martedì 26 febbraio 2019

FEBBRAIO: C'è posta per voi...

Cari amici, 
pensando di farvi cosa utile e gradita, vi elenchiamo di seguito i più recenti aggiornamenti del sito Web www.pliniocorreadeoliveira.it.
Qualora non desideraste ricevere ulteriori comunicazioni, vi invitiamo ad inviare una e-mail vuota, all’indirizzo webmaster@pliniocorreadeoliveira.it indicando nell’oggetto “cancellami”.

                             Cordiali saluti
                             Umberto Braccesi

Aggiornamenti ed alcune opportune riletture:

1. Verità dimenticate
SIETE LA GRANDE CORRUZIONE, PERCHÉ STATE NEL MEZZO
“Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo"...

2. Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
LA RIVOLUZIONE TOTALE
La Rivoluzione culturale in corso, chiamata anche Rivoluzione totale, è una sorta di immensa coalizione di tutti i ribelli in lotta contro ogni aspetto dell’ordine dell’universo...

IL SECOLO DELLA MORTE, DELLA GUERRA E DEL PECCATO
La guerra, la morte e il peccato si apprestano a devastare nuovamente il mondo, questa volta in proporzioni maggiori che mai...

https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2019/02/il-secolo-della-morte-della-guerra-e.html


3. Tu es Petrus

SULLA DIFESA DELLA VERITÀ RIVELATA DA GESÙ

Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni...

https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2019/02/sulla-difesa-della-verita-rivelata-da.html


4. Ambienti, Costumi, Civiltà

TRA IL SOGNO E IL SONNO...

La Storia è, nell’anima degli uomini, un movimento pendolare tra il sogno e il sonno. Nella Storia dei popoli, ci sono momenti in cui il sonno anticipa il sogno, ed altre in cui il sogno ha la precedenza...

https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2019/02/tra-il-sogno-e-il-sonno.html  


5. Articoli, Interviste, Conferenze

RITORNO ALLA TORRE DI BABELE?

Tanto uomini di sinistra come di centro oppure di destra, cattolici, protestanti, scismatici, ebrei, buddisti, musulmani, spiritisti, atei, sono affluiti in grande numero per applaudire Giovanni Paolo II, in un tumultuoso moto di gioia...

https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2019/02/ritorno-alla-torre-di-babele.html


6. Pagine di Storia

SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE E LE SUE CONSEGUENZE...

...il giudizio di Plinio Corrêa de Oliveira.

https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2019/02/sulla-prima-guerra-mondiale-e-le-sue.html


7. Un “Santo do dia”

LA CROCE, VESSILLO DI BATTAGLIA (prima parte)
La «Lettera circolare agli Amici della Croce» cattura la mia attenzione sin dal suo inizio: un titolo così glorioso per un’opera talmente breve che l’autore ha voluto darle la forma di una lettera. Ovviamente, S. Luigi Grignion aveva in vista...

LA CROCE, VESSILLO DI BATTAGLIA (seconda parte)
Ecco un altro brano della «Lettera circolare agli Amici della Croce»:
“Amici della Croce, alunni di un Dio crocifisso! Il mistero della Croce è sconosciuto ai Gentili, respinto dagli Ebrei e disprezzato dagli eretici e dai cattivi cattolici. Eppure è questo il grande mistero che dovete apprendere sperimentalmente alla scuola di Gesù Cristo e che solo da lui potete imparare...

LA CROCE, VESSILLO DI BATTAGLIA (fine)
Questo brano mi piace tanto, perché ha un senso profondissimo di saggezza e di realtà. San Luigi dice così: se gli Amici della Croce saranno fortemente uniti da un’unione delle menti e dei cuori – cioè un’unione di princìpi, di spirito e di volontà – tale unione sarà infinitamente più forte e più formidabile contro il mondo e il demonio...

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SANTA FRANCESCA ROMANA - 9 MARZO

SANT'EULOGIO DI CORDOBA - 11 MARZO

SAN CLEMENTE MARIA HOFBAUER - 15 MARZO

SAN PATRIZIO - 17 MARZO

SAN GIUSEPPE, MARTIRE DELLA GRANDEZZA - 19 MARZO
Lo sposo deve essere proporzionato alla sposa. Orbene, chi è la Madonna? E’ di gran lunga la più perfetta delle creature, il capolavoro dell’Altissimo...

