Riposate,
Signore, nel vostro poverissimo quanto augustissimo presepio, sotto lo sguardo
della Vergine, vostra Madre, che riversa su Voi i tesori ineffabili del suo
rispetto e della sua tenerezza. Mai una creatura adorò con così profonda e
rispettosa umiltà il suo Dio. In nessun tempo un cuore materno amò più
affettuosamente suo figlio. Reciprocamente, mai Dio amò tanto una mera
creatura. E in nessun momento un figlio amò tanto pienamente, tanto
interamente, tanto sovrabbondantemente sua madre. Tutta la realtà di questo
sublime dialogo di anime può essere racchiusa in queste parole, che indicano
qui un intero oceano di felicità e che, in un'occasione ben diversa, avreste
detto un dì dall'alto della Croce: "Madre,
ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" (Giov. 19, 26). E,
considerando la perfezione di questo reciproco amore, tra Voi e vostra Madre, udiamo
il cantico angelico che si innalza dalle profondità di ogni anima cristiana:
"Gloria a Dio nel più alto dei
Cieli, e pace in Terra agli uomini di buona volontà" (Luca 2, 14).
"Pace in Terra agli uomini di buona volontà":
il succedersi complesso ma celere delle associazioni di immagini mi fa sentire
subito che in numerose occasioni dell'anno che sta finendo ho sentito parlare
di pace, e di uomini di buona volontà. Curioso... mi rendo conto di aver sentito parlare meno, e persino
molto meno, della gloria di Dio nel più
alto dei Cieli. A dir bene, quasi
non ne ho sentito parlare. Neppure
implicitamente; poiché implicitamente si parla della gloria di Dio quando
vengono affermati i suoi sovrani diritti
su tutto il creato e, per amor suo, si
rivendica l'adempimento della sua Legge da parte degli individui, delle
famiglie, dei gruppi professionali, delle classi sociali, delle regioni, delle
nazioni e di tutta la società internazionale.
Perché mai questo silenzio, mi domando io? Perché gli uomini vogliono tanto la pace? Perché
tanti uomini si vantano di avere buona volontà? E perché sono talmente pochi coloro che si preoccupano della gloria di
Dio, o mostrano di agire e combattere per essa?
In
altri termini, il fatto essenziale del vostro Santo Natale, Signore, sarebbe
soltanto la pace in Terra agli uomini di buona volontà? E la gloria di Dio nel più alto dei Cieli sarebbe, per gli uomini, un aspetto meramente collaterale, di
gran lunga minore, confuso e insipido del grande evento di Betlemme?
In
altri termini ancora, la pace degli uomini vale più della gloria di Dio? La Terra vale più del Cielo? L'uomo,
dunque, vale più di Dio? E la pace in Terra può essere ottenuta, conservata e
persino incrementata senza che abbia nulla a che vedere con la gloria di Dio?
Insomma, che cos'è un uomo di buona volontà? È soltanto colui che vuole la
pace in Terra, indifferente alla gloria di Dio in Cielo?
Tutti
questi argomenti invitano ad una approfondita analisi del cantico angelico.
Oh
ammirabile profondità di ogni parola ispirata! Tanto semplice, da essere capito
persino da un bambino, benché il cantico degli Angeli di Betlemme contenga delle
verità ai più profondi livelli. Come è vantaggioso, quindi, nutrire lo spirito
con queste parole, per partecipare debitamente alle festività del Santo Natale!
Aiutateci
con le vostre preghiere, Madre Santissima, Sede della Sapienza, affinché
illuminati dagli splendori che emanano da Gesù, possiamo capire il cantico angelico che è il più perfetto
ed autorevole commentario del Natale.
"Uomo di buona volontà": che cosa
significa questo agli occhi di tanti e tanti nostri contemporanei? Per saperlo,
basta domandarsi: buona volontà verso chi? La risposta balzerà impetuosa e
impaziente, come succede di solito quando la domanda ha qualcosa di retorico da
chiedere o è quasi lampante. Ma è ovvio, diranno molti dei nostri concittadini,
buona volontà verso il prossimo. Verso colui che, ateo o seguace di una religione, qualunque essa sia,
sostenitore della proprietà privata,
del socialismo o del comunismo, vuole che tutti gli uomini
vivano allegri, nell'abbondanza, senza malattie, senza lotte, senza rischi,
profittando al massimo possibile di questa vita: ecco un uomo di buona volontà.
