Uno stato d'animo elevato,
opposto al prosaicismo delle
cose
Denomino
“europeizzazione” la comprensione di ciò che l’Europa ha di bello e l’adozione
dello stato d'animo dell'europeo. Non si tratterebbe di una semplice valorizzazione delle
cose che vi sono in Europa, bensì l'acquisizione di un modo di essere ispirato a
quello europeo.
Gli europei
cercano di programmare la vita in un modo bello, con valori positivi. Prendiamo
come esempio le loro case: se c’è una finestra disponibile, vi mettono un vaso
con gerani; se c’è un giardinetto, vi piantano fiori con dei bei disegni; essendoci
un bel panorama, vengono gli artisti per ammirare, dipingere o fotografare; quindi
commentano quel panorama, ne rimangono estasiati ed espongono quadri con belle
raffigurazioni. Tutto questo penetra nella cultura del popolo.
Pertanto, vi sono brasiliani che, al contrario di questo atteggiamento d'animo, generalmente non
incorporano le cose con lo stato di spirito dell'europeo, benché anche noi
abbiamo dei panorami veramente belli. Se acquisissimo questo stato d'animo,
avremmo l'appetenza di questo tipo di piacere intellettuale. Quindi, qualcosa
di ben differente dall’appetenza della politicaggine, della sensualità, della sfrenata
tifoseria per lo sport…Sono difetti riguardo ai quali dobbiamo remare contro.
Esiste in
tutto ciò un senso religioso? Evidentemente sì, poiché le cose magnifiche della
natura ci sono state date dalla Provvidenza per elevarci a Dio. Sono immagini
della Sua sublimità. È evidente che l'atteggiamento di chiusura, di non avere l’anima aperta al sublime, porta
le persone a tutto ciò che è prosaico. Di conseguenza, rappresenta un rifiuto dell’immagine
che Dio ha posto nelle cose da Lui create. Questa chiusura nei confronti degli
aspetti sublimi delle cose rappresenta, sostanzialmente, qualcosa di
antireligioso.
Plinio Corrêa de Oliveira - 1966
(Rivista "Catolicismo",
Febbraio 2019)
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