SAN NICOLA DELLA FLUE - 21 MARZO

SAN TURIBIO DE MONGROVEJO - 23 MARZO

ANNUNCIAZIONE ALLA VERGINE SANTISSIMA - 25 MARZO
Questo brano del Vangelo è pieno di contenuti interessantissimi. In primo luogo, l’anonimato in cui viveva la Sacra Famiglia, l’anonimato della stessa città. Dall’alto del Cielo, giunta la pienezza dei tempi...






domenica 24 febbraio 2019

Tra il sogno e il sonno…

Riflessioni del Dottor Plinio tratte da
A Cavalaria não morre”,
una squisita raccolta a cura di Leo Daniele

La Storia è, nell’anima degli uomini, un movimento pendolare tra il sogno e il sonno. Nella Storia dei popoli, ci sono momenti in cui il sonno anticipa il sogno, ed altre in cui il sogno ha la precedenza. Quindi, i sogni e le aspirazioni sono la forza motrice della Storia. Modificando l’ingranaggio delle aspirazioni, si modifica il corso della Storia.
Infatti, tutte le nazioni camminano verso l’idea di uno stato perfetto, di una società perfetta, di un ordine di cose perfetto: è, nel dire degli antichi, la ‘Città perfetta’.

Il Paradiso che non c’è più
Il Paradiso terrestre era la partecipazione di tutti alla somiglianza con Dio. Era il genere umano che, ad ogni passo, avrebbe distillato più famiglie, più nazioni, più regioni, più bellezze, più architetture, più splendori. Si trattava di andare avanti di ogiva in ogiva, di organo in organo, sino a un punto che non si riesce ad immaginare. Un camminare in consonanza, verso una santità sempre maggiore, sempre maggiore, sino alla glorificazione finale.
L’uomo, trasferito in questa terra, perse tutto ciò che perse, ma in un certo senso guadagnò qualcosa. È pur vero che la lotta gli divenne più ardua e l’eventualità di dover combattere racchiude una molto maggior sofferenza. Ma ecco che, nell’apice di questa lotta si pone il Verbo di Dio, che morì per noi e ci ha riscattati: fu la lotta delle lotte, la tragedia delle tragedie, la sublimità delle sublimità. Oh felix culpa! L’Umanità ricevette da Lui l’esempio di come lottare, guerreggiare, opporsi e non conformarsi.

La Terra deve ricordare il Paradiso
L’uomo, creato per il paradiso terrestre, e per uno stato di integrità che perse a causa del peccato, avverte, nel più profondo di sé stesso, una forte appetenza a quelle condizioni precedenti, dalle quali, secondo il piano divino, non avrebbe dovuto mai allontanarsi.
La tendenza a ciò che genericamente potremmo chiamare, in maniera impropria, il paradisiaco, palpita, quindi, in fondo ad ogni uomo, come una forza ardente e che non può essere attutita. Questa forza si fa sentire dentro di lui, in ogni momento, benché con gradi e forme diverse, e si mescola, ora in modo cosciente ora inconsciamente , in tutto ciò  che egli appetisce, pensa o vuole.
Orientata dalla Fede, elevata dalla grazia, sviluppata secondo le norme della morale cattolica, questa appetenza del paradisiaco costituisce una forza indispensabile e fondamentale per accrescere la dignità dell’uomo in tutti i suoi aspetti. Questa appetenza lo invita ad elevare e modellare la propria anima, nonché a migliorare quanto possibile le condizioni della sua esistenza terrena, e soprattutto lo invita ad aspirare il Cielo e a pensarvi con frequenza.

