Leone XIII, Vicario di Cristo
La
maschera del "rispetto di tutte le
religioni"...
"Che ognuno eviti qualsiasi rapporto con
coloro che si nascondono sotto la maschera della tolleranza universale, del rispetto di tutte le religioni, della mania di conciliare le massime del Vangelo
con quelle della Rivoluzione, Cristo con Belial, la Chiesa con lo Stato senza Dio".
Lettera di S.S. Leone XIII PP. "Custodi di quella Fede" - 8 Dicembre 1892
Non "cedere ai tempi":
il divorzio non è "il supremo
rimedio"
(...) I legislatori poi
dei tempi nostri, professandosi fedeli ed ardenti seguaci degli stessi principi
di diritto, non possono schermirsi, quand’anche lo volessero, dalla protervia
degli uomini che abbiamo detto: quindi è giocoforza cedere ai tempi ed
accordare la facoltà dei divorzi. Questo ci viene dimostrato dalla storia.
Infatti, per tralasciare altri esempi, sul declinare del secolo scorso, in
quello, più che perturbamento, orribile sconvolgimento delle Gallie, quando l’intera
società, allontanato da sé Iddio, si rese profana, volle infine che fossero
ratificati per legge i divorzi dei coniugi. Queste stesse leggi, poi, molti ai
giorni nostri desiderano che siano richiamate in vigore, in quanto vogliono che
Dio e la Chiesa siano tolti di mezzo e allontanati dalla umana società, dandosi
stoltamente a credere che in siffatte leggi si debba ricercare il supremo
rimedio alla rovinosa corruttela dei costumi.
(...) Ora, quanta occasione di mali contengano in sé
stessi i divorzi, è appena il caso di ricordarlo. Per essi infatti si
rendono mutabili le nozze; si diminuisce la mutua benevolenza; si danno
pericolosi eccitamenti alla infedeltà; si reca pregiudizio al benessere e
all’educazione dei figli; si offre occasione allo scioglimento delle comunità
domestiche; si diffondono i semi delle discordie tra le famiglie; si diminuisce
e si abbassa la dignità delle donne, le quali, dopo aver servito alla libidine
degli uomini, corrono il rischio di rimanere abbandonate. E poiché per distruggere
le famiglie e abbattere la potenza dei regni niente ha maggior forza che la corruzione dei costumi, è opportuno
conoscere che contro la prosperità delle
famiglie e delle nazioni sono funestissimi i divorzi, i quali nascono da
depravate consuetudini e, come attesta l’esperienza, aprono l’adito ad una sempre maggiore corruzione del costume
pubblico e privato. E questi mali appariranno anche più gravi se si
considera che non vi sarà mai alcun freno tanto potente che valga a contenere
la licenza entro certi e prestabiliti confini, una volta che sia stata concessa
la facoltà dei divorzi. È grande la
forza degli esempi; maggiore quella
delle passioni. Per tali eccitamenti avverrà certamente che la sfrenata
voglia dei divorzi, serpeggiando ogni dì più largamente, invaderà l’animo di
moltissimi, simile a morbo che si sparge per contagio, o come torrente che,
rotti gli argini, trabocca.
Lettera Enciclica "Arcanum divinae" di S. S.
Leone PP. XIII
Il progressismo apre il cammino
all'amore libero del comunismo
(camaleontico, ma sempre vivo e soggiacente...)
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