Il processo di cremazione del defunto
avviene attraverso forni molto potenti, che raggiungono
la temperatura di 900-1000 gradi centigradi
Georges D. pensionato, aveva un buon assegno vitalizio e un suggestiva cultura. Da buon osservatore, la sua acuità penetrava la realtà dei fatti, li degustava, e, quando la narrava, coinvolgeva i suoi interlocutori nella scena che veniva descritta. Chi lo ascoltava aveva l’impressione di aver partecipato all’evento raccontato.
Gli amici rinunciavano al teatro ed alla partita di calcio pur di trascorrere la domenica sera in sua compagnia. Come francese di una vecchia generazione borghese, Georges manipolava con naturalità e senza pretese l’arte della conversazione. Nato e cresciuto nella Lorena, vicino alla frontiera tedesca, aveva iniziato sin da giovane la sua carriera di ingegnere nelle miniere, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sopravvisse ai giorni di prova successivi al conflitto mondiale e le difficoltà gli insegnarono a distinguere le situazioni e a conoscere le mentalità. Questa conoscenza costituiva il gusto della sua conversazione. Benché sposato da 50 anni, anche sua moglie Jeanne non si stancava mai di ascoltarlo. Era davvero interessante.
Georges morì. Non ci fu un funerale – il che sembrò strano ai suoi amici – benché nessuno lo commentasse. Vi era stata una cremazione, fatta alla svelta, con tanto di preghiere ecumeniche registrate in un nastro e musica New Age impregnando quel saluto con gocce di un'inquietante mistero. Nessun rituale devoto, nonostante lui e la moglie fossero cattolici. Non si seppe mai chi dei due aveva optato per la cremazione.
Jeanne mise le ceneri del marito in una scatola a forma di libro e la “archiviò” in uno scaffale, al di sopra della televisione, nel soggiorno, tra due volumi di arte gastronomica. Chi desiderasse recitare una preghiera o portare un fiore sulla sepoltura dell’amico, ricordare le sue conversazioni, i pomeriggi domenicali trascorsi insieme, le sue battute, l'acuità delle sue osservazioni, non poteva farlo.
Eppure, quella vecchia relazione tra amici reclamava questo semplice omaggio. Ma ciò non era possibile. Le stesse fiamme che rapidamente e violentemente ridussero in cenere il suo corpo sembravano aver consumato anche il suo ricordo. A venti centimetri, sulla profanità dei programmi televisivi, delle commedie e novelle oscene, giaceva George con la sua simpatia e la sua loquacità zampillante. Era impossibile, lì poter dire un’Ave Maria per la sua anima.
Cremazione, una trasformazione rivoluzionaria dei costumi
Renato Bialetti, inventore di una caffettiera di grande successo,
ha voluto essere cremato ed avere le proprie ceneri
messe dentro l'attrezzo di sua invenzione
Secondo l’articolo di A. Favole (Corriere della sera, 28-2-217), Renato Bialetti deceduto a all'inizio dell’anno corso, inventore di una caffettiera di gran successo - la Moka - ha voluto essere cremato ed avere le proprie ceneri poste in una delle macchinette di sua invenzione. La sua macchinetta da caffè è stata la sua sepoltura. Ed ha presieduto ai suoi funerali.
Intanto, Gene Roddenberry, un famoso produttore e sceneggiatore della televisione nord-americana, ha voluto che le sue ceneri, come pure quelle della moglie, fossero lanciate nello spazio extraterrestre. C’è persino una ditta commerciale che si incarica di questi funerali cosmici.
François Michaud Nérard (Une révolution rituelle, Atelier, 2012), presenta la cremazione come una profonda trasformazione delle abitudini francesi. In meno di 40 anni gli immemorabili riti funebri, sono stati sconvolti. Sino al 1980 soltanto l'1% dei francesi optava per la cremazione. Oggi circa il 50% dice di preferirla. Nei paesi del Nord Europa questa preferenza può arrivare al 75%.
La cremazione avanza con la materializzazione dei costumi. In occasione dei funerali, all'idea di Dio si sovrappongono lentamente altri concetti di stampo economico [la cremazione costa meno], od utilitario [immense aree occupate da cimiteri potrebbero servire meglio alla comunità in altri modi], o di ordine igienico [non contaminare il sottosuolo] oppure per ragioni sentimentali.
