Se paragoniamo la movenza di un velo con quella di un
elefante, vediamo che il primo è molto vivace, mentre il secondo è molto
possente. Il velo non ha forza, ma si muove di più.
Per esempio, Amin Dada è possente, egli concepisce il
comando solo come l’applicazione della forza bruta.
Mentre Luigi XIV era capace di ringraziare un generale
per aver vinto una battaglia con un semplice sguardo, ispirandolo quindi a
continuare la guerra con animo rinnovato. Un piccolo gesto, un grande effetto.
Così possiamo capire come l’azione di un angelo possa
essere molto incisiva, molto efficace e molto possente, consistendo appena in
un ‘tocco’ leggero.
L’angelo, per così dire, ‘tocca’ leggermente un oggetto,
ed è capace di muovere pianeti. Mentre nel mondo materiale la fragilità è segno
di impotenza e la forza segno di potere, nell’angelo leggerezza e potenza vanno
insieme.
Un altro esempio è il cigno. Il cigno sembra nuotare
senza fatica, le sue zampe si muovono sott’acqua. Egli nasconde lo sforzo e
scivola sull’acqua come se stesse nuotando con un atto di pura volontà, senza
nessuno impegno fisico. In ciò rammenta l’angelo, che si muove senza sforzo.
L’angelo è sommamente immobile e, allo stesso tempo, sommamente dinamico.
Contemplando il cigno, ci facciamo un’idea del movimento dell’angelo, e
possiamo sentire tutta la bellezza del movimento nell’immobilità, tutta la
bellezza del motore immobile. Cioè, tutta la bellezza di Dio.
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