lunedì 21 gennaio 2019

L’infallibilità pontificia

Da quando ne venne a conoscenza, nel Catechismo,
Plinio Corrêa de Oliveira è diventato un entusiasta difensore
del dogma dell’infallibilità pontificia.

Riportiamo la trascrizione di due conversazioni in cui il celebre leader cattolico brasiliano racconta come è nato in lui tale entusiasmo.



Il mio entusiasmo per l’infallibilità pontificia

Dall’età di 4-5 anni, io possedevo già una certa idea che la Chiesa avesse un’autorità docente. Ma non avevo ancora una nozione precisa della sua infallibilità. Avevo, questo sì, una sorta di esperienza viva, molto forte, di cosa fosse la coerenza e di cosa fosse l’incoerenza. Le coerenze mi piacevano molto, come una bella canzone. Così come un individuo con spirito musicale si compiace nell’ascoltare una bella canzone, io assaporavo la musicalità della logica quando sentivo un buon raziocinio. Non c’è musicalità più bella di quella della logica! È una sorta di orecchio interiore che si diletta con la musicalità della logica.

Nonostante questo gusto innato per la logica, mi assaliva una certa insicurezza quando cercavo di formare un’opinione personale. A volte mi rendevo conto di aver sbagliato. Altre volte ero nel dubbio se non stessi sbagliando già mentre pensavo. In altre occasioni credevo di essere arrivato a una certezza trionfante, salvo poi scoprire che non era così. Quindi, provavo insicurezza.

Quando ho sentito parlare dell’infallibilità pontificia nelle lezioni di Catechismo, ne sono rimasto folgorato. Pensai: “È proprio questo di cui avevo bisogno! Io sono nato per ammirare l’infallibilità! Se non fosse per l’infallibilità, io diventerei pazzo, anzi non vorrei nemmeno vivere!”.

Se io mi orientassi esclusivamente con i miei pensieri, sono sicuro che mi sfracellerei sugli scogli. Nessuno mi toglie dalla testa questa convinzione. Dico di più. Credo che possano possedere fermezza di principi soltanto coloro che ancorano il proprio pensiero a un principio infallibile, insegnato dal rappresentante infallibile del Dio infallibile.

La miseria della condizione umana è tale che, in molti casi, posso perfino non comprendere le ragioni di un certo insegnamento della Chiesa. A causa di un mio difetto morale o intellettuale a volte non sono capace di capire le ragioni di una certa dottrina insegnata dalla Chiesa.

Qualcuno potrà dire, semplicisticamente: “È la Chiesa di Dio, quindi ha ragione. Punto e basta!”. Va bene, ubbidisco, ma io vorrei capirci meglio. Qual è il fondamento criteriologico per cui io dovrei sottomettermi alla Chiesa? Secondo me è questo:
Non è possibile che un insieme di uomini, tutti fallibili, durante duemila anni pieni di vicissitudini, siano riusciti a insegnare la stessa dottrina, traendone nuove conclusioni e costruendo un castello di certezze, senza un vero miracolo. Io stesso ho esaminato questo castello con somma attenzione, in ogni suo aspetto, arrivando sempre alla conclusione che fosse una meraviglia, chiara, limpida, sempre giusta. Il genio umano non produce questo. Ora, se questo è un miracolo, c’è Dio.

È impossibile sfuggire a questa conclusione. (9 luglio 1974)

Infallibilità pontificia: la più alta espressione dell’autorità

Io mi pregio di essere il più clericale degli uomini, e sono onorato di essere stato qualificato dagli studenti di Yale “alla destra di Carlo Magno”.
Carlo Magno è stato un grande imperatore. Ciò che io ammiro di più in lui, però, non è il magnifico lavoro imperiale compiuto quanto un certo stato di spirito di altissima sacralità, frutto di una comunione con la grazia divina, che conferiva un carattere trascendentale ad ogni suo atto, senza paragone con quanto sia stato pensato o fatto in questa materia. Questa impregnazione del soprannaturale gli conferiva una visione delle cose che nessun genio poteva dargli.

