martedì 27 gennaio 2015

Dignità e compostezza di ieri, spudoratezza e trivialità dei nostri giorni


Scene della Belle Époque. Nella prima foto vediamo, sullo sfondo di un palazzo allo stesso tempo armonioso e severo, un lungo corteo di signorine vestite in modo raffinato. In primo piano, cinta da una corona e con un mantello di ermellino sulle spalle, si vede una dama che somma alla bellezza personale, l'eleganza, la ricchezza e la compostezza dell'abbigliamento. Porge la mano destra ad un personaggio dall'aspetto serio, compenetrato dell'importanza del suo ruolo, mentre indossa un rigoroso abito di gala: marsina, cilindro e decorazioni.

Di che cosa si tratta?
Di una scena di sfarzo in una delle piccole e brillanti corti principesche, così numerose nel 1909, quando fu scattata questa foto?




Tutta la parte centrale della seconda foto ritrae la stessa dama,  appena salita su un elegante landau, e si accinge a sedersi per partire. Le presta servizio un cocchiere in cilindro e livrea. Si nota un'aria di importanza e di serietà nelle sembianze dei circostanti, che sono chiaramente persone ufficiali del mondo politico e militare.

Ancora una volta la fotografia non fornisce elementi chiari per valutare se si tratta di un aspetto della vita di corte.




Infine, un terzo scatto fotografico. Presso a delle inferriate aristocratiche con cancelli aperti in modo accogliente, notiamo nel centro la stessa dama, lo stesso cavaliere che nell'altra foto le dava la mano, e diversi personaggi abbigliati in modo protocollare, con cilindro e marsina. In fondo, una colonna sulla quale è sovrapposto uno stemma con una corona, nel quale si legge la lettera "B". Nel piano più prossimo si vede un carro allegorico dalle linee estremamente fantasiose, con un arco dal profilo ugualmente bizzarro, sul quale c'è una corona.

Ripetiamo la domanda: sarà una scena di corte?

Tutto porterebbe a rispondere in modo affermativo, ma sembrerebbe una piccola corte alquanto fantasiosa (le singolari linee del carro allegorico) e rustica (si noti un che di inautentico e di posticcio nei personaggi in marsina che hanno molto di petit bourgeois). La dama è appariscente e disinvolta ma non si può dire che sia propriamente aristocratica. Sono piccoli dettagli che uno sguardo arguto coglie, ma che con ogni probabilità sfuggono alla maggior parte degli osservatori.

Di cosa si tratta allora?


Tutta questa serietà, solennità e protocollo sono per festeggiare la "regina" della bonneterie a Troyes, in Francia. Agli inizi del secolo XX, questa città, l'antica capitale della Champagne, contava appena 50-60 mila abitanti, aveva un'importanza molto secondaria e cercava di mantenere il passo promuovendo le industrie locali, tra cui la bonnetterie, cioè dei berretti, che era una delle più apprezzate. L'incoronazione di questa "regina" era occasione di sfarzose festività che richiamavamo l’attenzione della stampa e dei turisti, facendo quindi pubblicità al prodotto. Questo spiega la collaborazione delle autorità locali.

Le fotografie rappresentano il momento in cui la "regina" si ritira dal palazzo municipale di Troyes, dove è stata appena incoronata (foto 2), quindi il suo arrivo al palazzo della Prefettura del dipartimento di Aube (foto 3) e poi la sua uscita dopo aver visitato il Prefetto (foto 1).

Per quale motivo faccio tutto questo commento? È per permetterci di capire, direi meglio di toccare con mano, quanto il nostro mondo stia perdendo la serietà, in questo secolo pagliaccesco e tormentoso. Ecco come si presentava, nel 1909, una “regina” di bellezza o della moda, con le sue "pose" destinate alla grande pubblicità. Oggi... il numero di tali “regine” è aumentato notevolmente, ma le "pose" più apprezzate dalla moltitudine sono tali che non osiamo farne un paragone!

Ma l'argomento si presta pure a un'altra osservazione.

Quando un'abitudine è pericolosa, per quanto all'inizio si presenti "sobria" o "innocente", in effetti tutto il suo dinamismo tende ad abbandonare gradualmente le forme corrette e i costumi distinti, per mostrarsi nella sua essenza sensuale e volgare. È così che sono cominciate le "miss" della propaganda e della volgarità.
   
Cosa direbbero quei signori in marsina - quelle notabilità piccolo-borghesi di Troyes del 1909 - se vedessero il modo come si presentano oggi le "discendenti" o eredi delle "regine" del loro tempo?

Plinio Corrêa de Oliveira - “Catolicismo”, Maggio 1956

(I grassetti sono nostri)


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