Abbiamo bisogno di molta carità, ma una carità
cristiana, non una qualsiasi filantropia. Perché? Semplicemente perché, senza
la Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, non c’è vera carità.
Non nego che ci
possano essere persone che fanno del bene agli altri. In questo caso, ci
troviamo di fronte a ciò che il grande Pio X chiamava un “profumo di Fede”. La
carità, però, è solo quella cristiana.
Nel cattolicesimo, qual è la principale fonte della
carità? È la contemplazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. È la
meditazione dettagliata su quanto abbia sofferto l’“Uomo dei Dolori”. È il ricordo pieno di affetto di Colui che “dalla testa ai piedi era una sola piaga,
senza nulla di sano” (Isaia, 1,6). È la visione, giorno e notte, di Colui
che, per la mano violenta dei Suoi nemici, fu ridotto a “un verme e non un uomo, rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente”
(Ps. 21).
È nella contemplazione di tale dolore che il nostro
cuore si dilata e diventa capace di avere misericordia del prossimo. La
misericordia proviene dal vedere in ogni dolore umano la sofferenza dello
stesso Cristo. Guarendo una piaga umana è come se baciassimo le piaghe di
Nostro Signore, come se applicassimo un balsamo lenitivo sul Suo Corpo
martoriato. Solo così possederemo la vera virtù della carità.
Prima di Cristo non c’erano ospedali né opere di
carità. È stata una cattolica, Fabiola, a fondare il primo ospedale. Da allora,
quante opere di carità sono state fondate! Da dove sono nate? Dalle piaghe
santissime di Nostro Signore Gesù Cristo inchiodato sulla Croce. È dalla
Passione di Cristo che è nato il conforto per tante creature sofferenti.
Ospedale medievale di Beaune, Francia, 1441
La migliore medicina per il dolore umano è la compassione. “Com-passione”, cioè soffrire col prossimo solo perché il prossimo soffre. È il riflesso delle sofferenze altrui nella propria anima. Come potrebbe scaturire dal cuore umano, così freddo, così duro, così egoista, il fiore profumato della compassione? Con la meditazione della Passione di Cristo. Solo le anime abituate a questa meditazione possono compatirsi col prossimo. Solo esse hanno gesti di tenerezza, parole di sincerità, discrezione nell’agire.
Dalla Passione di Cristo sgorga la misericordia, nascono le opere di misericordia, fluisce la consolazione. Quale giaculatoria potrebbe essere più adatta per mobilitare la misericordia cristiana che “Passio Christi, conforta me”?
Plinio Corrêa de Oliveira
(“Passio Christi, conforta me”, O Legionário, 1944)
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