Visto in questa prospettiva, l'uomo di buona volontà è un artefice della pace. Infatti,
come dice il proverbio: "Nella casa
dove manca il pane, tutti litigano e nessuno ha ragione". Quindi, in
quella dove c'è il pane tutti hanno ragione e regna la pace. Dunque, dove c'è
pane, tetto, medicinali, sicurezza, a maggior ragione esiste necessariamente la
pace. E la gloria di Dio?
Considerazioni dell' "uomo di buona
volontà" tra virgolette
Per
l'"uomo di buona volontà" inteso così, la gloria di Dio è un elemento
superfluo in quel che dice riguardo alla pace in Terra, poiché è dall'adeguato
ordinamento dell'economia che deriva
il buon ordine nella vita sociale e politica, e quindi la pace.
"Superfluo" è dir poco, riguardo alla gloria di Dio in Cielo,
considerata in funzione della pace in Terra. Siccome alcuni uomini credono in
Dio, e altri no, e siccome tra coloro che credono c'è una diversità nel modo di
intendere Dio, Egli può agire come un
pericoloso fautore di divisioni, dissensi e polemiche. Dio è un Signore fin troppo compromesso da
migliaia di anni nelle polemiche, perché si parli di lui ad ogni momento. Per avere pace in Terra è meglio non
mettersi a parlare con frequenza di Dio e della sua gloria in Cielo.
Per di
più... il Cielo è così vago, così lontano, così incerto! Che di esso parlino
gli Angeli va bene, anche perché ci abitano. Ma noi uomini prendiamoci cura della Terra.
Per l'
"uomo di buona volontà", unire la gloria celeste alla pace terrestre
è qualcosa di tanto sbagliato, superfluo e carico di fattori bellici quanto,
per esempio, è imprudente unire la Chiesa allo Stato. La chiesa libera dallo Stato e lo stato libero dalla Chiesa, ecco un
anelito molto tipico dell' "uomo di buona volontà". La pace
terrena libera da implicazioni religiose, e Dio nel suo Cielo e nella sua gloria, a braccia conserte che
sorride alla Terra in pace, a una tale distanza che non vi arrivi neanche la
navicella "Apollo", ecco
l'ideale dell' "uomo di buona volontà".
Queste
sono le considerazioni dell' "uomo di buona volontà" tra virgolette,
il cui cuore si trova lontano dal Cielo e il cui sguardo è rivolto soltanto
verso la Terra.
Quanto divergono, però, dal significato proprio e naturale del
cantico angelico!
In
effetti, se il Natale dà gloria a Dio nel più alto dei Cieli e simultaneamente
è la fonte della pace in terra agli uomini di buona volontà - e fu appunto ciò
che gli angeli proclamarono in Cielo - non
si può dissociare una cosa dall'altra. Senza
che gli uomini diano gloria a Dio, non c'è pace nel mondo. E la guerra,
considerata come aggressione colpevole, è incompatibile con la gloria di Dio.
Voi,
Signore Gesù, Dio fatto uomo, siete tra gli uomini il Principe della Pace. Senza di Voi la pace è una menzogna e,
alla fine, tutto si converte in guerra. E poiché gli uomini non lo capiscono,
cercano in tutti i modi la pace, ma la pace non abita tra loro.
Che
cos'è allora l'uomo di buona volontà, se non colui che ama il prossimo? Sarà
forse chi odia il suo prossimo?
Al
fariseo, che Vi chiamò buon Maestro, domandaste: "Perché Mi chiamate buono, se solo Dio è buono?" (cf. Luca 18,
19)? Se solo Dio è buono, la buona
volontà autentica è quella che si
volge intera verso Dio e ama il
prossimo, non per il mero amore del
prossimo, ma per amor di Dio. L'uomo è fatto in modo
tale che non può amare il prossimo per il prossimo. O lo ama per amore di sé stesso, e questo è egoismo; o lo ama per amor di Dio, e questo sì, è vero
amore.
