Prima della Rivoluzione francese il capello era il
tricorno, le parti ritorte della tesa erano sollevate, spesso era adornato da
bellissime piume, il tessuto era ricamato e talvolta portava anche qualche
pietra preziosa.
Nel secolo XIX si è passati al cilindro. Oggi, tale copricapo può sembrare
un lusso. In realtà, però, è appena un tubo nero. Si tratta di un pezzo di
canna fumaria…A volte era fatto con materiale molto fine. C’era, per esempio,
il cosiddetto cilindro a otto riflessi. A confronto del tricorno, però, sembra
il copricapo di un becchino. Tanto più che gli uomini si vestivano di nero,
come se fossero agenti funebri. L’unico adorno era, talvolta, una perla sulla
cravatta.
C’è stato, evidentemente, un crollo nei criteri di bellezza, anche nel
campo della moda femminile.
Dopo la Prima guerra mondiale ci fu un enorme cambiamento nella moda. Tutto
si rammollì. Il cappello a cilindro scomparve, utilizzato solo per le grandi
cerimonie, e fu sostituito dal cappello di feltro morbido. Il cappello di
feltro è ancora inferiore al cilindro. Esso è basso, ha qualcosa che si abbassa
fino all’altezza dell’uomo. Non è di seta ma di feltro molle. Quasi come se la
sua bellezza consistesse nell’essere suscettibile di essere stropicciato. C’è
una cosa curiosa nella storia della moda: prima di scomparire un costume si
ammorbidisce. Si direbbe che l’ammorbidirsi è il segno di un processo mortale.
Poi venne il berretto di lana, cioè il completo rammollimento del cappello.
Plinio Corrêa de Oliveira
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