lunedì 18 marzo 2019

Europeizzazione

Uno  stato d'animo elevato,
opposto al prosaicismo delle cose

Denomino “europeizzazione” la comprensione di ciò che l’Europa ha di bello e l’adozione dello stato d'animo dell'europeo. Non si tratterebbe di una semplice valorizzazione delle cose che vi sono in Europa, bensì l'acquisizione di un modo di essere ispirato a quello europeo.

Gli europei cercano di programmare la vita in un modo bello, con valori positivi. Prendiamo come esempio le loro case: se c’è una finestra disponibile, vi mettono un vaso con gerani; se c’è un giardinetto, vi piantano fiori con dei bei disegni; essendoci un bel panorama, vengono gli artisti per ammirare, dipingere o fotografare; quindi commentano quel panorama, ne rimangono estasiati ed espongono quadri con belle raffigurazioni. Tutto questo penetra nella cultura del popolo.


Pertanto, vi sono brasiliani che, al contrario di questo atteggiamento d'animo, generalmente non incorporano le cose con lo stato di spirito dell'europeo, benché anche noi abbiamo dei panorami veramente belli. Se acquisissimo questo stato d'animo, avremmo l'appetenza di questo tipo di piacere intellettuale. Quindi, qualcosa di ben differente dall’appetenza della politicaggine, della sensualità, della sfrenata tifoseria per lo sport…Sono difetti riguardo ai quali dobbiamo remare contro.


Esiste in tutto ciò un senso religioso? Evidentemente sì, poiché le cose magnifiche della natura ci sono state date dalla Provvidenza per elevarci a Dio. Sono immagini della Sua sublimità. È evidente che l'atteggiamento di chiusura,  di non avere l’anima aperta al sublime, porta le persone a tutto ciò che è prosaico. Di conseguenza, rappresenta un rifiuto dell’immagine che Dio ha posto nelle cose da Lui create. Questa chiusura nei confronti degli aspetti sublimi delle cose rappresenta, sostanzialmente, qualcosa di antireligioso.




Plinio Corrêa de Oliveira - 1966

(Rivista "Catolicismo", Febbraio 2019)


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