Il
“Beau Dieu”
della
cattedrale di Amiens
Esiste nell’uomo
una limitazione per la quale, in lui, alcune perfezioni si escludono a vicenda.
In Nostro Signore Gesù Cristo, però, nessuna perfezione si escludeva.
Possiamo
considerare i vari popoli della Terra: il popolo francese. Con quella
precisione, quella chiarezza, quell’ esprit
de repartie che gli è caratteristico; il tedesco, con quel vigore, quella
profondità, quel senso del sublime; l’italiano, con il suo senso teologico, la
sua finezza intellettuale, il suo criterio diplomatico; lo spagnolo, con lo
spirito guerriero; i nostri cari portoghesi, dai quali ereditiamo tanti doni…
Si
può anche valutare ogni popolo individualmente - gli arabi, i giapponesi, i
cinesi, - e si arriva sempre alla seguente conclusione: ognuno possiede taluni
doni, e proprio perché li possiede, non può possederne altri. Per esempio, non
è possibile a un popolo avere allo stesso tempo lo spirito fino e leggero dei
francesi e i modi vigorosi e combattivi dei tedeschi. Sono cose che si
escludono a vicenda.
Ma in Nostro
Signore Gesù Cristo ciò è possibile. Come capo dell’umanità, Egli aveva in Sé
tutti i doni di tutti i popoli della Terra, conciliandoli armonicamente. Egli
possedeva la suprema grandezza di spirito insieme allo charme dei francesi, tutta la robustezza dei tedeschi, tutta la
finezza degli italiani, tutta l’intuizione dei brasiliani. Ma tutto elevato a
un grado inimmaginabile.
Dal punto di vista meramente umano, chi vedesse Nostro
Signore avrebbe tutti gli elementi per restarne folgorato. Facendo questa
meditazione e leggendo il Vangelo, possiamo capire meglio l’entusiasmo del
popolo quando Egli passava. Per esempio, le folle che Lo seguivano quando si
addentrava nel deserto. Dimenticavano persino di portare con sé del cibo …
Tuttavia, non
possiamo restare nel mero aspetto umano, perché egli era l’Uomo-Dio. In Lui c’era
l’unione ipostatica della natura umana con quella divina. In Gesù non vi sono
due persone, ma una sola. Quindi, al di sopra di tutte le perfezioni umane che
abbiamo appena accennato, vi era l’unione ipostatica con la Seconda Persona
della Santissima Trinità, vale a dire una sorgente inestinguibile di doni
soprannaturali perfettamente insondabili.
Plinio
Corrêa de Oliveira - 8 ottobre 1971
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