martedì 15 aprile 2014

Nessun essere umano è banale


L’uomo deve porre la sua massima attenzione in un ordine di realtà superiore, formando una sorta di santuario interiore, dall’alto del quale egli poi guarda tutto in modo contemplativo. I due punti cardine nella vita dell’uomo sono: l’attrazione continua al sublime e il desiderio di cancellare l’orrendo.

Se la persona costruisce la propria anima nella contemplazione, avrà un’allegria interiore in mezzo alle amarezze della vita. Mentre contempla, la persona conforma l’anima a qualcosa di luminoso.

Il cattolico dovrebbe impegnarsi a contemplare ciò che è meraviglioso nella Santa Chiesa. Quando comincia a vederne solo le imperfezioni, pecca contro la sublimità della Chiesa.


Nessun uomo è banale. Solo una cosa è banale: non saper vedere l’aspetto trascendentale delle cose. I cattolici si dividono in due tipi: coloro che sanno vedere la bellezza della Fede, e quindi splendono con una luce speciale, e coloro che restano nella banalità, diventando quindi grigi e inespressivi.

Vivere è contemplare. Finché non afferra la dimensione meravigliosa delle cose, l’uomo non vive. Per una persona intelligente, vivere è anzitutto contemplare. Il motivo perché siamo su questa terra non è per mangiare, né per vivere a lungo, né per fare una bella carriera. Noi esistiamo per contemplare. Il resto non è vita. Piuttosto si avvicina all’animalità.

Plinio Corrêa de Oliveira

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