego (California) hanno ottenuto dal tribunale il riconoscimento del diritto di rifiutarsi di partecipare al Gay Pride Day. I Vigili del Fuoco della città sono stati infatti costretti nel 2007 a partecipare all’eccentrica manifestazione (definita da molti: “la fiera del nulla”), «assistendo a scene oscene e sessualmente volgari».

Uno degli avvocati, Joseph Infranco, che ha difeso il corpo dei Vigili del Fuoco, si è espresso dicendo: «Speriamo che con questa vittoria, si fermino i tentativi per costringere la gente a partecipare ad atti di esibizione sessuale, contro la propria morale personale».

(UCCR 5 novembre)

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