La domenica 3 Settembre dell'anno
2000, in piazza San Pietro, il Santo Padre Giovanni Paolo II elevava agli onori
degli altari il Papa Pio IX. Nell'omelia, il Sommo Pontefice segnalava le virtù
e l'esemplarità di quel Vicario di Cristo perseguitato dai risorgimentali perché
radicalmente anti-liberale:
"Ascoltando le parole dell'acclamazione al Vangelo: "Signore, guidaci sul retto cammino",
il pensiero è andato spontaneamente alla vicenda umana e religiosa del Papa Pio IX, Giovanni
Maria Mastai Ferretti. In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, egli fu esempio di incondizionata adesione al deposito
immutabile delle verità rivelate. [...] Fu molto amato, ma anche odiato
e calunniato. [...]
"Sostenuto da questa interiore convinzione, egli indisse il Concilio Ecumenico Vaticano I, che chiarì con magisteriale autorità alcune
questioni allora dibattute, confermando l'armonia tra fede e ragione".
Ecco alcuni brani della Lettera apostolica "Iam vos omnes", del beato Pio IX, che
ci forniscono una potente armeria per contrastare il relativismo falsamente
"ecumenico" e la confusione che dilaga con l'intenzione auto-demolitrice
di disorientare i fedeli cattolici ed allontanarli dal "deposito immutabile delle
verità rivelate".
"Tutti voi sarete senz’altro a conoscenza che Noi, innalzati, pur
senza alcun merito, a questa Cattedra di Pietro e posti quindi a capo del
supremo governo e della cura dell’intera Chiesa Cattolica dallo stesso Signore
Nostro Gesù Cristo, abbiamo ritenuto opportuno
convocare presso di Noi i Venerabili Fratelli Vescovi di tutto il mondo e di
riunirli, nel prossimo anno, in Concilio Ecumenico, per approntare, con gli
stessi Venerabili Fratelli chiamati a condividere la Nostra sollecitudine
pastorale, quei provvedimenti che risulteranno più idonei e più incisivi sia a
dissipare le tenebre di tanti pestiferi errori che ovunque, con sommo danno
delle anime, ogni giorno più si affermano e trionfano, sia [...].
[...] non
possiamo lasciarci sfuggire l’occasione del futuro Concilio senza rivolgere le
Nostre paterne e Apostoliche parole anche a tutti coloro che, quantunque
riconoscano lo stesso Gesù Cristo come Redentore e si vantino del nome di
cristiani, non professano tuttavia la
vera fede di Cristo e non seguono la comunione della Chiesa cattolica. Così
facendo, Ci proponiamo con ogni zelo e carità di ammonirli, di esortarli
e di pregarli perché considerino
seriamente e riflettano se la via da essi seguita sia quella indicata dallo
stesso Cristo Signore: quella che conduce alla vita eterna.
Nessuno potrà sicuramente
mettere in dubbio e negare che lo stesso Gesù Cristo, al fine di applicare a
tutte le umane generazioni i frutti della sua redenzione, abbia edificato qui
in terra, sopra Pietro, l’unica Chiesa, che è una, santa, cattolica e
apostolica e che a lei abbia conferito il potere necessario per conservare
integro ed inviolato il deposito della fede; per tramandare la stessa fede a
tutti i popoli, a tutte le genti e a tutte le nazioni; per tradurre ad unità nel
suo mistico corpo, tramite il battesimo, tutti gli uomini con il proposito di conservare in
essi, e di perfezionare, quella nuova vita di grazia senza la quale nessuno può meritare e conseguire la vita eterna;
perché la stessa Chiesa, che costituisce il suo mistico corpo, potesse
persistere e prosperare nella sua propria natura stabile ed indefettibile fino
alla fine dei secoli, e offrire a tutti i suoi figli gli strumenti della
salvezza.
