Il DNA della Sinistra non può cambiare, perciò gira fatalmente in torno all’ex, neo, post… marxismo!
Di “Rifondazione” in “Rifondazione”, di sfumatura in sbiadimento,
superando le sceneggiate “litigiose” interne,
contando sempre sull’indispensabile ausilio dei catto-comunisti e
dei “centristi” che favoriscono il trasbordo a sinistra,
la Sinistra cambia solo il metodo ma…
i contenuti e l’obiettivo sono sempre gli stessi!
Lupo… |
…o volpe? |
Eccone un urgente pro memoria
“Oggi gli avvenimenti corrono tanto rapidamente che è molto più importante analizzarli che prevederli. Un numero incalcolabile di persone sa in modo solamente imperfetto che cosa è il comunismo. E in modo pure imperfetto che cosa è il cattolicesimo.
A questo proposito, schematizziamo l’insegnamento tradizionale dei Papi:
1. Il comunismo è un sistema filosofico che comprende una concezione dell’universo e dell’uomo. E, di conseguenza, dei rapporti tra gli individui e la società: il modello dell’economia, della politica, della società.
2. Dal canto suo, la dottrina cattolica, fondata sulla Rivelazione, insegna tutta una concezione dell’universo, dei rapporti tra gli uomini e la società, di come devono essere la politica, la sociologia e la economia rette dalla legge di Dio, ecc.
3. Sistemi - per chiamarli così - di tale ampiezza, o si armonizzano nei loro vertici dottrinali, oppure sono incompatibili. Questo sta nella stessa logica interna dell’uno e dell’altro.
4. Orbene, posto che tra i principi atei, materialistici ed evoluzionistici, che sono il fondo del cono abissale del comunismo, e d’altra parte la fede in un solo Dio, puro spirito, perfettissimo, onnipotente ed eterno, e in Gesù Cristo, Uomo-Dio, in cui è il punto più alto e splendente della religione cattolica, vi è la contraddizione totale, non vi può essere nell’una e nell’altra dottrina nessun punto di conciliazione.
5. Da ciò si deduce che l’unico atteggiamento reciproco coerente tra i seguaci di una dottrina e quelli dell’altra è lo scontro.
6. Tutto questo è chiaro per gli spiriti logici. Ma è più o meno nebuloso per un numero infinito di spiriti che sonnecchiano piacevolmente nella penombra delle contraddizioni, e per i quali niente è così sgradevole quanto la logica, soprattutto quando è portata ai suoi più chiari confini.
7. Un cattolico, o un comunista, per quanto sia logico nel campo della pura dottrina, può essere più o meno logico e accomodante nell'apprezzamento dei fatti.
8. Il problema è pieno di sfumature. Tanto più che, anche nei casi in cui la logica porta alla lotta, quest’ultima può assumere innumerevoli forme. Lottare non significa solamente attaccare duramente e di fronte. Attaccare è anche cogliere l'avversario alla sprovvista, disorientarlo, confonderlo, e così indebolirlo, ecc. Tutto questo, i comunisti lo sanno perfettamente. E, in coerenza con la loro massima secondo cui, nella lotta di classe, i fini giustificano i mezzi, lo praticano anche costantemente. Bene inteso, i cattolici sanno che i fini non giustificano i mezzi. Ma anche l'uso dei mezzi leciti comporta una considerevole gamma di abilità. Nostro Signore ha consigliato ai suoi discepoli di unire l'innocenza della colomba all’astuzia del serpente.
9. Ora, nelle lotte tra le minoranze logiche per la conquista dell’opinione pubblica, la maggioranza accomodante è solita costituire una «terra di nessuno». Vincerà la minoranza che saprà attirare la maggioranza.
10. Il comunismo internazionale è impegnato a fondo nell'opera di attrazione della maggioranza. Attraverso l'azione dei dottori della illogicità, posti da esso come guide delle famose «linee ausiliarie», cerca di sedurre quelli della «terra di nessuno», proponendo una via d'uscita:
a. i cattolici, pur rifiutando l'ateismo e il materialismo comunisti, ne accettino i principi politici e socio-economici;
b. i comunisti, in cambio di questa accettazione, concedano libertà di culto alla Chiesa, purché questa non attacchi il regime socio-economico comunista. Insomma, all'interno della Chiesa vi sarebbero tolleranza e libero corso per il comunismo socio-economico. E all'interno della società civile vi sarebbero tolleranza e libero corso per la religione, purché amputata delle sue implicazioni socioeconomiche. Di conseguenza, lo Stato non combatterebbe la Chiesa. E questa raccomanderebbe ai suoi fedeli di collaborare con lo Stato collettivista”.
Plinio Corrêa de Oliveira - (estratti dalla “Folha de São Paulo", 28 Ottobre 1978)
(I grassetti sono nostri)
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