Vi sono testamenti disponendo che le ceneri siano gettate in mare, disperse nelle montagne o in campi da calcio. Nell'articolo menzionato, Favole afferma che adesso si propone pure le ceneri vengano disperse all'interno dei cimiteri, in luoghi chiamati “giardino del ricordo”. In effetti, quel che si verifica sotto diversi aspetti è l’avanzata delle idee anticristiane.
Sacralità della sepoltura x costume pagano
Perché rifiutare la sepoltura e la sacralità dell’inumazione, preferendo la brutale e immediata distruzione del corpo? Seppellire i morti è sempre stato un grave dovere dei cristiani. Sin dall’inizio della Cristianità la Chiesa adottò questa pratica, non solo dovuto ai suoi insegnamenti, ma anche per l’aspetto simbolico dell’inumazione. Per questa ragione, i corpi dei morti furono sempre oggetto di una rispettosa attenzione. In tempi passati vi furono condanne da parte di Papi, dei procedimenti abietti riguardo ai morti nel conservarli o trasportarli. Bruciarli era considerato ugualmente un procedimento indegno, proprio dei pagani.
In un'altra località della Lorena, anch'essa piccola e non lontana dalla casa di Georges, viveva solitario Antoine M. vedovo, senza figli, con i pochi parenti dispersi. Egli soleva dire al parroco della sua città, Pe. Michel R., che al mondo aveva un solo vero amico: un bell’albero nel suo cortile. Quindi amava quell’albero e ne prendeva cura, annaffiandolo e concimandolo. Difatti era un frondoso castagno. D'estate mangiava compiaciuto alla sua ombra e in inverno bruciava nel camino alcuni suoi rami potati con attenzioni chirurgiche all’inizio dell’autunno. Guardando il fuoco, si incantava con l’eleganza incomparabile delle lingue di fuoco liberate dai suoi rami in combustione e respirava profondamente il gradevole odore del suo legno in braci. Tutto ciò gli proveniva dal suo castagno.
Sentendo vacillare le proprie forze, Antoine ha fatto il testamento. La sua ultima volontà determinava la cremazione del suo corpo e la successiva deposizione delle sue ceneri ai piedi dell’albero tanto amato. Sarebbe stato il suo ultimo omaggio a questo essere che l'aveva molto consolato durante la sua vita. In effetti, pochi anni dopo, Antoine é morto. Tutto è stato eseguito in conformità con il suo testamento: cremazione e deposizione delle ceneri ai piedi dell’albero.
L’erede della casa – e quindi dell’albero – è stato un nipote di Antoine, che venne ad abitarci. È venuto da Marsiglia, dove Antoine abitava quando si è spento. Abituato alle tiepide temperature del Mediterraneo, il nipote riteneva che nella Lorena il sole si manifestava molto meno e che l’albero del defunto zio gli toglieva il poco calore solare disponibile. Così ha fatto tagliare l’albero e un'impietosa motosega ha ridottol’unico amico di Antoine in tronchetti di legno. Dunque, insieme alla terra intorno al bell’albero ed alle ceneri, tutto è stato trasportato al deposito della spazzatura pubblica. Il Pe. Michel, fingendosi atterrito e con un sorriso sornione, raccontava l'accaduto a tutti gli abitanti del luogo.
I resti mortali attendono il giorno della risurrezione
Dal punto di vista della Religione, San Paolo dice: "Vi esorto, fratelli, per la misericordia dì Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto". [Rom. 12,1-2]
Come è possibile calcinare come rigetto indesiderabile questo corpo - al quale si riferisce l’Apostolo - santificato dal Battesimo e dalla recezione della Sacra Eucarestia, vivificato da un’anima elevata dalla grazia alla vita divina ed a tempio dello Spirito Santo?
Nell’usanza della cremazione non vi è presente l’idea del riposo di chi ha consegnato la sua anima a Dio – requiescat in pace (riposi in pace). Tutto avviene in modo sbrigativo. Il funerale perde il suo significato solenne e i riti del requiem sono privati di grandezza. Nel momento in cui le fiamme riducono violentemente in cenere le fattezze che per anni erano state contemplate con stima e amore, l’atto assume l'apparenza di un’annichilazione assoluta.
