lunedì 26 aprile 2010

Ubi Petrus, ibi Ecclesia

Omaggio filiale di solidarietà a Sua Santità Benedetto XVI.

La nostra riparazione, denunciando il nemico

Invitiamo i nostri visitatori a conoscere la missiva stilata dai co-fondatori della TFP i quali - come legittimi eredi della Contro-Rivoluzione pliniana e dinanzi all’evidente persecuzione religiosa in corso - si rivolgono al Sommo Pontefice animati dall’ardore e dallo stile cattolico militante del Fondatore, Plinio Corrêa de Oliveira.

Quindi, il responsabile e i collaboratori del sito aderiscono, toto corde, ed offrono la traduzione inedita di questo atto di fedeltà al Papa ed alla Santa Chiesa.

Palermo, 26 Aprile 2010
Festa della Madonna del Buon Consiglio


A sua Santità Benedetto XVI
Città del Vaticano

Beatissimo Padre,

Noi, sottoscrittori, brasiliani, inginocchiati dinanzi alla vostra Sacra Persona, veniamo a presentare alla Vostra Santità la nostra profonda e sincera solidarietà di fronte alle vili calunnie e turpi attacchi di cui è stata vittima in queste ultime settimane.

Con una ipocrisia che ha pochi precedenti nella Storia, gli stessi intellettuali, i leader politici e gli organi di stampa e di televisione che distruggono sistematicamente l’innocenza dei nostri bambini e degli adolescenti – per mezzo della diffusione incessante della pornografia e della promozione di una cultura nella quale “è vietato vietare” – oggi si strappano le vesti di fronte all’abuso sessuale di bambini praticato da un certo numero di sacerdoti e religiosi indegni. Peggio ancora: queste correnti così dette “d’avanguardia” osano incolpare di questi abusi ignobili la Chiesa stessa, la quale, mediante la sua incessante predicazione della morale evangelica, non soltanto sollevò il mondo pagano dal pantano di una corruzione morale sfrenata, ma, per venti secoli, fu il baluardo della virtù della purezza!

Quale autorità intellettuale e morale hanno questi aggressori per esigere l’abolizione del celibato ecclesiastico – proprio loro che glorificano la promiscuità sessuale dalla più tenera età; loro che distribuiscono preservativi ai giovani, incitandoli a praticare il “sesso sicuro”; che corrompono animi innocenti con le loro “lezioni di educazione sessuale” contrassegnate da una visione edonistica e dissoluta della sessualità; e che promuovono i rapporti omosessuali, volendo persino ridurre l’età legale per la loro approvazione?

Gli abusi sessuali commessi da sacerdoti e da religiosi non sono forse, per la loro immensa maggioranza, casi di sessualità con adolescenti, cioè, precisamente gli atti che i suddetti intellettuali, i leader politici e gli organi di stampa favoreggiano? Proprio loro che adesso attaccano la Chiesa e la vostra Sacra Persona?

Santo Padre, noi brasiliani siamo un popolo intuitivo, che sa leggere nell’intimo dei cuori: non ci lasciamo illudere dalle fallacie del crescente rimbombo mediatico che, nella persona del Papa, cerca, infatti, di abbattere lo stendardo che Egli impugna; ovvero, la bandiera immacolata degli insegnamenti morali di Colui che è, per tutta l’umanità, “il Cammino, la Verità e la Vita”.

I promotori di questa offensiva pubblicitaria vogliono evitare che i nostri contemporanei, delusi dalle ingannevoli promesse di felicità atea degli araldi della “modernità”, ascoltino gli insegnamenti tradizionali della Chiesa, incluse le vostre opportune denuncie sulla “dittatura del relativismo” la quale, nel nome dell’idolatria dell’uomo, mira ad eliminare qualsiasi freno alla libertà, legalizzando l’aborto e l’eutanasia, favorendo i rapporti prematrimoniali, il divorzio e lo pseudo matrimonio omosessuale.

Gli istigatori degli attacchi contro la Vostra Santità vogliono, in effetti, azzittire la vostra voce, poiché si innalza per difendere le radici cristiane della civiltà occidentale e per affermare il diritto della Chiesa Cattolica di intervenire nel dibattito pubblico sulle grandi questioni culturali e sociali contemporanee, alla luce del Vangelo. Il che contrasta con i piani di coloro che, nel nome del laicismo di Stato, vogliono persino eliminare dai luoghi pubblici il più sacro simbolo religioso – il crocifisso, che ci ricorda la sofferenza e la morte del nostro Divino Redentore.

I disseminatori delle false accuse secondo le quali la Vostra Santità avrebbe ammantato coloro che praticarono abusi sui bambini – a Monaco o nella Curia romana – sono, paradossalmente, quegli stessi che si indignarono della vostra Istruzione del 2005 proibendo l’accesso nei seminari ai candidati con radicata tendenza omosessuale, ossia, i candidati che hanno una maggiore probabilità statistica di abusare sessualmente degli adolescenti e o dei bambini.

