Cardinale Giacomo Biffi
“Dobbiamo salvare l’identità della Nazione
dall’annichilimento dei più alti valori della nostra civiltà (…) Io non ho
nessuna paura dell’Islam, ho paura della
straordinaria imprevidenza dei responsabili della nostra vita pubblica. Ho
paura dell’inconsistenza dei nostri opinionisti. (…) Sorprendente che gli
opinionisti laici non si accorgano di questi pericoli. (…) Ho paura soprattutto dell’insipienza di molti cattolici.
(…) I cristiani devono piantarla di dire che
bisogna andare d’accordo con tutte le idee. (…) Il mio compito è di evangelizzare i musulmani. È un
gravissimo errore rinunciare all’evangelizzazione. (…)
“Oggi è in atto una delle più gravi e ampie
aggressioni al cristianesimo che la Storia ricordi. Tutta l’eredità del Vangelo viene progressivamente ripudiata dalle
legislazioni, irrisa dai ‘signori
dell’opinione’, scalzata dalle
coscienze specialmente giovanili. Di tale ostilità, a volta violenta a
volte subdola, non abbiamo ragione di stupirci né di aver troppa paura, dal
momento che il Signore ce l’ha ripetutamente preannunciato: ‘Non
meravigliatevi se il mondo vi odia’. Ci si può meravigliare invece
degli uomini di Chiesa che non sanno o vogliono prenderne atto. (…)
“L’Europa o
ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la ‘cultura del niente’,
della libertà senza limiti e senza
contenuti, dello scetticismo vantato
come conquista intellettuale.
“Questa cultura del niente non sarà in grado di
reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà. Solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano
come unica salvezza per l’uomo – e quindi solo
una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un
esito diverso a questo inevitabile confronto.
“Purtroppo né i ‘laici’ né i ‘cattolici’ pare si siano
resi conto del dramma che si sta profilando. I ‘laici’, osteggiando in tutti i
modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l’ispiratrice più forte e la
difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità. I ‘cattolici’, lasciando sbiadire in sé
stessi la consapevolezza della verità posseduta, e sostituendo all’ansia
apostolica il puro e semplice ‘dialogo’
ad ogni costo, inconsciamente preparano la propria estinzione”. (Lettera
pastorale “La città di S. Petronio nel
terzo millennio”, ottobre 2000)
Cardinale Velasio De Paolis
"Il rischio di confondere adattamento con conformità al mondo è rischio
non solo possibile, ma reale. Questo
rischio sembra essere stato particolarmente forte nel tempo recente. È bene,
anzi necessario, che ce ne rendiamo conto. La
Chiesa, pur dovendo tener conto della cultura e dei tempi che cambiano, non può non annunciare Cristo che è sempre
lo stesso, ieri, oggi e sempre! Il
riferimento alla cultura non può essere il riferimento principale, e tanto
meno unico e determinante per la Chiesa,
ma Cristo e la sua verità. Non può non essere motivo di riflessione il fatto
che non pochi i cristiani oggi tendono
ad annacquare il messaggio evangelico per farsi accettare dalla cultura del
tempo".
(Prolusione sul tema: "I
divorziati risposati e i
sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza", ottobre 2015 - www.tribunaleecclesiasticoumbro.it)
(I grassetti sono nostri)
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