Chiunque
poi fissi la propria attenzione e rifletta sulla situazione in cui versano le varie società
religiose [ndr. protestanti e
autonominati "ortodossi", che non riconoscono sino ad oggi il Papa
come Vicario di Cristo], in
discordia fra loro e separate dalla Chiesa cattolica, la quale, senza interruzione, dal tempo di Cristo
Signore e dei suoi Apostoli, per mezzo
dei legittimi suoi sacri Pastori ha sempre esercitato, ed esercita tuttora,
il divino potere a lei conferito dallo stesso Signore, dovrà facilmente
convincersi che in nessuna di quelle
società, e neppure nel loro insieme, possa essere ravvisata in alcun modo quell’unica e cattolica Chiesa che Cristo
Signore edificò, costituì e volle che esistesse. Né si potrà mai dire che siano membra e parte di quella Chiesa fino a
quando resteranno visibilmente separate dall’unità cattolica. Ne consegue che tali società, mancando di quella viva
autorità, stabilita da Dio, che ammaestra gli uomini nelle cose della fede e
nella disciplina dei costumi, li indirizza e li governa in tutto ciò che
concerne la salvezza eterna, mutano continuamente nelle loro dottrine senza che
la mobilità e l’instabilità trovino una fine. Ognuno può quindi facilmente
comprendere e rendersi pienamente conto che ciò è assolutamente in contrasto con la Chiesa istituita da Cristo
Signore, nella quale la verità deve restare sempre stabile e mai soggetta a
qualsiasi mutamento, come un deposito a lei
affidato da custodire perfettamente integro: a questo scopo, ha ricevuto la promessa della presenza e
dell’aiuto dello Spirito Santo in
perpetuo. Nessuno poi ignora che da questi dissidi nelle dottrine e nelle
opinioni derivano divisioni sociali, traggono origine innumerevoli comunioni e
sette che sempre più si diffondono con gravi danni per la società cristiana e
civile.
Pertanto, chi riconosce la religione come fondamento della società umana,
dovrà prendere atto e confessare quale
grande violenza abbiano esercitato sulla società civile la discrepanza dei principi e la divisione delle
società religiose in lotta fra loro, e con quanta forza il rifiuto
dell’autorità voluta da Dio per governare le convinzioni dell’intelletto umano
e per indirizzare le azioni degli uomini, tanto nella vita privata che in quella sociale, abbia suscitato,
promosso ed alimentato i lacrimevoli sconvolgimenti delle cose e dei tempi che
agitano e affliggono in modo compassionevole quasi tutti i popoli.
È per questo
motivo che quanti non condividono "la comunione e la verità della
Chiesa Cattolica" debbono approfittare dell’occasione del Concilio,
per mezzo del quale la Chiesa Cattolica, che accoglieva nel suo seno i loro
Antenati, propone un’ulteriore dimostrazione di profonda unità e di
incrollabile forza vitale; prestando orecchio alle esigenze del
loro cuore, essi debbono impegnarsi per
uscire da uno stato che non garantisce loro la sicurezza della salvezza.
Non smettano di innalzare al Signore misericordioso fervidissime preghiere
perché abbatta il muro della divisione, dissipi la caligine degli errori e li riconduca in seno alla santa Madre Chiesa, dove i
loro Antenati trovarono salutari pascoli di vita; dove, in modo esclusivo, si conserva e si trasmette integra la dottrina di
Gesù Cristo e si dispensano i misteri della grazia celeste.
È dunque in forza del doveroso
Nostro supremo ministero Apostolico, a Noi affidato dallo stesso Cristo Signore,
che, dovendo espletare con sommo impegno tutte le mansioni del buon pastore e seguire ed abbracciare con
paterno amore tutti gli uomini del mondo, inviamo questa Nostra Lettera a tutti
i cristiani da Noi separati, con la quale li esortiamo caldamente e li
scongiuriamo con insistenza ad affrettarsi
a ritornare nell’unico ovile di Cristo;
desideriamo infatti dal più profondo del cuore la loro salvezza in Cristo Gesù,
e temiamo di doverne rendere conto un giorno a Lui, Nostro Giudice, se, per
quanto Ci è possibile, non avremo loro additato e preparato la via per
raggiungere l’eterna salvezza. In ogni Nostra preghiera e supplica, con
rendimento di grazie, giorno e notte non
tralasciamo mai di chiedere per loro, con umile insistenza, all’eterno
Pastore delle anime l’abbondanza dei beni e delle grazie celesti. E poiché, se
pure immeritevolmente, adempiamo sulla terra all’ufficio di Suo vicario, con tutto il cuore attendiamo a braccia
aperte il ritorno dei figli erranti alla Chiesa cattolica, per accoglierli
con infinita amorevolezza nella casa del Padre celeste e per poterli arricchire
con i Suoi tesori inesauribili. Proprio da questo desideratissimo ritorno alla verità e alla comunione con la
Chiesa cattolica dipende non solo la
salvezza di ciascuno di loro, ma soprattutto anche quella di tutta la
società cristiana: il mondo intero
infatti non può godere della vera pace se non si fa un solo ovile e un solo
pastore."
Dato a Roma, presso San Pietro, il 13 settembre 1868, ventitreesimo anno
del Nostro Pontificato.
(I grassetti sono nostri)
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