mercoledì 2 aprile 2008

Omaggio di Fedeltà al Papa

«Non è con il mio entusiasmo da giovane, che mi pongo oggi dinanzi alla Santa Sede. È con un entusiasmo più grande ancora, molto maggiore. Poiché man mano che vivo, penso e acquisisco esperienza, capisco e amo di più il Papa e il Papato. (...)

Mi ricordo ancora le lezioni di catechismo in cui mi spiegarono il Papato, la sua istituzione divina, i suoi poteri, la sua missione. Il mio cuore di bambino (avevo solo 9 anni) si colmò di ammirazione, di trasporto, di entusiasmo: avevo trovato l'ideale a cui mi sarei dedicato per tutta la vita. Da quel giorno, l'amore a quell'ideale non fece altro che crescere. E supplico la Madonna che lo faccia crescere in me sempre e sempre più, fino al mio ultimo sospiro. (...)

E questo amore al Papato (...) non è in me un amore astratto. Esso include un amore speciale alla persona sacro santa del Papa, sia colui di ieri, di oggi o di domani. Un amore di venerazione. Un amore di ubbidienza. Sì, insisto: di ubbidienza. Voglio dare ad ogni insegnamento di questo Papa, nonché dei suoi antecessori e successori, quell'intera misura di adesione che la dottrina della Chiesa mi prescrive, considerando infallibile ciò che Essa ordina che si consideri infallibile, e tenendo per fallibile ciò che insegna che è fallibile. Voglio ubbidire agli ordini di questo o di qualunque altro Papa in tutta la misura in cui la Chiesa comanda che siano ubbiditi. Cioè, non sovrapponendogli mai la mia volontà personale, né la forza di qualsiasi potere terreno, e rifiutando l’ubbidienza soltanto, assolutamente soltanto a un ordine del Papa che supponesse il peccato. Poiché in un tale caso estremo, come ce lo insegnano tutti i moralisti cattolici - ripetendo le parole dell'Apostolo San Paolo - dobbiamo porre al di sopra di tutto la volontà di Dio.

Questo è ciò che mi fu insegnato nelle lezioni di catechismo. Fu quel che lessi nei trattati che studiai. Così la penso, così la sento, così sono. E lo faccio di tutto cuore.»

(Plinio Corrêa de Oliveira - Articolo pubblicato sul giornale "Folha de São Paulo" del 12/7/1970, intitolato "La perfetta allegria")

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