Il sogno della Cristianità
[Osservando la Storia] All’improvviso sorge un popolo che si definisce nei confronti dei suoi parenti più prossimi e (…). E da quel momento inizia il cammino di maturità in maturità, di verità in verità, di bene in bene, di bello in bello, verso l’eccellenza da esprimere e realizzare nella Storia a cui era stato chiamato da Dio.
La vera Cristianità, nella misura del possibile,  è simile ad uno specchiarsi folgorante dell’ordine paradisiaco e dell’ordine angelico fra gli uomini.  La Cristianità non è in nessun modo soltanto la società idealmente ben organizzata, nella quale tutto funziona bene. È molto più di questo. Rappresenta quell’ordine di cose in cui lo spirito umano salì sublimemente in alto e che si esprime in simboli nei quali l’uomo giudica superata tutta la bellezza contenibile in questa terra e si ricorda del Paradiso terrestre; non interamente sazio della bellezza del Paradiso terrestre si ricorda del Cielo. Il codice perfetto della condotta umana è questa Legge, tutti i problemi ideologici e morali dell’umanità si risolverebbero a fondo. Se, invece, tutti gli uomini violassero questa Legge, l’umanità si autodistruggerebbe in poco tempo.
Noi vogliamo un’epoca che sta al Medio Evo come questo stava all’era di Costantino, che gli fu anteriore. Aspiriamo ad una cultura in cui tutto sia concepito in funzione dei gradi di perfezione, il tutto ordinato verso il sublime nel suo rispettivo genere. Più della gloria delle anime, noi vogliamo la gloria di Dio. Non dobbiamo adoperarci per una specie di mera filantropia soprannaturale.

Sogni Imperiali
Il Sacro Impero fu un sogno. Colui che credette al suo sogno e lo realizzò fu Carlo Magno. La Spagna e la Compagnia di Gesù portarono la Contro-Riforma simultaneamente lontano e meno lontano di quanto dovevano. Se avessero sognato di più sarebbero andati più lontano. Carlo V non sognò. Egli diresse un impero da sogno con l’anima di un uomo che non sogna. Tutti sognavano grandi cose per lui, ma lui non sognava affatto. Sventurato, era un uomo che non credeva nel sogno che incarnava.

Sogni orientali
Vi è qualcosa nel lusso orientale che impregna l’anima di tutto un popolo. Non fu un nababbo che immaginò il tappeto persiano. Ne i suoi disegni, ne i colori, ne l’arte della sua fabbricazione. Beati i modesti artigiani che ai margini del Caspio fanno questi tappeti; loro sognano tappeti e con ciò sono più felici del nababbo che usa il tappeto. Loro sono i nababbi del sogno.

Francia paese di sogno
Francia, questo sogno che pone il mondo a sognare … Si può dire che la Francia è dotata di una forza elicoidale che la fa elevare, elevare sempre più e che è il sogno. La Francia che non sogna è la periferia di sé stessa.

Il sogno delle navigazioni
Ogni popolo ha il suo sogno. È una percezione suggerita dal più profondo della realtà che è presente in tutti in funzione di una missione data a tutti, e che tutti hanno una tendenza profonda da realizzare. Un esempio bellissimo del sogno furono le navigazioni portoghesi. Ad un certo momento si installa nella mente degli abitanti di quella piccola nazione la necessità di dover scoprire il mondo, devono conquistare il mondo. I castelli precedono i loro passi.
Quando una nazione o un’anima è nel pieno impulso, nel pieno slancio del sogno, tutto sorride, sono tutte benedizioni, sono tutte grazie. Quando una nazione smette di sognare, tutto le si complica.
Don Sebastião fu generato dalla speranza e dalla nostalgia. Camões geme ormai, perché il Portogallo non sognava più. “Os lusíadas” fu un richiamo laico per vedere se risvegliava un popolo la cui fede dormiva e solo poteva essere svegliato da una voce molto più altisonante di quella di Camões.

Un Brasile di sogno
Il Brasile è un grande libro bianco dove la mano degli uomini deve scrivere una storia di eroismo. Qui tutto invoca un futuro di eroismo e di gloria. Sono montagne fatte per la lotta in cui l’astuzia ha un grande ruolo. Per facilitare la nostra bontà, la Provvidenza, nella sua generosità enorme, ci ha dato dei sovrappiù colossali. Infatti, la nostra bontà non è fatta di abilità, ma è vissuta con abilità. Questo fatto rende l’abilità, che facilmente prende arie machiavelliche, simpatiche.
Un popolo è grande solo quando cambia i suoi difetti nativi per il loro opposto. Per quanto riguarda ai nostri difetti nativi, o sono messi sotto la frusta, o ci pongono sotto la frusta. La capacità di conquista che caratterizza il Brasile è la bontà. Ma se questa bontà si stagna nella dolcezza, marcisce.
Il nostro popolo agile, intuitivo, sommamente abituato ad accompagnare i va e vieni politici, coglie in un solo sguardo tutta una narrativa storica ingarbugliata, purché il filo conduttore dei fatti sia alla sua portata. Infatti, la destrezza è la via di uscita che l’intuizione presenta per le situazioni complicate.
Vogliamo un Brasile veramente brasiliano? Facciamo di lui un Brasile veramente cattolico. Vogliamo uccidere la vera anima del Brasile? Sradichiamo la sua Fede.

