Omaggio alla
Patrona d’Italia
La glorificazione di Maria con l’Assunzione
al Cielo in anima e corpo
(…) Frequentemente poi s'incontrano
teologi e sacri oratori che, sulle orme dei santi padri, per illustrare la loro fede
nell'assunzione si servono, con una certa libertà, di fatti e detti della Sacra Scrittura. Così per citare
soltanto alcuni testi fra i più usati, vi sono di quelli che riportano le
parole del Salmista: «Vieni o Signore, nel tuo riposo; tu e l'Arca della tua
santificazione» (Sal 131,8), e vedono nell'Arca dell'Alleanza fatta di
legno incorruttibile e posta nel tempio del Signore, quasi una immagine del
corpo purissimo di Maria vergine, preservato da ogni corruzione del sepolcro ed
elevato a tanta gloria nel cielo.
Allo stesso scopo descrivono la Regina che
entra trionfalmente nella reggia celeste e si asside alla destra del divino
Redentore (Sal 44,10.14-16), nonché la Sposa del Cantico dei cantici «che sale dal deserto, come una colonna di fumo
dagli aromi di mirra e d'incenso» per essere incoronata (Ct 3,6; cf. 4,8; 6,9).
L'una e l'altra vengono proposte come figure di quella Regina e Sposa celeste,
che, insieme col divino Sposo, è innalzata alla reggia dei cieli.
Inoltre
i dottori scolastici videro adombrata l'assunzione della vergine Madre di Dio,
non solo in varie figure dell'Antico
Testamento, ma anche in quella Donna vestita di sole, che l'apostolo
Giovanni contemplò nell'isola di Patmos (Ap
12,1s). Così pure, fra i detti del Nuovo Testamento, considerarono con
particolare interesse le parole «Ave, o piena di grazia, il Signore è con te,
benedetta tu fra le donne» (Lc
1,28), poiché vedevano nel mistero
dell'assunzione un complemento della pienezza di grazia elargita alla
beatissima Vergine, e una benedizione singolare in opposizione alla maledizione
di Eva. (…)
Tra
i sacri scrittori poi che in questo tempo, servendosi di testi scritturistici o
di similitudini ed analogie, illustrarono e confermarono la pia sentenza
dell'assunzione, occupa un posto speciale il dottore evangelico, s. Antonio da
Padova. Nella festa dell'Assunzione, commentando
le parole d'Isaia: «Glorificherò il luogo dove posano i miei piedi» (Is
60,13), affermò con sicurezza che il divino Redentore ha glorificato in modo
eccelso la sua Madre dilettissima, dalla quale aveva preso umana carne. «Con
ciò si ha chiaramente - dice - che la beata Vergine è stata assunta col corpo,
in cui fu il luogo dei piedi del Signore».
Perciò scrive il Salmista: «Vieni, o Signore, nel tuo riposo, tu e l'Arca della
tua santificazione». Come Gesù Cristo, dice il santo, risorse dalla sconfitta
morte e salì alla destra del Padre suo, così «risorse anche dall'Arca della sua
santificazione, poiché in questo giorno la Vergine Madre fu assunta al talamo
celeste».(…)
(S.S. Papa Pio XII, 1º
Novembre 1950)
(I neretti sono nostri)
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