mercoledì 16 dicembre 2015

L’autentico pensatore dev’essere anche un osservatore della realtà palpabile di tutti i giorni





Fu nel mensile "Catolicismo" che ho creato e mantenuto, per diversi anni, la rubrica "Ambientes, Costumes, Civilizações", da molti indicata come l’espressione ricca e originale di una scuola di elaborazione intellettuale. Questa rubrica constava dell’analisi comparativa di aspetti del presente e del passato, avendo come oggetto monumenti storici, fisionomie caratteristiche, opere d’arte o di artigianato, presentati al lettore attraverso fotografie.





Tali analisi, fatte alla luce dei princìpi che ho esplicitato in "Rivoluzione e Contro-Rivoluzione", mirava a mostrare che la vita di tutti i giorni, nei suoi aspetti apicali o correnti, è suscettibile di essere penetrata dai più elevati princìpi della filosofia e della religione. E non solo penetrata, ma anche utilizzata come mezzo adeguato per affermare oppure, talora, per negare tali princìpi, per certo in modo implicito, ma insinuante ed efficace
In modo tale che, spesso, le anime sono modellate molto di più dai princìpi vivi che pervadono e imbevono gli ambienti, i costumi e le civiltà, che dalle teorie, talora stereotipe e perfino mummificate, prodotte trascurando la realtà in qualche isolato luogo di lavoro o messe in letargo in qualche polverosa biblioteca.
Da ciò la tesi di "Ambientes, Costumes, Civilizações" consistente nel fatto che l’autentico pensatore dev’essere anche, normalmente, un osservatore che analizza la realtà concreta e palpabile di tutti i giorni. Se cattolico, questo pensatore deve inoltre cercare di modificare questa stessa realtà nei punti in cui contraddica la dottrina cattolica.

                                  















Nessun commento:

Posta un commento