Di
conseguenza, la "buona volontà" indifferente alla questione religiosa
e la pace terrena che tende a instaurare non
sono né buona volontà autentica, né vera pace. E il falso "uomo di buona volontà" è in ultima analisi un
seminatore di guerre e un artefice di rovine.
Ma, qualcuno
dirà, Gesù come può essere il fondamento della pace, se nessuno come Lui ha
suscitato tanto odio? La plebaglia, che da Lui era stata colmata di benefici
spirituali e materiali di ogni genere, gli preferì Barabba, un bandito. Non è
odio, questo? Gli imperatori mossero
contro Lui atroci persecuzioni. Gli ariani mobilitarono contro di Lui tutte le
potenze della Terra. Poi vennero i maomettani. E poi, e poi, tutte le grandi
ondate della Storia, fino al nazismo e
al comunismo. Peraltro, aggiungerebbe forse qualcuno, Simeone espresse bene
questa verità, profetizzando che lungo la Storia Egli sarebbe stato una pietra
di scandalo, un segno di contraddizione per la morte e risurrezione di molti
(cf. Luca 2, 34). Egli stesso disse di
sé che portava sulla Terra la spada (cf. Mat. 10, 34).
Per
quanto tutto ciò sia buono, argomenterebbe un "uomo di buona volontà"
tra virgolette, la vera pace, cioè una piena e completa smobilitazione degli
spiriti, un'intera cessazione non
solo di tutte le guerre ma di tutte le polemiche, non è possibile con Gesù
Cristo. La pace è autentica soltanto
quando rimuove tutte le controversie, incluse quelle a cui Gesù Cristo -
senza colpa propria, concede l' "uomo di buona volontà" - fornisce l'occasione.
Davvero?
Replicherebbe un autentico uomo di buona volontà, cioè un uomo che ama Dio con
tutta la sincerità della sua anima. In questo caso, è per burla che la
Scrittura chiama Gesù Cristo Principe della Pace (cf. Is. 9, 6) e la Chiesa,
facendo eco al Battista (cf. Giov. 1, 29, 36), Lo presenta come un mansueto
Agnello al quale gli uomini devono chiedere il dono della pace: "Agnus dei, qui tollis peccata mundi, dona
nobis pacem"? Oppure è perché la vera pace non esclude la lotta del
bene contro il male, la polemica tra la luce e le tenebre, il perpetuo calcagno
della Vergine senza macchia sulla testa del Serpente, l'ostilità tra la stirpe
della Vergine e la razza del Serpente? La
pace è l'ordine di Cristo nel Regno di Cristo. Essa ha, dunque, come condizione
la lotta dei seguaci di Cristo contro i nemici di Cristo. La pace di Cristo
non si identifica in nessun modo con la
falsa pace, quella senza lotte né
polemiche, del sedicente "uomo di buona volontà".
Dal
vostro Santo Natale, o Dio-Bambino, abbiamo appreso tre grandi lezioni. Abbiamo
imparato che non c'è pace in Terra senza di Voi. Che l'autentico uomo di buona
volontà non è colui che ama l'uomo per l'uomo, ma colui che lo ama per amor
Vostro. E che la vostra Pace include la cessazione di tutte le lotte tranne la vostra incessante e gloriosa
guerra contro il Demonio e i suoi alleati, il mondo e la carne.
Vergine
Maria, Mediatrice di tutte le grazie, inchinata in adorazione al Dio-Bambino,
otteneteci una piena compenetrazione di
tutte queste verità. E permettete che nella prospettiva da esse svelata,
cantiamo con Voi e con tutte le creature celesti e terrene di cui siete Regina:
"Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e Pace
in Terra agli uomini di buona volontà".
Plinio Corrêa de Oliveira
(Trascritto dalla rivista "Catolicismo", Dicembre
1963)
(I grassetti sono nostri)
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