La
“chirurgia-genetica” è sbarcata anche in Europa…e
precisamente in Gran Bretagna.
È infatti notizia recente che la Human Fertilisation and Embryology
Authority (Hfea) inglese, ha
autorizzato alcuni scienziati del Francis Crick Institute a modificare
geneticamente alcuni embrioni umani per comprendere – dicono loro -
il processo cruciale nelle prime fasi di sviluppo e chiarire quali siano
i geni cruciali per sviluppare bambini sani….
Per rendere digeribile la notizia al
grande pubblico tutti i giornali si sono affrettati a dire fondamentalmente due
cose:
1) Gli esperimenti potrebbero aiutare a
comprendere cosa va storto negli aborti spontanei.
2) Sarà vietato impiantare gli embrioni
«gm» in una donna.
Sul primo
punto ci sembra quasi superfluo soffermarci in
quanto non è eticamente giustificabile
tentare di curare – o per lo meno di capire - un male provocandone uno maggiore, e cioè la soppressione e lo
scarto di embrioni umani che hanno una loro dignità in quanto tali.
Sulla
seconda rassicurazione, invece, ci basterà citare le parole di un genetista italiano a favore di
queste tecniche, il Dottor Edoardo
Boncinelli, che al Corriere della Sera ha commentato:
«Studiare per cercare di capire
qualcosa non è mai sbagliato, che poi un giorno la scienza
ci condurrà verso la creazione di bambini geneticamente modificati non lo
possiamo escludere»
Non lo possono escludere! Dunque lo
faranno, ne potete stare certi.
Non è la prima volta però che questa
tecnica viene utilizzata provocando numerose prese di posizione contro anche e
soprattutto all’interno del mondo accademico.
Era già
accaduto, non poco tempo fa, anche con alcuni
ricercatori della Sun Yat-sen University, in
Cina, che avevano modificato geneticamente 86 embrioni umani per correggere,
dissero all’epoca, la mutazione che causa
la beta-talassemia.
Lo studio venne rifiutato per
ragioni di ordine etico da riviste scientifiche di
primo piano quali Nature e Science, ma pubblicato da una d’ordine minore, la
Protein&Cell.
Addirittura, nei mesi precedenti a questo primo
tentativo, scienziati di tutto il mondo, in tre appelli successivi, avevano
chiesto una moratoria su questo tipo di esperimenti. La breve esistenza di questi embrioni umani fu sufficiente a sottoporli
a una particolare manipolazione, il gene-editing, la "chirurgia
genetica", che avrebbe dovuto sostituire il gene portatore della malattia
con uno sano.
Alla bassissima
efficacia dell’esperimento si aggiunse un numero molto elevato di mutazioni
genetiche che riguardarono altre parti del Dna degli embrioni: si tratta di
mutazioni dagli effetti sconosciuti.
I primi a esprimere perplessità su
questa tecnica furono cinque scienziati della Sangamo BioSciences, guidati dal
presidente Edward Lanphier:
«Secondo
noi - dice lo scienziato - con l’attuale tecnica di editing sarebbe difficile
controllare le cellule modificate. C’è la probabilità che, oltre il gene
mutato, siano apportati tagli o modifiche in altre parti del genoma, causando
effetti imprevedibili sull’essere umano e le generazioni future. È anche
possibile che gli effetti di tale modifica non si manifestino sin dopo la
nascita o per anni. Questo rende la tecnica pericolosa ed eticamente
inaccettabile».
Insomma,
tutto ci dice che la scienza non avrebbe mai dovuto imboccare questa strada.
Certamente ne pagheremo le conseguenze e saranno devastanti.
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione
Voglio Vivere - 3 Febbraio 2016
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