Un mondo di sogno
La Storia è il Creato che cammina per realizzare in sé la perfezione alla quale fu destinato. È cosa certa che nell’ordine tendenziale dell’uomo, prima del peccato originale, c’era un universo di tendenze rette; dopo la caduta, rimasero ancora molte di queste tendenze, portando l’uomo ad aspirare a cose analoghe a quelle del Paradiso. Quindi, rimase nell’uomo una nostalgia del paradisiaco, non solo del paradiso celeste, ma pure di una vita terrena con un tocco paradisiaco.
Dicendo paradisiaco, non intendo solo ciò che è delizioso e nemmeno principalmente il delizioso, bensì la cosa splendidamente ornata, ordinata, vera, buona, bella, secondo le esigenze dell’ordine materiale delle cose, create da Dio per la sua propria Gloria, e a causa di questo sommamente simile a Dio all’interno della propria sfera.

…Prevedendo un futuro di sogno
Ci fu un tempo in cui la Storia del mondo potè essere chiamata “Le gesta di Dio per mezzo dei francesi” (pag.61 Nota 12)
Verranno giorni in cui si scriverà “L’epopea di Dio fatta dai brasiliani”. Il Brasile è, per così dire, il principe ereditario del mondo contemporaneo. La missione provvidenziale del Brasile consiste nel crescere all’interno delle sue proprie frontiere, nello sdoppiare gli splendori di una civiltà genuinamente cattolica, apostolica , romana ed illuminare amorevolmente tutto il mondo con la fiaccola di questa grande luce che sarà in effetti il “Lumen Christi” che la Chiesa irradia.
Se un giorno il Brasile sarà grande, lo sarà per il bene di tutto il mondo. Il Brasile non sarà grande per la conquista, ma per la Fede; non sarà ricco per i soldi tanto quanto per la generosità.

Il sogno una forma elevata di discernimento
Tra gli uomini ci sono quelli che non sognano, mentre esistono persone che ingurgitano falsi sogni; e, infine, ci sono coloro che sognano il bene. Non si può dire che il sogno sia una mera immaginazione. Il sogno è un elevato discernimento della verità per ciò che essa ha di più ragionevole, di più santo e di più bello.
L’uomo che sogna senza fiducia o sogna cose che la Provvidenza non desidera, questo è uno sciocco. Ma l’uomo che ha presentimenti di ciò che la Provvidenza desidera, e sogna quello che, pregando, spera ottenere, questo può essere un Uomo di Dio.

Sognare è un’arte
Il Cielo è la piena realizzazione del sogno dell’uomo. Esprimere in termini d’arte un sogno è una delle forme più elevate del pensiero umano.
È necessario  saper sognare la realtà. L’apparente impraticabilità dei più osati ed estremi sogni apostolici, non impedirà una vera risurrezione, se Dio avrà pena del mondo e il mondo corrisponderà alle grazie di Dio.

Sognare è desiderare
O si sogna o non si vive. La grande atmosfera del sogno prepara l’anima alla fede. Quindi l’anima con fede riceve questa preparazione e dall’interno della fede vola verso la santità. Così si raggiunge l’Assoluto. Così non si è ciechi di Dio.
La sana opinione pubblica non è sognatrice nel senso di fabbricare delle utopie o delle chimere; ma perché aspira alle realtà più elevate e subordina a queste le più basse, le vuole tutte eccellenti, verissime, magnifiche e bellissime.
Gli uomini che hanno desideri [il profeta Daniele è soprannominato “Desideriorum vir”, “L’uomo dei desideri”] purché si incontrino tra loro, anche se per un breve tempo, suscitano lungo la Storia un’opinione collettiva. Direi quasi che si capiscono a vicenda persino quando non si conoscono.
Si può e si deve sognare la battaglia, sognare il dolore, sognare la lotta, sognare l’olocausto dando così un significato alla vita. È quel che dà il tonus alla vita.

