(…) Il serpente, il cui capo fu schiacciato dalla Vergine Immacolata, è il primo, il grande, il perenne rivoluzionario, ispiratore e fautore supremo di questa Rivoluzione come di quelle che l’hanno preceduta e di quelle che la seguiranno. Maria è, dunque, la patrona di quanti lottano contro la Rivoluzione. La mediazione universale e onnipotente della Madre di Dio è la più grande ragione di speranza dei contro-rivoluzionari. E a Fatima Ella ha già dato loro la certezza della vittoria quando annunciò che, anche dopo un’eventuale irruzione del comunismo nel mondo intero, “infine il mio Cuore Immacolato trionferà”. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione - Conclusione)
Dal Monte Carmelo al trionfo annunciato a Fatima


Ai tempi dell’Antico Testamento, dunque, gli eremiti del Monte Carmelo in un certo senso avevano la missione spirituale di anticipare nella preghiera l’avvento di Nostra Signora. Furono perseguitati dai malvagi, compresi sacerdoti e scribi di una religione in decadenza; ma nonostante tutto quegli eremiti rimasero fedeli.
Finalmente la Vergine Maria venne, e ricevette la più grande gloria tra le creature viventi: in lei il Verbo di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità si fece carne. Divenne la sposa dello Spirito Santo. In quanto priva di peccato originale, non sarebbe stata di per sé soggetta alla morte. Ma scelse di morire, per imitare Gesù. Ma – a differenza di Lui – ebbe per grazia di Dio una morte per così dire molto leggera, che la Chiesa con il suo linguaggio incomparabile chiamò “dormizione”, il sonno della Madonna. Fu una vera morte, con la separazione dell’anima dal corpo, ma tanto lieve e delicata quanto era possibile. Dopo questa “dormizione” fu assunta in Cielo in anima e corpo: fu portata in Cielo dagli angeli. Questo insieme di privilegi costituisce la maggiore glorificazione mai riservata a una creatura. È per questo che l’Assunta è anche chiamata la Madonna della Gloria.

Possiamo anche immaginare che qualche volta la Madonna si sia rivolta a loro ricordando questa vocazione speciale legata al Monte Carmelo e colmandoli di grandi grazie. Non ci è vietato neppure immaginare qualcosa della pia e misteriosa relazione fra la Madonna ed Elia (che, come sappiamo, non era e non è morto, poiché Dio lo rapì in Cielo). Sembra ragionevole pensare che una sorta di anticipazione della perfetta devozione alla Madonna sviluppata molti secoli più tardi da San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) fosse praticata in questi primi ambienti del Monte Carmelo.

Ma da questo tronco quasi disseccato la Madonna fece nascere una pianta rigogliosa: l’Ordine del Carmelo come lo conosciamo oggi. E un fiore speciale: San Simone Stock (ca. 1165-1265). Dopo essere stato eletto generale dei Carmelitani nel 1247, egli chiese una speciale protezione alla Madonna per l’Ordine. Maria Santissima gli apparve e gli consegnò lo scapolare del Carmelo, il cui significato è la promessa della salvezza eterna a coloro che si associano all’Ordine e perseverano fino alla morte. Con San Simone Stock l’Ordine del Carmelo fiorì ed entrò in un periodo di gloria. La sua gloria più grande? La perpetua e ferma devozione alla Vergine. Ma ebbe anche la gloria di contare nelle sue fila una Santa Teresa d’Avila (1515-1582), e più recentemente una Santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), che se non fosse morta così giovane sarebbe stata quasi una mia contemporanea.

La festa della Madonna del Monte Carmelo è molto cara a noi che ci consideriamo discepoli del Profeta Elia, il primo devoto della Madonna nella Storia. Glorifichiamola e chiediamo che permetta a noi, carmelitani in spirito, di superare il tempo delle prove e di diventare pietre viventi del Regno di Maria.
Plinio Corrêa de Oliveira
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