mercoledì 14 marzo 2018

Il vero vincitore è colui che prende la Croce!

Quale contrasto! Lui, condannato, era giudice di quel castigo rigorosissimo. Gesù, sconfitto nelle apparenze, è in verità il vincitore. La croce è il legno della sconfitta, dell’infamia e del dolore. Eppure è il legno della gloria.

E colui che è schiacciato con la croce, vince. Invece, chi vince senza la croce è uno sconfitto. Sei giorni prima, dall’alto del monte degli Ulivi, Gesù versava lacrime su Gerusalemme e profetizzava la sua rovina.

Ora annunciava solennemente la riprovazione e la terribile catastrofe che circa 40 anni dopo avrebbe cancellato la capitale dei giudei. Gli scribi, nell’udire quella profezia, avrebbero dovuto tremare di spavento. Però, accecati e induriti come demoni, si irritarono per le minacce che quel condannato osava proferire contro la città santa. E gli aguzzini, da loro incitati, raddoppiavano i colpi con cui lo ferivano, a tal punto che Egli cadde per la terza volta sulle pietre del viottolo, prima di arrivare in cima alla collina.

Lo rialzarono quasi esanime e Lo trascinarono a forza al luogo del supplizio...

In quel momento, la folla che affluiva da tutte le parti si assiepava intorno al monte, per assaporare gli ultimi tormenti dei condannati e applaudire la morte del Messia. Sta per scoccare mezzogiorno. Il momento è solenne come nessun’altro nella Storia dell’umanità: la grande tragedia, alla quale assistono gli angeli, gli uomini e i demoni — la tragedia dell’Uomo-Dio — è giunta al suo culmine.

Gesù patì tutto questo e morì per la salvezza degli uomini. Per la mia salvezza, per la tua salvezza, lettore, lettrice. Che cosa facciamo per ricambiare questo immenso beneficio e per non schierarci con coloro che crocifissero il Figlio di Dio?

Plinio Corrêa de Oliveira




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