Il sogno è ciò che sistema le cogitazioni e le vie dell’uomo
Dio dice, nella Sacra Scrittura: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, nemmeno i vostri cammini sono i miei cammini”. Le aspirazioni profonde degli uomini non erano quelle Sue. Dunque le vie e le cogitazioni non potevano essere le stesse. Per l’anima retta, l’olocausto è un sogno, e il sacrificio non ha il significato di un incubo.

L’uomo abbandona il sogno
L’uomo lascia il sogno, come il figlio abbandona la casa paterna. Nella Rivoluzione Francese il mondo del sogno fu respinto come si spazza via l’acqua e si realizzò l’attuale ordine di cose senza il sogno.

Plinio Corrêa de Oliveira

(Brani tratti da “A Cavalaria não morre”, senza revisione dell’autore)



 Neuschwanstein, un castello da sogno


venerdì 22 febbraio 2019

Sulla prima Guerra mondiale e le sue conseguenze...

...il giudizio di Plinio Corrêa de Oliveira

Lo scopo di questo articolo è quello di illustrare il giudizio 
del prof. Plinio Corrêa de Oliveira sulla prima Guerra mondiale e le sue conseguenze, attraverso alcuni suoi scritti.

lunedì 18 febbraio 2019

Il secolo della morte, della guerra e del peccato

La guerra, la morte e il peccato si apprestano a devastare nuovamente il mondo, questa volta in proporzioni maggiori che mai.

Nel 1513 il talento incomparabile di Dürer li rappresentò sotto forma di un cavaliere che parte per la guerra, completamente rivestito della sua armatura, e accompagnato dalla morte e dal peccato, quest'ultimo rappresentato da un unicorno


La retrospettiva che dobbiamo ricordare, 
se vogliamo farci una idea esatta dei giorni che stiamo vivendo...

Leone XIII, nella sua lettera apostolica Pervenuti all’anno vigesimo quinto [19-3-1902], insegna che il mondo contemporaneo, con il suo progresso, le sue crisi, la sua opulenza e la sua debolezza, è figlio di due influenze non solo diverse, ma perfino contrastanti. Da un lato la civiltà cristiana, costruita dalla Chiesa sulla grande base delle virtù di fede, castità, disciplina ed eroismo, che i missionari dell'Alto Medioevo piantarono nell'anima rude dei barbari, e d'altro lato il mondo scettico, sensuale, egoista e ribelle, che nacque con l'eresia di Lutero, si affermò con la Rivoluzione francese, e cerca oggi di giungere, con il trionfo del comunismo, alla realizzazione di uno stato di cose pienamente conforme alle sue più fondamentali disposizioni spirituali.

domenica 17 febbraio 2019

Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo


“Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo.

Dovreste credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi.

Dovreste parlare della Grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano.

Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l’uomo e l’umanità.

Portare il nome di Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome di Pilato.

Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il mondo. Siete maestri del compromesso e marciate col mondo.

Io vi dico: fareste meglio ad andarvene col mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di questo mondo”.

Sant'Atanasio




lunedì 11 febbraio 2019

La Rivoluzione totale

La Rivoluzione culturale in corso, chiamata anche Rivoluzione totale,
una sorta di immensa coalizione di tutti i ribelli
in lotta contro ogni aspetto dell’ordine dell’universo.
Si parla di un “neoproletariato” multiforme.

venerdì 8 febbraio 2019

SULLA DIFESA DELLA VERITÀ RIVELATA DA GESÙ


LETTERA ENCICLICA
MORTALIUM ANIMOS
DI SUA SANTITÀ
PIO XI

AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI
ED AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI
CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA

(Brani scelti)

Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.

