sabato 18 novembre 2017

Il centrista è davvero imparziale?...

Ponzio Pilato, il patrono dei centristi...

Commento del nostro Fondatore a un brano del celebre esegeta gesuita Cornelio a Lapide (1):


“Dopo il regno di Salomone, tra gli eroi e gli uomini illustri di Israele divenne eminente Elia, che distrusse con il suo zelo e la sua forza d’animo l’idolatria e la malvagità introdotte nel regno di Salomone e poi diffusesi con Jeroboam. 
Dio suscitò Elia come il fuoco che bruciava di zelo per Lui e per la vera religione. (…)

Lo zelo di Elia ha ucciso più idolatri di quelli che ha convertito. Egli uccise 850 indovini, magi e pseudo-profeti, e molti di più con la fame durata tre anni” (2).

Che cosa posso commentare di questo magnifico testo?

È insito nello spirito degli uomini con mentalità centrista affermare che è più consono al cattolico costruire che distruggere. È, quindi, altresì più appropriato convertire che combattere. Di conseguenza, è meglio esibire uno spirito di riconciliazione, di bontà, di dolcezza, insomma uno spirito arrendevole, pur di non combattere l’avversario.

Questa obiezione è stata, spesso, rivolta contro «O Legionário» [giornale cattolico diretto da Plinio Corrêa de Oliveira dal 1933 al 1947, ndr] e contro l’Azione Cattolica quando ne ero il presidente. Purtroppo, in quel periodo io non conoscevo ancora Cornelio a Lapide. La sua autorevolezza dottrinale è enorme ed egli è molto esplicito: “Lo zelo di Elia ha ucciso più idolatri di quelli che ha convertito”.

Qualcuno potrebbe obiettare: Io non saprei giustificare tale elogio di Elia. Non è meglio convertire che combattere?

Rispondo: naturalmente! Se si è in grado di convertire una persona con un buon argomento, invece di spaccarle la testa con la spada, è chiaro che si deve scegliere il primo approccio. Questo è di un’evidenza totale. Solo un barbaro la penserebbe in un altro modo. Il fatto, però, è che ci sono numerosi casi di persone che diffondono il male in ogni modo, e non vogliono proprio convertirsi. Allora dobbiamo combatterle perché non facciano male agli altri.

In epoche di grande malvagità, di grande decadenza, i cuori degli uomini si induriscono e diventano refrattari a qualsiasi argomento, a qualsiasi buona volontà nei loro confronti. Nessun argomento bonario riesce a dissuaderli dal diffondere il male. Per impedire loro di continuare a diffondere il male, cioè per odio al male che stanno compiendo e per amore ai buoni che stanno pervertendo, noi dobbiamo combatterle, sempre secondo la legge di Dio e degli uomini. Non c’è altra strada.

Il colpevole della repressione non era Elia, bensì Salomone e Jeroboam, che favorirono il peccato, avvelenando Israele. Quindi, se un centrista mostra indignazione nei confronti della severità di Elia, rispondiamo che dovrebbe invece mostrare indignazione nei confronti della prevaricazione di Salomone e di Jeroboam. Elia è stato come un medico che, con un intervento di amputazione, ha eliminato la cancrena che Salomone e Jeroboam avevano inoculato in Israele. Questo è il punto.

Plinio Corrêa de Oliveira - 27 ottobre 1990


Sant'Elia profeta





1. Cornelius Cornelissen van den Steen, sacerdote gesuita nato a Limburg (Belgio) nel 1567 e morto in odore di santità a Roma nel 1637. Teologo ed esegeta, fu docente di Sacre Scritture a Lovaino. Egli è noto, soprattutto, per l’opera monumentale (21 volumi) Commentaria in Scripturam Sacram, una raccolta di commenti sulle Sacre Scritture diffusa attraverso innumerevoli edizioni e traduzioni, perfino in lingua araba.

2. Cornelio a Lapide, Commentaria in Scripturam Sacram, Ludovicus Vives, Paris 1861, In Ecclesiasticum, XVIII, 1.

(I grassetti sono nostri)

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