lunedì 29 giugno 2015

Condannavano gli errori della Teologia della liberazione...

...e come la fede cristiana veniva usata come motore
per questo movimento rivoluzionario

Nel libro “Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici & i collaboratori raccontano” (Ares), di Wlodzimierz Redzioch Alla domanda su quali siano state “le sfide dottrinali” affrontate insieme a Karol Wojtyla durante il mandato alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede, Benedetto XVI risponde così:


La prima grande sfida che affrontammo fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz’altro. Ma era un errore. La povertà e i poveri erano senza dubbio posti a tema dalla Teologia della liberazione e tuttavia in una prospettiva molto specifica. (…) Non era questione di aiuti e di riforme, si diceva, ma del grande rivolgimento dal quale doveva scaturire un mondo nuovo. La fede cristiana veniva usata come motore per questo movimento rivoluzionario, trasformandola così in una forza di tipo politico. (…) Naturalmente, queste idee si presentavano con diverse varianti e non sempre si affacciavano con assoluta nettezza, ma, nel complesso, questa era la direzione. A una simile falsificazione della fede cristiana bisognava opporsi anche proprio per amore dei poveri e a pro del servizio che va reso loro”. (…) Giovanni Paolo II “ci guidò da un lato a smascherare una falsa idea di liberazione, dall’altro a esporre l’autentica vocazione della chiesa alla liberazione dell’uomo”.

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A proposito della Riforma Agraria socialista
 promossa dal Movimento dei Senza Terra (MST)
aggredendo le proprietà private

Ricordo anche le parole del mio predecessore Leone XIII quando insegna che “né la giustizia né il pubblico bene consentono che si rechi danno alle altrui cose e per una malintesa idea di uguaglianza si invadano i beni altrui” (Rerum Novarum, 30).
La Chiesa non può promuovere, ispirare o appoggiare iniziative o movimenti di occupazione delle terre sia mediante invasioni con l’uso della forza sia mediante la penetrazione subdola nelle proprietà agricole.

(Discorso di Giovanni Paolo II ad un gruppo di Vescovi della Conferenza Episcopale  del Brasile in visita "Ad limina apostolorum", 21 marzo 1995)


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