19
Marzo
Lo sposo deve essere proporzionato alla sposa. Orbene, chi è la Madonna? E’ di gran lunga la più perfetta delle creature, il capolavoro dell’Altissimo. Se mettiamo insieme tutte le virtù di tutti i santi, di tutti gli uomini fino alla fine dei tempi, non otterremo nemmeno un pallido riflesso della sublime perfezione di Maria Santissima.
S. Giuseppe fu scelto perché era proporzionato a questa eccelsa creatura. Proporzionato per il suo amore a Dio, per la sua purezza, la sua sapienza, la sua giustizia, insomma per le sue virtù.
Ma c’è qualcosa di ancor più insondabile. Il padre deve essere proporzionato al figlio. Egli doveva portare sulle spalle l’immenso onore di essere padre putativo di Dio. Ci fu un solo uomo creato appositamente per questo, con l’anima abbellita di virtù perfettamente proporzionate alla sua condizione di padre di Dio. Quest’uomo fu S. Giuseppe.
Questa grandezza fu però rifiutata dagli uomini. Leggiamo infatti nel Vangelo che la Madonna “diede alla luce il suo figlio, lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia perché all’albergo non c’era posto per loro” (Lc. 2,7).
Questo brano racchiude una verità fin troppo amara: gli uomini hanno una particolare difficoltà ad accogliere la grandezza. Hanno una fondamentale tendenza alla banalità che gli fa rigettare ciò che è grandioso, ciò che è sublime.
S. Giuseppe, principe della casa di Davide, eccelso sposo di Maia Santissima e padre putativo del Verbo Incarnato, deve affrontare il rigetto di uomini volgari. Egli accetta questo martirio e conduce la sua sposa in una stalla. Un gesto glorioso che sarà ricordato da tutti gli uomini di buona volontà fino alla fine dei tempi. S. Giuseppe, martire della grandezza, prega per noi!
"Madre mia, io Vi offro, in unione e per mezzo di San Giuseppe, le preghiere, le opere e le sofferenze di questa giornata, in riparazione per le offese e secondo tutte le intenzioni per le quali il Divin Cuore sta continuamente intercedendo e sacrificando sugli altari. Vi offro per ottenere la conversione di tanti giovani alla vita cattolica, e la perseveranza di coloro che già vi si trovano. Vi offro, in modo speciale, per ottenere per me le grazie di fiducia, pentimento ed umiltà. Amen".
Per farci un’idea di chi fosse S. Giuseppe – Patrono della Chiesa, celebrato il 19 marzo – vista la scarsità dei dati biografici, dobbiamo prendere in considerazione due fatti : egli era lo sposo della Madonna e padre putativo di Nostro Signore Gesù Cristo.
Lo sposo deve essere proporzionato alla sposa. Orbene, chi è la Madonna? E’ di gran lunga la più perfetta delle creature, il capolavoro dell’Altissimo. Se mettiamo insieme tutte le virtù di tutti i santi, di tutti gli uomini fino alla fine dei tempi, non otterremo nemmeno un pallido riflesso della sublime perfezione di Maria Santissima.
S. Giuseppe fu scelto perché era proporzionato a questa eccelsa creatura. Proporzionato per il suo amore a Dio, per la sua purezza, la sua sapienza, la sua giustizia, insomma per le sue virtù.
Ma c’è qualcosa di ancor più insondabile. Il padre deve essere proporzionato al figlio. Egli doveva portare sulle spalle l’immenso onore di essere padre putativo di Dio. Ci fu un solo uomo creato appositamente per questo, con l’anima abbellita di virtù perfettamente proporzionate alla sua condizione di padre di Dio. Quest’uomo fu S. Giuseppe.
Egli era proporzionato alla Madonna ed era proporzionato a Dio Nostro Signore. Quanta grandezza in San Giuseppe! La sproporzione col resto degli uomini è tale che non possiamo nemmeno sollevare il quesito. Come doveva essere grande la sua anima per poter convivere nell’intimità del Verbo Incarnato e con la Regina dell’Universo! Le parole umane sono del tutto insufficienti per esprimere questa grandezza.
Questa grandezza fu però rifiutata dagli uomini. Leggiamo infatti nel Vangelo che la Madonna “diede alla luce il suo figlio, lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia perché all’albergo non c’era posto per loro” (Lc. 2,7).
Questo brano racchiude una verità fin troppo amara: gli uomini hanno una particolare difficoltà ad accogliere la grandezza. Hanno una fondamentale tendenza alla banalità che gli fa rigettare ciò che è grandioso, ciò che è sublime.
S. Giuseppe, principe della casa di Davide, eccelso sposo di Maia Santissima e padre putativo del Verbo Incarnato, deve affrontare il rigetto di uomini volgari. Egli accetta questo martirio e conduce la sua sposa in una stalla. Un gesto glorioso che sarà ricordato da tutti gli uomini di buona volontà fino alla fine dei tempi. S. Giuseppe, martire della grandezza, prega per noi!
Plinio Corrêa de Oliveira
Appena si svegliava, il nostro Fondatore - Dottor Plinio Corrêa de Oliveira - rivolgeva il pensiero alla Madonna recitando due Salve Regina, seguite dall'offerta della giornata secondo la formula dell'Apostolato della preghiera:
"Madre mia, io Vi offro, in unione e per mezzo di San Giuseppe, le preghiere, le opere e le sofferenze di questa giornata, in riparazione per le offese e secondo tutte le intenzioni per le quali il Divin Cuore sta continuamente intercedendo e sacrificando sugli altari. Vi offro per ottenere la conversione di tanti giovani alla vita cattolica, e la perseveranza di coloro che già vi si trovano. Vi offro, in modo speciale, per ottenere per me le grazie di fiducia, pentimento ed umiltà. Amen".
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