[…] La sortita dell’europarlamentare britannico, Nigel Farage, scagliatosi contro lo stato maggiore delle istituzioni europee schierato in aula a pochi metri da lui - da Herman Van Rompuy a Josè Barroso fino a Olli Rehn - è passata completamente sotto silenzio sulla stampa e sui tg italiani.
Ostinazione e complotto
Qualsiasi tattica, pur di cancellare le sovranità nazionali in Europa
|
Il suo affondo è un j’accuse a tutto tondo contro il governo dell’Unione europea. «Siamo qui sull’orlo di un disastro finanziario e qui davanti a me ci sono i responsabili di tutto questo. Eppure continuiamo ad ascoltare i discorsi più noiosi e tecnocratici mai sentiti. Mi chiedo: chi di voi è stato eletto? Chi ha la legittimità democratica per ricoprire i ruoli che rivestite? Nessuno. […] Io non voglio vivere in un’Europa così!».
Esaurita la premessa, il parlamentare, porta all’attenzione dell’aula esempi precisi di euro-ingerenza. «Voi avete giocato un ruolo in queste circostanze. Quando il presidente Papandreu ha pronunciato la parola referendum, l’avete fatto rimuovere sostituendolo con un governo fantoccio. Che spettacolo disgustoso».
A quel punto Farage sposta il mirino sull’Italia. «Non soddisfatti, avete deciso che Berlusconi doveva andarsene. Così è stato rimosso e sostituito da Monti, ex commissario europeo, vostro collega corresponsabile di questo disastro, un uomo che non era neppure membro del Parlamento.
Sta diventando come un romanzo di Agathe Christie, ci si chiede: chi sarà il prossimo a essere fatto fuori? Siete voi che dovreste essere licenziati.
A lei, Mr. Van Rompuy dissi che sarebbe stato l’assassino silenzioso delle democrazie nazionali. Mi devo ricredere: lei è stato piuttosto rumoroso. Lei, un uomo non eletto, si è recato in Italia e ha detto: ‘Questo non è il momento di elezioni ma di azioni’. Chi, in nome di Dio, le ha dato il diritto di dire questo al popolo italiano?».
(Il Giornale 20 novembre 2011)
Nessun commento:
Posta un commento