venerdì 25 settembre 2015

La tigre, agilità unita alla sorpresa


Se qualcuno dicesse che la tigre è il re della selva, non corrisponderebbe al vero. Per quale ragione? Perché essa non è, per sua natura, un animale che domina e dotato di un istinto per comandare. La tigre può essere ammirata sì, ma per altri attributi. È una sfruttatrice di opportunità, un'avventuriera che sa cogliere le occasioni. È dotata di forza e si impone; ma la sua forza è quella dei muscoli.


Qualcuno potrebbe domandare: “Ma la tigre sarebbe allora una “proletaria del regno animale?”

In realtà, la tigre è una grande dame che si impone all’ammirazione, ma non presuppone l’obbedienza. Si impone per la paura causata dal suo modo di essere. Chi la vede passare con quel muso e quel suo passo circospetto, è portato a pensare: di colpo potrebbe prepararsi a qualche sorpresa!


Benché sia un animale irrazionale, la tigre manifesta un atteggiamento in cui sembra fissare i nostri occhi. Il leone non è così, ma la tigre mi da l’impressione che ci stia scrutando. Se io dovessi pensare come affrontare una tigre, incomincerei con l'evitare il suo sguardo, perché mi pare che questa belva percepirebbe i miei pensieri. Le sorriderei? Neppure, perché temerei di presentarle un'altra mia fisionomia, il che la provocherebbe ad attaccarmi. La prima misura che prenderei di fronte ad essa, nel caso che non potessi fuggire, sarebbe mantenere la maggiore immobilità e tranquillità, qualsiasi fosse il pericolo, sino a mettermi abilmente in una posizione sicura.

Questa è l’agilità della tigre, che simboleggia innanzitutto l’agilità nel percepire la mente umana. Sembra captare le cose fugaci, le sfumature, i pericoli e i movimenti. Insomma, si ha l’impressione che la tigre percepisca in qual modo sarà attaccata. Invece il leone no; non guarda neanche l’avversario che sta affrontando, come è proprio ai re degli animali. Attacca e lo liquida.

La tigre denota l’agilità unita alla sorpresa. Una delle più elevate forme di agilità è quella di sapere usare il fattore sorpresa. Quando cammina lentamente nella foresta, finge di non aver visto la preda e di allontanarsi. Quando la preda crede che se ne stia andando, la tigre si gira e salta sulla vittima. Ha finto per poter attaccare con sicurezza.

Come in molte cose della vita, spetta a noi avere molta vigilanza per discernere queste doti istintive della belva.

Plinio Corrêa de Oliveira

(15 Settembre 1988, senza revisione dell’autore)   

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