Questa trascendenza nella visione di Carlo Magno conferiva anche una grande efficacia alle sue azioni. Tutte le sue imprese hanno avuto successo, ovviamente con molta sofferenza, con molto dolore e anche con qualche battuta d’arresto. La sua vita è stata colma di sacrifici e di sofferenze, ma egli ha portato la sua opera fino all’inimmaginabile. Egli pose le fondamenta del Sacro Impero e del feudalesimo, cioè della Civiltà cristiana medievale.

Da dove proveniva tutto ciò? Ovviamente dall’azione della grazia, che ha come matrice la Santa Chiesa Cattolica. L’espressione non è corretta ma, per gli uomini, la Chiesa è una sorta di cellula mater della grazia, è il Corpo mistico di Cristo. Coloro che ne fanno parte ricevono la grazia divina finché restino attaccati al corpo. Lo sfondo dello spirito di Carlo Magno, il fondamento di tutta la sua epopea è lo spirito della Chiesa, è la Chiesa stessa.

Io vedo in Carlo Magno una sorta di ultra-quintessenza dello spirito della Chiesa, così come è dato ai laici. Carlo Magno è il laico cattolico per eccellenza, è l’esempio per eccellenza del laico cattolico. Vedo nella sua anima una sorta di sorgente da dove tutto procede, questa sorgente è lo spirito della Chiesa. Se non fosse per la Chiesa, Carlo Magno non avrebbe nulla di tutto ciò.

E nella Chiesa, il cuore è il clero. Se la Chiesa perdesse tutti i laici, ma continuasse ad avere clero, sarebbe ancora viva. Se, per assurdo, si estinguesse il corpo sacerdotale, la Chiesa morirebbe. Nostro Signore Gesù Cristo ha contratto con il corpo sacerdotale una tale unione, che se questo cessasse di esistere, la Chiesa morirebbe. Finirebbe la successione apostolica, i sacramenti, il magistero. Finirebbe l’infallibilità pontificia, e con essa la stessa possibilità di un ordine sociale.

Non c’è ordine possibile fra gli uomini se non c’è ordine nei rapporti fra loro, di anima ad anima. E questo presuppone un ordine interno nelle anime. Se non c’è ordine nelle anime, lo stesso ordine sociale diventa impossibile. Ora, l’ordine nelle anime può esistere solo se esiste un’autorità sulle anime. Questa autorità dev’essere per forza universale, perché il campo delle anime è universale. Questa autorità dev’essere poi infallibile, altrimenti non sarebbe autorità. Dunque, perché esista vero ordine fra gli uomini, è necessario che vi sia l’infallibilità pontificia.

La più alta autorità fra gli uomini, da cui tutto dipende, sia nel campo spirituale sia in quello temporale, è quindi l’infallibilità pontificia. Dotando la sua Chiesa di tale autorità, Nostro Signore Gesù Cristo fece l’opera più perfetta che poteva fare in materia di autorità. In un certo senso – capite cosa voglio dire – l’infallibilità pontificia è più bella della visione beatifica. Nel cielo, gli angeli ubbidiscono a Dio perché Lo vedono direttamente. Non hanno bisogno di un angelo infallibile che insegni loro la verità.

In certo senso è più bello che, per gli uomini, esista un uomo infallibile. È qualcosa che porta l’idea di autorità ad una tale auge che dignifica tutto il genere umano.

Io mi domando se, senza il peccato originale, l’infallibilità pontificia sarebbe necessaria. Se non lo fosse, potremmo dire: O felix culpa! La misericordia divina avrebbe dato all’umanità qualcosa di molto più eccelso. Perché è un onore senza precedenti per l’umanità che un uomo riceva il carisma dell’infallibilità.  (17 maggio 1980)

Plinio Corrêa de Oliveira


(da Tradizione, Famiglia, Proprietà - Brani scelti)



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