Con il rituale del seppellimento la Chiesa rende sensibile, in modo simbolico, la credenza nel dogma della resurrezione dei corpi. Per la Chiesa, la tomba è un dormitorio nel quale i resti mortali che ivi riposano, sono in attesa della resurrezione come semi depositati nel suolo, dai quali, dopo il Giudizio Finale, germoglierà l’immortalità. In una terra consacrata, all’ombra della croce, il corpo del fedele attende la risurrezione come Gesù che, morto e sepolto, risuscitò dai morti. Quel corpo merita rispetto in considerazione di ciò che è stato e che sarà per tutta l’eternità.
Mentre una giovane getta le ceneri di un parente nelle acque di un lago,
un indù alza l'urna di un familiare...
L’aspetto profano della cremazione in un forno crematorio viola questo rispetto agli occhi di chi assiste a una tale procedura. La Chiesa, dicendo ai mortali “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris” [Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai"] ha disposto che il corpo deve ritornare, in modo lento e naturale, alla polvere dalla quale ebbe origine. Si tratta di una trasformazione naturale, secondo i ritmi organici, e non di una distruzione artificiale.
La Chiesa, come madre compassionevole, prende in considerazione la stima che esiste tra le persone care. L’amore paterno o filiale, tutto l’affetto umano, si sublimano nel momento della morte. Immaginarli nelle contorsioni dell’incenerimento ripugna ai buoni sentimenti. Invece consola tutti il fatto che, sotto la terra benedetta, quella figura poco a poco sparirà, secondo l’ordine naturale stabilito da Dio: “… in pulverem reverteris” - e in polvere ritornerai.
L'abito cristiano di seppellire i corpi dei fedeli
La cremazione è anche un gesto simbolico. Il suo metodo mira ad oscurare la presenza del dogma della risurrezione della carne. Al contrario, la speranza della risurrezione è chiara nel raccomandare l’anima a Dio. I primi sostenitori della cremazione intendevano allontanare la presenza della Religione dagli atti eseguiti intorno alla morte.
In Francia, la Rivoluzione del 1789 fu la prima a propugnare la cremazione. Il suo concetto anticristiano lanciò in modo organizzato la campagna per l’incinerazione. Negli anni successivi alla Rivoluzione Francese, durante l’inizio del secolo XIX, dottrine materialiste e atee intensificarono la propaganda a pro della cremazione Così, all’inizio del secolo XX, sotto diversi pretesti, i forni crematori iniziarono a stabilirsi in Europa.
La Chiesa palesava una decisa opposizione alla cremazione. Durante l’anno 1886, il Santo Ufficio promulgò dei documenti che confutavano le false dottrine dei difensori dell’incenerimento dei defunti. La confutazione segnalava che “artifici e sofismi ingannevoli contribuivano insensibilmente alla diminuzione della stima e del rispetto alla consuetudine cristiana di inumare i corpi dei fedeli; un'usanza costante e consacrata dai solenni riti della Chiesa”.
In quel tempo, ai fedeli che per propria volontà optassero per la cremazione, era negata non soltanto la sepoltura ecclesiastica, ma anche la celebrazione delle Messe pubbliche. Questi colpevoli erano ugualmente dichiarati indegni degli ultimi sacramenti. La Chiesa agiva così per convenienze dogmatiche, al fine di salvaguardare il culto e i costumi morali dei fedeli. (Dictionnaire Apologétique de la Foi Chrétienne, “Incineration”, Beauchesne éditeurs, Paris 1911)
L’ansia di riforme in occasione del Concilio Vaticano II portò il Santo Ufficio a promulgare, nel 5 luglio del 1963, l’Istruzione “Piam et Constantem”, aprendosi la possibilità della cremazione. “La cremazione non attinge l’anima né impedisce a Dio onnipotente di restaurare il corpo, né significa in sé stessa una negazione oggettiva dei dogmi menzionati. […] Essendoci motivi giusti, basati su ragioni serie, particolarmente di ordine pubblico, la Chiesa non obbiettava ne obbietta questa pratica”. Non è facile percepire come questa Istruzione non contraddica le parole di San Paolo citate prima: “E non vi conformerete con questo secolo …”
Preghiere speciali per i defunti
La chiesa stabilì il 2 di novembre come il “Giorno dei Fedeli Defunti”. In questa data, in quasi tutta la Cristianità i cimiteri si affollano di visitatori. Sulle tombe degli antenati le foto perpetuano le loro care fisionomie vicino alle immagini di santi ed angeli che li vegliano.