Sono pure promotori dell’attuale campagna di calunnie le persone che non si conformano al fatto che la Vostra Santità, quando ancora Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, denunciò il comunismo come “la vergogna del nostro tempo” e condannò la Teologia della Liberazione di ispirazione marxista, che dilagava negli ambienti cattolici, e in relazione alla quale, la Vostra Santità ha ribadito, di recente, la propria opposizione, nel discorso ai Prelati delle Regioni Sud 3 e Sud 4 della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, in occasione della visita ad limina apostolorum.

Santo Padre: noi, cattolici brasiliani, sappiamo leggere, nelle false righe dei giornali, il significato più profondo del dibattito che è in corso. E, fedeli agli insegnamenti perenni della Santa Chiesa, aderiamo di tutto cuore ai “valori non negoziabili” promossi dalla Vostra Santità, cioè:
  • l’inviolabilità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale;
  • la sacralità della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna;
  • il diritto dei genitori ad educare i figli inculcando loro principi morali e religiosi veri.

Nel manifestare il nostro totale ripudio all’ignobile campagna di calunnie contro la vostra Sacra Persona e nel manifestarVi la nostra solidarietà, non siamo spinti soltanto dal sentimento filiale che anima i fedeli cattolici al vedere il dolce Vicario di Cristo in Terra attaccato dalle schiere del male. Infatti sappiamo bene che Ubi Petrus, ibi Ecclesia (Dov’è Pietro, lì è pure la Chiesa). Perciò, nel contempo vogliamo fare un atto di fede nella Chiesa Cattolica e, in particolare, in quegli insegnamenti perenni del suo Magistero che la “dittatura del relativismo” vuole vedere eliminati dalla nostra legislazione e dalle nostre vite.

Santità, in mezzo alla tempesta, i cuori di milioni di brasiliani Vi accompagneranno nella vostra coraggiosa difesa dei diritti di Dio e dei “valori non negoziabili”, con le loro preghiere, con il loro fervore filiale e con l’energia che gli viene dal sacramento della Cresima che li ha trasformati in autentici soldati di Cristo.

Sappiamo bene, Santità, e lo diciamo con dolore, che in questi momenti in cui la Chiesa dovrebbe affrontare con fermezza e coesione la tempesta che si annuncia, tuttavia ella si vede indebolita nel suo elemento umano dall’azione di correnti che si insinuano in essa, e che portarono agli impressionanti lamenti del Vostro Predecessore Paolo VI quando disse che “il fumo di satana” era penetrato nel Tempio di Dio, riferendosi inoltre ad un misterioso processo di “autodemolizione” in corso, dopo l’ultimo Concilio.

Ma questa situazione, lungi dal produrre scoraggiamento, rende ancor più inderogabile alle persone desiderose di rimanere fedeli con tutta l’anima agli insegnamenti evangelici di stringere le schiere attorno alla Cattedra di Pietro. Tra questi, noi ci includiamo umilmente, seguendo l’esempio del grande e indimenticabile leader cattolico brasiliano del secolo XX, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira.
Tra qualche settimana, in occasione del decimo anniversario della beatificazione di Giacinta, e nell’anno in cui si commemora il centenario della sua nascita, la Vostra Santità calpesterà il suolo della nostra Madre Patria, il caro Portogallo, dove la Madonna parlò in portoghese ai tre pastorelli di Fatima.

Ricorderemo, allora, la visione profetica che proprio Giacinta ebbe nell’ultimo periodo della sua breve esistenza e che tanto la fece soffrire:

“Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio davanti ad un tavolo, piangente con le mani sul viso; fuori dalla casa vi era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte brutte parole. Povero Santo Padre, dobbiamo pregare molto per lui!”.

Starà giungendo quell’ora? È una domanda che si pone e perciò, con gli stessi sentimenti di Giacinta, chiediamo alla piccola veggente e alla Madonna di Fatima che intercedano presso a Nostro Signore Gesù Cristo ed ottengano per la Vostra Santità insigni grazie di discernimento e di fortezza, con le quali possa condurre la Barca di Pietro con mano sicura, in mezzo allo “tsunami” pubblicitario, col quale pretendono affondarLa. Uno sforzo vano, perché sappiamo che, infine, seconda la promessa indefettibile di Nostro Signore, “portae inferi non praevalebunt” (le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa).

Rivolgendo a Dio questa preghiera dal più profondo del cuore, deponiamo ai piedi di Vostra Santità i nostri più rispettosi e filiali omaggi.


Questa sottoscrizione è una iniziativa dell'Instituto Plinio Corrêa de Oliveira avallata da tutti i brasiliani sottoscrittori del documento, in difesa del Papato e della Santa Chiesa.

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