Il
21 novembre ricorrono cent’anni dalla morte
dell’Imperatore Francesco Giuseppe.
Trascriviamo questo commento sull’incontro
del Sacro Imperatorecon
il Kaiser Guglielmo II, nel 1908.
L’incontro
riprodotto nel quadro si svolge nel castello di Schonbrunn, a Vienna, nel 1908.
Francesco Giuseppe celebrava sessant’anni di regno. Durante buona parte del suo
regno, egli era stato il Capo di tutti i popoli di lingua tedesca. Verso la
metà dell’Ottocento, però, la Prussia aveva promosso un’alleanza di Stati
tedeschi contro di lui, coalizzandoli poi un altro impero sotto la direzione
del Kaiser.
In
conseguenza di tali macchinazioni, Francesco Giuseppe – rappresentante della
più antica, illustre e sacrale dinastia dell’Europa – era stato in pratica
estromesso dal mondo tedesco, passando quindi a governare su una serie di Stati
di lingua magiara, slava, rumena, italiana ecc., chiamati nell’insieme
“Monarchia austro-ungarica”.
Nel
1908, però, il kaiser Guglielmo II aveva bisogno del suo appoggio. Passando
sopra il risentimento anti-asburgico, egli organizzò una visita ufficiale a
Vienna per festeggiare, accompagnato da tutti i Principi tedeschi, i
sessant’anni del vecchio Imperatore. Il quadro mostra questo incontro, avvenuto
nel Salone di Maria Antonietta nel castello di Schonbrunn.
È
una scena altamente sacrale. Lo splendore del cerimoniale è portato a un apice
di gala e di pompa, tale da condurre lo spirito alle più alte considerazioni,
che poi aprono finestre per la contemplazione di Dio Nostro Signore.
Francesco
Giuseppe è solo davanti a tutti i Principi tedeschi. A destra, in abito civile,
vi è anche il sindaco di Amburgo, una Città libera.
Tutto
è luminoso. Il salotto è immerso in una luce naturale argentea che si riflette
sulle pareti e sul pavimento. Il pavimento sembra fatto di pietra preziosa. I
pennacchi bianchi dei Principi aumentano la sensazione di luce, completata poi
con i lampadari e gli specchi. Tutto il quadro emana luce. La luce splende
nelle decorazioni, nelle spalline, nelle spade. Ovunque c’è luce e splendore.
Tutti
sfoggiano un atteggiamento di grande compostezza e rispetto. Indossano quelle
divise perché sanno di rappresentare una carica; in altre parole, perché hanno
un altissimo rispetto di se stessi. L’idea soggiacente è quella di sublimare al
massimo il Potere pubblico, lo Stato, per rispetto alla creatura umana che lo
Stato è chiamato a governare.
Guardate
l’aria militare dei Principi, che dà un’idea di potenza e di forza. Io potrei
sintetizzare questa scena in tre parole: forza, splendore, sacralità. Qui si vede
la Germania, ma una Germania dominata dalla Prussia. Il Kaiser ha un plico in
mano, che certamente è il testo del discorso che sta leggendo. Francesco
Giuseppe ascolta con deferenza.
Il
capolavoro della scena, però, è l’imperatore Francesco Giuseppe!
Sono
due modi completamente diversi. La Germania moderna, militare e industriale, è
rappresentata dal Kaiser e dai Principi. La vecchia Germania, tradizionale,
sacrale, nobile, illustre, guerriera ma soprattutto patriarcale, è
rappresentata dall’Imperatore dell’Austria-Ungheria. Sono due diverse idee
della Germania: una militare e pre-nazista; l’altra sacrale e cattolica.
Si
osservi questo fatto curioso: Francesco Giuseppe è completamente solo, non si
fa accompagnare da nessuno, la sua uniforme è semplice, solo tre colori, un
abito bianco, pantaloni rossi con una treccia d’oro. Porta una fascia molto
bella ma semplice. In mano reca l’elmo con un pennacchio verde chiaro.
Lui,
da solo, ha un peso molto superiore rispetto a tutti gli altri messi insieme.
Allo stesso tempo, però, egli ha una semplicità che ne svela la superiorità.
Osservate, per esempio, come i tedeschi hanno la testa in alto, per dare l’idea
che valgono qualcosa. Francesco Giuseppe, al contrario, è totalmente naturale. Possiede
una tale distinzione, che mette tutti nella propria scarpa…al punto che si nota
una sorta di vuoto che lo circonda e nessuno gli si avvicina. Analizzate la sua
fisionomia. Si tratta di un uomo consapevole di non aver bisogno di ornamenti
per essere sé stesso. Alle sue spalle ha secoli di storia gloriosa. Possiede un
diritto innato che la forza non può violare. Perciò riceve i suoi ospiti in
modo serio, gentile, ma non sorridente. Riceve ospiti nei confronti dei quali
ha un rimprovero, che vela con urbanità. Con somma educazione, li guarda negli
occhi come chi dice: “Io mi presento nella mia semplicità. Ma vi
ricevo nel mio palazzo, simbolo del mio potere. Se ci sarà un’altra guerra
sappiate che vi accoglierò con la punta della mia spada, perché non mi lascio
dominare da nessuno!”. Tutto questo, però, viene affermato con somma
affabilità, dignità e distinzione.
Il
mio commento conclusivo sarebbe: Vedete quanto valgono la Tradizione, il
diritto secolare e la sacralità! Molto più di tutta quella ricchezza e tutto
quel potere militare!
Plinio
Corrêa de Oliveira - 27 Maggio 1974
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