Forse in passato non è mai accaduto che il cuore delle creature umane fosse preso come oggi da un così vivo desiderio di fraternità — nel nome della stessa origine e della stessa natura — al fine di rafforzare ed allargare i rapporti nell’interesse della società umana. Infatti, quantunque le nazioni non godano ancora pienamente i doni della pace, ed anzi in talune località vecchi e nuovi rancori esplodano in sedizioni e lotte civili, né d’altra parte è possibile dirimere le numerosissime controversie che riguardano la tranquillità e la prosperità dei popoli, ove non intervengano l’azione e l’opera concorde di coloro che governano gli Stati e ne reggono e promuovono gli interessi, facilmente si comprende — tanto più che convengono ormai tutti intorno all’unità del genere umano — come siano molti coloro che bramano vedere sempre più unite tra di loro le varie nazioni, a ciò portate da questa fratellanza universale.

Un obiettivo non dissimile cercano di ottenere alcuni per quanto riguarda l’ordinamento della Nuova Legge, promulgata da Cristo Signore. Persuasi che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi sentimento religioso, sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune dottrine, come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione.

[...] Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio.

[...] Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 6 gennaio, festa della Epifania di N.S. Gesù Cristo, l’anno 1928, sesto del Nostro Pontificato.

PIUS PP. XI 




(I grassetti sono nostri)



mercoledì 6 febbraio 2019

Ritorno alla torre di Babele?


Dall'archivio, tanti aspetti di molta attualità...
Nel mio ultimo articolo ho analizzato un aspetto della reazione del pubblico brasiliano di fronte alla personalità di Giovanni Paolo II. Si tratta di una reazione molto estesa, poiché, come enormi vibrazioni, ha percorso vaste masse umane in tutti i settori della opinione pubblica. Tanto uomini di sinistra come di centro oppure di destra, cattolici, protestanti, scismatici, ebrei, buddisti, musulmani, spiritisti, atei, sono affluiti in grande numero per applaudire Giovanni Paolo II, in un tumultuoso moto di gioia.
Questo fatto lasciava intravedere, nelle masse spaventate e variamente torturate dei nostri giorni, la speranza che, a contatto con le doti personali - personalissime - di Papa Wojtyla, avrebbero ricevuto, unitamente a effluvi di ottimismo, di allegria, di semplicità e di salute, un peculiare know-how per risolvere, secondo formule inedite, i problemi di ogni individuo, di ogni famiglia, della nazione intera.
Certamente, nell'animo dei cattolici non vi era solamente questa speranza, ma anche la convinzione che Karol Wojtyla è il successore di Pietro. Ma questa nobile convinzione, fondata sulla fede, era un denominatore comune specifico dei cattolici. Tra cattolici e non cattolici, il denominatore era, il più delle volte, Karol Wojtyla, come persona splendente di specifiche doti individuali; e l'ansia di ricevere, nel profondo abisso della afflizione in cui si trovano, qualcosa che sazi il loro desiderio di serenità, di pace e di abbondanza. Crisi di afflizione – ansie di felicità: l'alternativa è molto divaricante. Dal fondo di queste ansie di benessere, di pace, di serenità, che facevano palpitare milioni di petti umani raccolti vicino a Giovanni Paolo II, mi è parso venire alla luce, attraverso il gioco stesso di questa tensione, il sogno utopistico di una completa felicità terrena, che tanti dei presenti speravano di ottenere, meno da Giovanni Paolo II che da Karol Wojtyla.

Tale ansia mi ha lasciato così preoccupato, poiché si presenta con un potenziale di ingenuità e una precarietà emotiva della quale qualche demagogo potrà trarre, in qualsiasi momento, sinistro partito.
La concordia senza macchia, la pace perfetta ed eterna fra tutti gli uomini, tutte le nazioni e tutte le dottrine, la felicità totale non sono di questo mondo. In questa terra di esilio, le privazioni, i contrasti, le catastrofi sono inevitabili; e una visione cristiana della vita porta, nello stesso tempo, a limitarle per quanto possibile, e a rassegnarsi a esse perché inevitabili.

Questa dura lezione, così sgradita al neopagano dei nostri giorni, la ricordo in un testo aureo di san Luigi Maria Grignion di Montfort, l'incomparabile apostolo della devozione alla Madonna.
Trattando della eterna lotta tra la Vergine e il serpente, egli ci mostra anzitutto la vita dei popoli come una grandiosa, tragica e incessante guerra tra la verità e l'errore, il bene e il male, il bello e il brutto. Si tratta di una battaglia senza la quale la esistenza terrena dell'uomo, privata del suo significato soprannaturale, perderebbe la sua dignità.

