Monsignor Tadeusz
Pieronek,
Vescovo e già segretario della Conferenza episcopale
polacca
Sbagliato distinguere tra
"Islam buono" e "Islam cattivo"
"L’Occidente, da molta parte degli islamici, è
visto come nemico e questo abbiamo il dovere di considerarlo. (...) per tanti
di loro eravamo e siamo infedeli da sottomettere.
"Non credo che sia corretto fare la
distinzione tra Islam buono e Islam cattivo. L’Islam si basa sul Corano, un testo nel quale la violenza esiste ed è contemplata. Semmai esistono
singoli islamici buoni e cattivi come dappertutto. Questo non elimina il mio
giudizio sul Corano che è la base
dell’Islam, siamo al cospetto di un
libro nel quale si predica la sottomissione degli altri con la forza, tra i
quali ci sono i cristiani.
"Io credo che ci sia un rischio di islamizzazione nel
continente europeo, una sorta di invasione insidiosa da non
sottovalutare. Mentre gli islamici pregano cinque volte al giorno e sono
costanti nella loro fede, i cristiani, meglio l’Europa, ha
smarrito le sue radici e non ha il
coraggio di manifestare in pubblico la fede e di testimoniarla nella vita
di ogni giorno. Viviamo
come se Dio non esistesse, i
Dieci Comandamenti sono ignorati alla pari del catechismo e ciascuno si fa la sua verità. Dio è il
grande assente del momento.
"Come
dicevo, corriamo il rischio dell'islamizzazione. Noi per loro siamo degli infedeli. Non escludo affatto che dietro questi enormi flussi migratori si nasconda un piano studiato
per cancellare le origini e la identità del continente europeo, un piano
gradito e probabilmente promosso da grandi potenze e dalla finanza.
"L’ accoglienza e la solidarietà sono valori
cristiani da coltivare e non possiamo negare questo a chi soffre. (...) Tuttavia occorre controllare i
flussi migratori in modo responsabile. Chi
è in grado di escludere che tra i migranti non si nascondano anche terroristi?
Allora, bisogna avere cautela nell’accogliere e senso di responsabilità, usare
criterio.
[Sulla lavanda dei piedi alle donne] "Io non la faccio, resto fedele alla
tradizione. Su questi punti dico: possiamo
lanciare, senza volerlo, messaggi
sbagliati. Per certi cambiamenti occorre tempo e senso di responsabilità;
ci ripensino. Potrebbe leggersi una simile prassi come sottomissione
cristiana. Non possiamo cambiare per
cercare consensi o popolarità”.
Brani di un'intervista a lafedequotidiana.it - 26/3/2016
(I grassetti sono nostri)
Vedi pure:
Don
Bosco e l'Islam
http://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2016/04/dagli-scritti-di-don-bosco-sullislam.html
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