
L’attenta considerazione di questo capolavoro, oltre a stimolare il senso artistico, è altamente formativa della personalità.
Ma se un osservatore soffrisse improvvisamente d’un disturbo agli occhi, ai nervi o alla mente, è chiaro che vedrebbe dissolversi le armonie del quadro.
Al culmine della perturbazione, l’aspetto del quadro di Velásquez potrebbe raggiungere il livello di deformazione mostrato dal secondo cliché.

Questo è così evidente che non ha bisogno di commenti.
Il primo quadro non è il risultato del disordine, ma dell’ordine, del talento, della cultura, della civiltà.
Esso mostra, nei suoi sensi reconditi, un’impronta profondamente cristiana. Il secondo quadro non è il risultato dell’ordine bensì del disordine, della stravaganza, dello squilibrio, dell’intemperanza. Esso può provenire soltanto da passioni sregolate oppure da una malattia.
Il secondo cliché riproduce la copia realizzata dal Picasso dell’immortale quadro di Velázquez.
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(Plinio Correa de Oliveira - trascritto da “Catolicismo”, n. 131, Novembre 1961, www.catolicismo.com.br)
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