lunedì 25 agosto 2008

Ecuador, agosto 2008

“Deus ultor Domine, Deus ultor affulge! Quousque impii gloriabuntur?”
Dio giustiziere, o Signore, Dio giustiziere mostrati! Fino a quando gli empi si glorieranno?
(Ps. 94)


Il 10 agosto è stata celebrata nella Cattedrale di Santiago de Guayaquil (Ecuador) una Messa solenne in riparazione delle profanazioni e dei sacrilegi commessi, in questi ultimi giorni, contro la Santissima Eucaristia. Queste gravissime profanazioni sono state compiute proprio in risposta alle critiche sollevate dall'episcopato dell'Ecuador al nuovo progetto di Costituzione anti-vita e anti-famiglia, promosso dal governo del Presidente Rafael Correa. La Messa sarà presieduta dall'arcivescovo di Guayaquil e presidente della Conferenza Episcopale, mons. Antonio Arregui Yarza, che nei giorni scorsi, sempre a motivo delle critiche mosse contro il progetto della nuova Costituzione - che sarà sottoposto a referendum il prossimo 28 settembre - , ha ricevuto minacce anonime di morte.

Il Santissimo Sacramento è stato profanato in queste ultime settimane in tre occasioni, come riferito dal portavoce dell'arcidiocesi, Francisco Sojos Oneto.

La prima profanazione è avvenuta nella Chiesa della Santissima Trinità di Nobolo, dove è stata rubata l'Ostia mentre si trovava esposta per l'adorazione dei fedeli.

La seconda è avvenuta giovedì scorso quando un gruppo di persone non identificate si è introdotto nella cappella di Gesù Bambino di Praga, ha tolto dal Tabernacolo la pisside con le Ostie consacrate e le hanno buttate per terra, pestate, sputacchiate e distrutte.

I profanatori sono poi entrati, la domenica successiva, nella Chiesa della Santa Cena, hanno aperto il Tabernacolo e scoperchiato la pisside dove si trovavano custodite le Ostie consacrate.

 Nel comunicato diffuso dalla diocesi si legge: “Quando viene commesso un sacrilegio, soprattutto contro l'Eucaristia, l'intera Chiesa è chiamata a pregare unita per riparare l'offesa commessa contro il Signore Gesù Cristo, vivo e veramente presente in queste Ostie”.

“Non si può pensare che si sia trattato di fatti isolati e di poca importanza. Ci troviamo davanti ad un atto uguale a quello che ha sofferto Nostro Signore durante la sua Passione e Crocifissione. A Guayaquil abbiamo di nuovo flagellato Nostro Signore, che come agnello muto ha sofferto tutte queste offese” ha continuato Sojos Oneto.

(Zuavo Pontificio, 19 Agosto 2008 - i grassetti sono nostri)

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