martedì 18 agosto 2015

Rapito dalla logica ignaziana

Tutta la mia vita, da quando ho coscienza di me stesso, ho provato ammirazione nel sentire un ragionamento ben fatto. Quando sentivo gli adulti ragionare secondo i canoni classici della logica - premessa maggiore, premessa minore, conclusione e via dicendo - provavo un vero e proprio entusiasmo. Eccomi con settantacinque anni. Posso dire che il mio entusiasmo per la logica è solo aumentato.

Come sapete, io ho studiato nel Collegio San Luigi, dei Padri Gesuiti. Quando il professor Costa, a quell’epoca ancora seminarista, cominciava a fare ragionamenti di carattere apologetico, lo contemplavo letteralmente incantato. Mi piaceva seguire la concatenazione degli argomenti, che andavano avanti e indietro, fino ad arrivare alla conclusione. Mi dilettavo con il suo spirito agile, docile, forte. Mi affascinava la sua intelligenza, allo stesso tempo forte e agile.

Sentivo un enorme sollievo dentro di me, come di un paralitico miracolato che potesse di nuovo camminare. Mi attraeva il modo come arrivava alla conclusione, inchiodando l’avversario contro cui stava argomentando idealmente. Si direbbe che l’avversario veniva quasi “pugnalato” dalla conclusione; e pensavo: un giorno anch’io imparerò ad argomentare in questo modo! Una cosa tanto più necessaria quanto sapevo benissimo che sarei arrivato a conclusioni con le quali la maggior parte dei miei contemporanei sarebbe stata in disaccordo.

Tutti gli “spiriti forti” che conoscevo allora erano intrisi di anticlericalismo ottocentesco: uomini baffuti, eleganti, sicuri di sé, intelligenti, autoritari. Ascoltando le loro arringhe contro la Religione, ribollivo di indignazione, ma ero ancora troppo piccolo per potere misurarmi con loro.

Vedendo come il professore - poi Padre Costa - “pugnalava” gli anticlericali con un’argomentazione molto solida, riducendoli al silenzio, pensavo che un giorno anch’io avrei fatto lo stesso. Mai la sua logica brillava tanto quanto nell' elogiare la Compagnia di Gesù e il suo fondatore, Sant’Ignazio di Loyola.

Analizzandolo con attenzione - anche perché sono sempre stato portato all’analisi psicologica delle persone - riflettevo: “Egli è brasiliano, come me. Ha formato il suo spirito nello stesso ambiente brasiliano in cui vivo. Eppure, non riscontro questo rigore di logica nei miei connazionali. Quindi, è evidente che l’ha ottenuto dalla Compagnia di Gesù, cioè da Sant’Ignazio di Loyola. Chissà  se provando ad ammirare Sant’Ignazio come lui lo ammira, riuscirò anch’io a ottenere questa grazia? Ma per questo devo essere molto puro, interamente puro, intransigentemente puro. Perché una mente così non è data a chi non è puro. Comincerò dalla purezza. Se sarò inflessibilmente puro, sono sicuro che prima o poi comincerà a sgorgare in me una logica come quella di Padre Costa, simile a quella di Sant’Ignazio. Avanti!”.

Un giorno, ascoltando una lezione di Padre Costa, qualcosa accadde in me. È come se avessi acquisito, in modo spontaneo, un’altra visione delle cose, nella quale si fondevano tutte le logiche e tutte le coerenze possibili. Non è facile descrivere cosa sia successo. Non fu certo una visione, piuttosto la sensazione di aver acquisito un dominio della logica che andava oltre la logica comune. Era una specie di “super-logica”, simile, per quanto potevo capire, a quella di Sant’Ignazio. Mi pareva di aver ricevuto da Sant’Ignazio la grazia della sua logica nella mia anima. Era come se mi avesse trasmesso qualcosa del suo spirito, pur non essendo io un suo discepolo.

Sempre attento a non presumere di me stesso, allontanai questo pensiero. Ritenevo impossibile un tale fenomeno in una persona misera come me. E non ci pensai più.

Solo molto tempo dopo, nel vedere come anch’io avevo imparato ad argomentare e a “inchiodare” gli avversari, e rendendomi conto che ciò superava le mie capacità naturali, maturai la certezza che ciò derivasse dalla grazia concessami da Sant’Ignazio di Loyola in quell’occasione. Dietro la logica vi è lo spirito logico; se vogliamo, il carisma della logica. È un carisma che mi è stato molto utile nella lotta contro la Rivoluzione, che è la negazione della logica.

Quella grazia, ricevuta quando avevo undici anni, cancellò la mia mollezza e mi mise sulla via della logica, dalla quale trassi poi la mia energia e la mia combattività.

Plinio Corrêa de Oliveira
 


(Estratti da tre riunioni: 08-04-1973, 09-11-1983 e 25-02-1988. Senza revisione dell’autore)

 




 




 




 




 

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