Per natale ti regalo un aborto: l'ultima frontiera dei nemici della vita.
A Natale ti pago un aborto: negli Stati Uniti arrivano i buoni regalo da 25 dollari per le interruzioni di gravidanza. S’indigna il popolo pro-life americano, le organizzazioni cristiane sono scandalizzate. E si tratta per giunta di un’iniziativa natalizia, dicono increduli gli attivisti pro-vita. «È contro lo spirito cristiano della festività, contro il miracolo della vita, è un regalo di morte». I voucher sono in vendita sul sito di una della maggiori associazioni pro-choice americane, Planned Parenthood, che offre consulenza sul controllo delle nascite. La filiale dell’organizzazione nello Stato dell’Indiana propone infatti buoni per ogni servizio che mette a disposizione: dai check-up medici femminili - pap test e mammografia costano 35dollari - ai contraccettivi ma anche interruzioni di gravidanza. «Un regalo insolito ma anche pratico per queste festività», è scritto sul sito. A Planned Parenthood parlano di «possibilità delle donne di controllare la misura delle proprie famiglie». Cristiani e pro-vita rispondono usando invece termini come «distruzione» e «omicidio» di migliaia di neonati che avrebbero potuto vedere il loro primo Natale ma che non possono farlo a causa delle politiche in favore dell’aborto. Il dibattito è partito dall’Indiana ma è rimbalzato a livello nazionale sui siti cristiani, sui blog pro-life fino ad arrivare sulle pagine del conservatore Washington Times, che ha reagito con un editoriale indignato, e il Los Angeles Times.
[… ] Molti attivisti pro-life e organizzazioni cristiane dell’Indiana e del resto del Paese hanno ricordato che Planned Parenthood in un anno ha aiutato 5.000 donne ad abortire e poco importa che i portavoce difendano l’iniziativa sui mass media nazionali spiegando che i voucher servono soprattutto a spingere chi ha meno possibilità economiche a farsi visitare dai medici, a incentivare all’utilizzo di anticoncezionali, quindi a evitare nuove interruzioni volontarie di gravidanza. Jim Sedlak, vice presidente dell’organizzazione pro-vita American Life League, ha detto al Giornale che «Planned Parenthood porta avanti una simile iniziativa proprio mentre i cristiani celebrano la vita. È premeditato».
Eppure, spiegano i responsabili dell’associazione dell’Indiana, i buoni servono a spingere le donne a sottoporsi a test clinici, «con voucher da 25 dollari non si paga un aborto», che costa dai 350 ai 900 dollari nei primi tre mesi di gravidanza e «il 97 per cento delle nostre attività è di prevenzione, soltanto il 3 per cento è dedicato ad aborti». Ma per Sedlak, proprio il fatto che Planned Parenthood non abbia voluto evitare la prevedibile controversia eliminando le interruzioni di gravidanza dai servizi che possono essere pagati con i buoni è un’indicazione troppo forte. Inoltre, «l’associazione a livello nazionale ha ricevuto quest’anno, tramite gli aiuti federali richiesti, oltre 300 milioni di dollari direttamente dalle tasche del contribuente».
Planned Parenthood ha 882 centri negli Stati Uniti, 35 soltanto in Indiana (tre dei quali praticano l’aborto). Secondo Diane Quest, portavoce nazionale, i voucher sono «un servizio unico» per le donne. Al Giornale dice che, «in un momento in cui 45 milioni di americani non hanno accesso all’assicurazione sanitaria e in un periodo di crisi economica, le donne pensano al prezzo della spesa, della benzina, ai regali di Natale, tralasciando la propria salute». Conferma però che la filiale dell’Indiana non ha messo limitazioni ai buoni che quindi possono anche servire a pagare un aborto.
(Rolla Scolari - Il Giornale 4/12/2008)
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