Commentando le parole della Genesi: "Porrò inimicizie tra te e la donna, tra la stirpe di lei; ella ti schiaccerà il capo, e tu insidierai il suo calcagno" (Gen. 3, 15), il grande santo [Luigi Grignion da Montfort] osserva con profondità: "Dio ha fatto e preparato una sola, irreconciliabile inimicizia, che durerà e anzi crescerà fino alla fine: l’inimicizia tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo; tra i figli e servi di Maria Vergine e i figli e aderenti di Lucifero; a tal segno che la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre" (op. cit., n. 52).

Ed egli passa subito a descrivere la grande guerra che divide l’uomo in modo inesorabile, fino alla fine della storia. Tale guerra non è altro che un prolungamento della opposizione tra la Vergine e il serpente, tra la progenie spirituale di quella e la progenie spirituale di questo: "Sin dal paradiso terrestre (…) il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell’antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell’empio orgoglioso, che il demonio la teme, non soltanto più di tutti gli Angeli e gli uomini, ma, in certo qual senso, più di Dio stesso" (ibidem).

All’interno di questo quadro, la "clemens, pia, dulcis Virgo Maria", che il Dottore Mellifluo, san Bernardo, ha cantato con particolare soavità nella "Salve Regina", ci è presentata da san Luigi Maria come una vera torre di combattimento: "Turris davidica", esclama la litania lauretana.
Nel corso della Storia, i figli della Madonna combatteranno fino alla fine del mondo contro i figli di Satana. E la vittoria finale sarà dei primi, grazie all’intervento della Madre di Dio: "Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l’una tra la Vergine e il demonio, l’altra tra la stirpe di Maria e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della Vergine Maria e i figli e schiavi del demonio: non possono volersi bene tra loro! non ci può essere intesa tra loro!
"I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo – che è la stessa cosa – hanno sempre perseguitato e continueranno più che mai a perseguitare quelli e quelle che appartengono a Maria ss., come un giorno Caino ed Esaù, figure dei reprobi, perseguitarono i loro rispettivi fratelli Abele e Giacobbe, figure dei predestinati.

"Ma l’umile Maria riporterà sempre vittoria sul quel superbo, e vittoria così grande, che riuscirà persino a schiacciargli il capo ove si annida il suo orgoglio; ne svelerà sempre la malizia di serpente; ne sventerà le trame infernali; ne manderà in fumo i diabolici disegni e difenderà sino alla fine dei tempi i suoi servi fedeli da quelle unghie spietate" (Ibid., n. 54).

Ben inteso, anche i nostri giorni sono stati, sono e saranno scossi da questo terribile scontro, che non coincide necessariamente con le guerre del secolo, ma ha qualche rapporto con esse. E ha soprattutto un rapporto ovvio con le innumerevoli rivoluzioni che hanno scosso l’Occidente, come era stato predetto dalla Madonna a Fatima.

La soppressione di questa lotta attraverso una riconciliazione ecumenica tra la Vergine e il serpente, tra la stirpe della Vergine e la stirpe del serpente, verso una èra nella quale la cessazione utopistica dello scontro porti con sé un accordo tra tutti i diritti, tutti gli interessi, una interpenetrazione di tutte le lingue sotto un governo universale che sarà solamente abbondanza e serenità, ecco la grande utopia contro la quale devono essere messe in guardia le masse. Ecco il regresso (o, piuttosto, la retrocessione) alla orgogliosa torre di Babele, che in ogni modo il neopaganesimo cerca di riedificare. Ecco la bandiera interamente tessuta di illusione e di menzogna con la quale, in tutte le epoche, i demagoghi hanno cercato di trascinare le masse insorte.

Ecco, anche, quale mi è parso essere il pericolo verso cui possono scivolare molti di coloro che, vedendo nel nostro illustre visitatore di poco fa, non – o almeno non tanto – l’augusto vicario di Cristo, ma un atleta oppure un demiurgo in materie socio-economiche, a forza di riporre la loro fiducia nell’uomo, possono finire per sottovalutare o per dimenticare che è il vicario di Dio.

Plinio Corrêa de Oliveira


("Folha de S. Paulo" del 12-8-1980. Tratto da Cristianità, Maggio 1982)