martedì 21 aprile 2009

Il soldato scozzese

Nel combattimento la pienezza di vivere.


Il soldato che vediamo nella foto è un cornamusaro della Guardia scozzese. Indossa un gonnellino, che si chiama kilt, e calzettoni come si può vedere nella foto. Veste anche una giacca blu con guarnizioni argentate (l’abbigliamento  sembrerebbe un pò singolare agli occhi brasiliani). Il disegno del tessuto e i colori del kilt variano a seconda del clan a cui la persona appartiene. Questo soldato deve avere circa 40 anni. Allegro, ottimista, si direbbe un ragazzone dal piglio birichino e pieno di salute.

Per capire questo tipo di abbigliamento, conviene ricordare che si tratta di un'uniforme caratteristicamente regionale. Nacque in funzione delle circostanze locali e presenta, a prima vista, una certa nota di stravaganza che di solito hanno tutti gli usi e costumi, accentuatamente quelli regionali. Quindi, sono modi di essere che si spiegano bene in un certo panorama, ma che in altre circostanze sono completamente fuori posto.

 Questo cornamusaro lo si deve vedere nel suo ambiente: la Scozia nebbiosa, montagnosa, del whisky, con le sue tradizioni che hanno ancora importanti resti della Civiltà Cristiana.


È in questo ambiente – nel quale la guerra si svolgeva in un’atmosfera di prodezza e di gesta - che gli uomini combattevano. E alcuni, come questo soldato, suonavano meravigliosamente le loro cornamuse, soffiando con vigore, per stimolare gli altri ad andare avanti...

Da un altro lato,  si nota in lui una specie di ottimismo. Sarà forse l'ottimismo di chi ritiene che non accadrà nulla in guerra? Assolutamente no! Per quanto possa sembrare incredibile, questa disposizione ad affrontare il pericolo – che corrisponde a uno stile di vita - è un vestigio di Fede ancora esistente  nella sua anima. Quel che si vede espresso sul suo viso è: “Combattere è una gran cosa. L'uomo raggiunge una forma di pienezza quando è un eroe ed espone la sua vita per una Causa. Anche se rimarrà cieco, storpio, paralitico e trascorrerà il resto della sua vita su una sedia a rotelle o morirà – si sentirà un uomo realizzato”. Quindi non è l’atteggiamento di chi ignora il pericolo, ma di colui che gli va incontro. Per lui, questo atteggiamento è più importante del condurre una vita comoda, possedere un'automobile, godere buona salute ecc… Egli va avanti con risolutezza. Insomma per questo soldato scozzese affrontare, la guerra, la lotta: ecco la vera vita!


Ho appena esplicitato questo profilo spirituale usando termini laici. Ma gli scozzesi sono riusciti ad aver in modo completo questo equilibrio mentale ed emozionale, in un'epoca in cui si aveva Fede. Erano giorni in cui la Fede spiegava in profondità questo comportamento d’animo e gli forniva le fondamenta.
Si potrebbe domandare: ma se Dio non esiste – come viene sostenuto da una certa concezione laicista della vita – il morire o il rimanere storpio non è la più grande idiozia? Ammesso l'assurdo – cioè, che Dio non esiste e che la Religione Cattolica non è vera – i comportamenti più dispari sono, allo stesso tempo, i più ragionevoli e i più stupidi.


La Fede, fondamento del vero eroismo

Ma Dio esiste. E se affrontiamo tutti i pericoli per amore a Dio, per la Causa Cattolica, per la Patria – perché se la propria Patria è coinvolta nella guerra, è doveroso difendere la propria nazione, il che è una virtù cattolica – quanto è bello, allora, e quale magnifica realizzazione si raggiunge! In queste condizioni è facile andare avanti... e chi si espone, si realizza. Si capisce, in vista di tutto quanto sopra, l'intrepidezza di fronte all'avversario, al pericolo, perché la morte nel combattimento equivale ad un olocausto offerto a Dio Nostro Signore.
Se il ragionamento è stato chiaro, si spiega in questo modo, la ragione per cui si  utilizzano gli elementi della tradizione per formare una vera idea di che cosa è la Chiesa Cattolica. Poiché, nonostante quest'uomo  possa non essere Cattolico, il suo atteggiamento decorre ancora dagli insegnamenti della Santa Chiesa, generati da secoli di Civiltà  Cristiana.
Ecco qua un commento al vivo dell'eroismo, che molti libri di lettura spirituale purtroppo non offrono più ai loro lettori.

(Plinio Corrêa de Oliveira – Catolicismo, Marzo 2000)

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