"Benché nato necessariamente dall’odio e volto, per la sua stessa logica interna, all’uso della violenza esercitata attraverso guerre e rivoluzioni, il comunismo internazionale s’è visto spinto da grandi e profondi cambiamenti dell’opinione pubblica a dissimulare il proprio rancore e anche a fingere di aver desistito dalle guerre e dalle rivoluzioni. È quanto abbiamo già detto.
"Orbene, se questi suoi cambiamenti fossero sinceri, smentirebbe sé stesso a un punto tale da autodemolirsi.
"Nulla di tutto questo; si serve del sorriso soltanto come arma d’aggressione e di guerra e non fa cessare la violenza, ma la trasferisce dal campo operativo fisico e palpabile a quello delle azioni psicologiche impalpabili. Il suo obiettivo consiste nel conquistare dentro alle anime, per tappe e in modo invisibile, quella vittoria che determinate circostanze gli stavano impedendo di conquistare in modo drastico e visibile, secondo i metodi classici.
"Ben inteso, non si tratta a questo punto d’effettuare, in campo spirituale, alcune operazioni isolate e sporadiche. Si tratta piuttosto di un’autentica guerra di conquista, certamente psicologica, ma totale, che ha di mira tutto l’uomo e tutti gli uomini in tutti i paesi. [...]
"Come una modalità di guerra psicologica rivoluzionaria, a partire dalla rivolta studentesca del 1968 alla Sorbona, numerosi autori socialisti e marxisti in genere, hanno cominciato a riconoscere la necessità, come una modalità di guerra psicologica rivoluzionaria, di una forma di rivoluzione previa alle trasformazioni politiche e socio-economiche, che operasse nella vita quotidiana, nei costumi, nelle mentalità, nei modi d’essere, di sentire e di vivere. Si tratta della cosiddetta rivoluzione culturale.
Il sorriso "centrista"
per arrivare al di là dei comunisti "classici"
"Ritengono che questa rivoluzione, principalmente psicologica e nelle tendenze, sia una tappa indispensabile per giungere al cambiamento di mentalità, che renderebbe possibile l’instaurazione dell’utopia ugualitaria, perché, senza tale preparazione, questa trasformazione rivoluzionaria e i conseguenti “cambiamenti di struttura” si rivelerebbero effimeri. (Commento 3, in appendice) [...]
Infatti la guerra psicologica ha di mira tutta la psiche dell’uomo, cioè lo “lavora” nelle diverse potenze della sua anima e in tutte le articolazioni della sua mentalità.
"Essa ha di mira tutti gli uomini, cioè tanto i seguaci o i simpatizzanti della III Rivoluzione, quanto coloro che sono neutrali o perfino avversari.
"Essa si serve di tutti i mezzi, a ogni passo è necessario che disponga d’un elemento specifico per portare insensibilmente ogni gruppo sociale e perfino ogni uomo ad avvicinarsi al comunismo, per poco che sia. E questo su qualsiasi terreno: nelle convinzioni religiose, politiche, sociali ed economiche, nelle impostazioni culturali, nelle preferenze artistiche, nei modi d’essere e d’agire in famiglia, nella vita professionale, nella società".
Plinio Corrêa de Oliveira
(Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte III, Cap. II)
(I grassetti sono nostri)
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