Non c'è essere umano più debole di un bambino. Non c'è dimora più povera di una grotta. Non c'è nulla più rudimentale di una mangiatoia. Eppure quel Bambino, in quella grotta, su quella mangiatoia, avrebbe modificato il corso della Storia.
Se è vero che, in ogni epoca, il Santo Natale
apre una schiarita di pace nel duro affanno della vita quotidiana, ai giorni
nostri la tregua natalizia assume un significato eccezionale perché equivale a
un grande e universale sursum corda,
proclamato ad un’umanità tumultuosa e sofferente, che sta sprofondando nel caos
della più completa dissoluzione morale e sociale.
La nostra epoca è come una
valle oscura fra due vette: la civiltà del passato, dalla quale siamo decaduti
attraverso successive catastrofi; e la civiltà del futuro, verso la quale
stiamo avanzando. Proprio perché viviamo gli ultimi momenti di un mondo in
agonia con le avvisaglie di quello nuovo che sta per sorgere, la lezione del
Natale assume per noi un significato profondo.
Secondo la testimonianza
degli storici dell’Antichità, tutti i popoli gemevano nell’attesa di un Messia
che avrebbe infuso nuova linfa a un mondo ormai logoro. E così come per
l’umanità ai tempi di Augusto la linfa non fu altro che Cristo, così ai nostri
tempi è solo nella Chiesa Cattolica, il Corpo Mistico di Cristo, che dobbiamo
riporre le nostre speranze. Se il mondo contemporaneo vuole veramente uscire
dal caos nel quale si dibatte, esso deve anzitutto volgersi alla Santa Chiesa.
Ma c’è di più. Tutti i
teologi concordano che la preghiera onnipotente della Madonna anticipò l’alba
della Redenzione. Anche ai nostri giorni, è dalle anime elette, dai cattolici
impegnati che, sul piano umano, può
dipendere l’anticipo o il ritardo del regno sociale di Nostro Signore.
Consapevoli di questa eccelsa missione, noi dobbiamo far nostra questa supplica
presso il presepe del Nostro Divino Salvatore:
Domine,
adveniat regnum tuum! Signore venga il tuo regno! Che esso si
realizzi prima di tutto in noi affinché poi, con il tuo ausilio, lo possiamo
attuare anche intorno a noi!
Plinio Corrêa de Oliveira
(Brani estratti da "O Legionário", 25 Dicembre 1938)
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