giovedì 15 novembre 2018

La pienezza di Nostro Signore Gesù Cristo

Il “Beau Dieu”
della cattedrale di Amiens

Esiste nell’uomo una limitazione per la quale, in lui, alcune perfezioni si escludono a vicenda. In Nostro Signore Gesù Cristo, però, nessuna perfezione si escludeva.

Possiamo considerare i vari popoli della Terra: il popolo francese. Con quella precisione, quella chiarezza, quell’ esprit de repartie che gli è caratteristico; il tedesco, con quel vigore, quella profondità, quel senso del sublime; l’italiano, con il suo senso teologico, la sua finezza intellettuale, il suo criterio diplomatico; lo spagnolo, con lo spirito guerriero; i nostri cari portoghesi, dai quali ereditiamo tanti doni… 

Si può anche valutare ogni popolo  individualmente - gli arabi, i giapponesi, i cinesi, - e si arriva sempre alla seguente conclusione: ognuno possiede taluni doni, e proprio perché li possiede, non può possederne altri. Per esempio, non è possibile a un popolo avere allo stesso tempo lo spirito fino e leggero dei francesi e i modi vigorosi e combattivi dei tedeschi. Sono cose che si escludono a vicenda.
Ma in Nostro Signore Gesù Cristo ciò è possibile. Come capo dell’umanità, Egli aveva in Sé tutti i doni di tutti i popoli della Terra, conciliandoli armonicamente. Egli possedeva la suprema grandezza di spirito insieme allo charme dei francesi, tutta la robustezza dei tedeschi, tutta la finezza degli italiani, tutta l’intuizione dei brasiliani. Ma tutto elevato a un grado inimmaginabile. 

Dal punto di vista meramente umano, chi vedesse Nostro Signore avrebbe tutti gli elementi per restarne folgorato. Facendo questa meditazione e leggendo il Vangelo, possiamo capire meglio l’entusiasmo del popolo quando Egli passava. Per esempio, le folle che Lo seguivano quando si addentrava nel deserto. Dimenticavano persino di portare con sé del cibo …

Tuttavia, non possiamo restare nel mero aspetto umano, perché egli era l’Uomo-Dio. In Lui c’era l’unione ipostatica della natura umana con quella divina. In Gesù non vi sono due persone, ma una sola. Quindi, al di sopra di tutte le perfezioni umane che abbiamo appena accennato, vi era l’unione ipostatica con la Seconda Persona della Santissima Trinità, vale a dire una sorgente inestinguibile di doni soprannaturali perfettamente insondabili.

Plinio Corrêa de Oliveira - 8 ottobre 1971








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