In opposizione a questa immemorabile abitudine, il rispetto dovuto ai morti viene oscurato dalla mancanza delle cerimonie: piccole urne contenendo i resti inceneriti sono “stoccati” in deposito su degli scaffali. Al vederle si ha l'impressione, erronea, che finisce su questa terra. L’idea della vita dopo la morte diventa oscurata. Anche in questo modo appassisce il sentimento così umano e naturale dell’apprezzamento per i morti.
Nella commemorazione dei Fedeli Defunti, parenti e amici portano fiori e candele sulle sepolture dei loro cari estinti; vengono celebrate Messe e recitati dei Rosari per le anime dei defunti. Questa è l’assistenza potente e materna della Chiesa in suffragio delle anime che gemono nel Luogo della Purificazione. Presso ai sepolcri, La Chiesa Militante chiede a Dio che le anime del Purgatorio possano salire al più presto in Cielo, per integrarsi alla Chiesa Trionfante e così contemplare Dio faccia a faccia.
“Libera, Signore, le anime dei fedeli defunti da ogni vincolo di colpa”, così canta la liturgia dei morti. Si prega pure a lode di coloro che sono già in Cielo, chiedendo la loro intercessione per la santificazione di coloro che si trovano nel duro combattimento di questa Terra. Già nel secolo XI, Santo Odilon, abate di Cluny, prescrisse ai suoi monaci di celebrare Messe per i defunti il giorno 2 di novembre. A Roma si può trovare antiche riferimenti a proposito di questa commemorazione del secolo XIV. (“Messa per i defunti”, Das Romische Messbuch, di A. Schott O. S.B.)
Cimitero a Cracovia
Le commemorazione dei Defunti a Cracovia, riceve dall'indole profondamente cattolica del popolo polacco la sua nota di dolente elevazione. È intenso l’afflusso della popolazione ai cimiteri. Novembre, già nel mezzo dell’autunno europeo, prima di fine sera la notte cala sulla città ravvolta da una fine rugiada. Il campo santo rimarrebbe immerso in una completa oscurità se non fossero le migliaia di lampade votive, nella maggior parte rosse, devotamente portate ai defunti dai loro familiari. Contriti, si muovono come ombre tra le tombe ed i mausolei portando questi lumini incandescenti con una cura da ceroferari.
Sulle sepolture, recitate le preghiere in famiglia, quelle piccole torce scintillano nella notte come costellazioni di fiammelle in una veglia di preghiere. Infatti, sono le preghiere dei vivi per coloro che passarono all’Eternità. Le gocce di rugiada che cadono sui lumini si evaporano subito, e facendo un mormorio, come piccole nuvole di vapore, salgono in alto facendo immaginare le anime che sono dipartite da questo mondo.
Qualche volta le persone sussurrano tra loro. I bambini fanno domande sugli avi; giungendo le mani, imitano i genitori raccolti in preghiera ed emozione. Alle soglie della vita, l’innocenza si compiace del mistero dell’aldilà. Si stringono tranquilli presso ai loro genitori, credendo così di tenersi più stretti alla vita.
Soltanto la Chiesa può armonizzare dolcemente sentimenti talmente opposti: il tempo e l’eternità; la morte come seme della vita eterna. Da quello scenario, simili alla rugiada che posava sui lumini ardenti, la tristezza e la compenetrazione si evaporano colme di speranza e di rassegnazione. Quelle ombre che si muovono nel Tempo cercano l’invisibile nell’Eternità e da questo incontro si sprigiona un'affermazione di Fede.
Se Cracovia avesse propagato la cremazione, riducendo i suoi cimiteri al vacuo dei “giardini del ricordo” – prive di sepolture ornamentali, giacigli o monumenti funerari – nel giorno dei Defunti i suoi fedeli non avrebbero più quei momenti di riflessione religiosa. La cremazione, abolendo via via le sepolture e i cimiteri, vuole soprattutto scacciare la Religione dai riti funebri e dal suffragio degli antenati che “ci hanno preceduto con il segno della Fede”.
Nelson Ribeiro Fragelli
Rivista "Catolicismo", Luglio 2017
(I grassetti sono nostri)
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