lunedì 25 agosto 2008

La prova di Dio è la bellezza

Stralci estrapolati dal sito di Sandro Magister
“Quanto alle arti, poiché Dio ha stabilito relazioni misteriose e mirabili tra certe forme, colori, suoni, profumi, sapori, e certi stati d'animo, è chiaro che con questi mezzi si possono influenzare a fondo le mentalità, e indurre persone, famiglie e popoli a formarsi una condizione spirituale profondamente rivoluzionaria. Basti ricordare l'analogia tra lo spirito della Rivoluzione francese e le mode che sorsero nello stesso periodo. O tra i fermenti rivoluzionari odierni e le attuali stravaganze delle mode e delle scuole artistiche dette "d'avanguardia". Quanto agli ambienti, nella misura in cui favoriscono costumi buoni o cattivi, possono opporre alla Rivoluzione le mirabili barriere della reazione, o almeno dell'inerzia, di tutto quanto è sanamente frutto di consuetudine; o possono trasmettere alle anime le tossine e le tremende energie dello spirito rivoluzionario” (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Cap. X, paragrafi 2 e 3).

Nel rispondere a una domanda di un sacerdote di Bressanone il Santo Padre Benedetto XVI arricchisce quanto detto magistralmente dal pensatore cattolico brasiliano.

D. – Santo Padre, mi chiamo Willibald Hopfgartner, sono francescano. Nel suo discorso di Ratisbona Lei ha sottolineato il legame sostanziale tra lo Spirito divino e la ragione umana. Dall’altro canto, Lei ha anche sempre sottolineato l’importanza dell’arte e della bellezza. Allora, accanto al dialogo concettuale su Dio, in teologia, non dovrebbe essere sempre di nuovo ribadita l’esperienza estetica della fede nell’ambito della Chiesa, per l’annuncio e la liturgia?

R. – Sì, penso che le due cose vadano insieme: la ragione, la precisione, l’onestà della riflessione sulla verità, e la bellezza. Una ragione che in qualche modo volesse spogliarsi della bellezza, sarebbe dimezzata, sarebbe una ragione accecata. Soltanto le due cose unite formano l’insieme, e proprio per la fede questa unione è importante.

[…] E nello stesso modo, se contempliamo le bellezze create dalla fede, ecco, sono semplicemente, direi, la prova vivente della fede. Se guardo questa bella cattedrale: è un annuncio vivente! Essa stessa ci parla, e partendo dalla bellezza della cattedrale riusciamo ad annunciare visivamente Dio, Cristo e tutti i suoi misteri: qui essi hanno preso forma e ci guardano. Tutte le grandi opere d’arte, le cattedrali – le cattedrali gotiche e le splendide chiese barocche – tutte sono un segno luminoso di Dio e quindi veramente una manifestazione, un’epifania di Dio.

[…] Abbiamo appena ascoltato il suono dell’organo in tutto il suo splendore e io penso che la grande musica nata nella Chiesa sia un rendere udibile e percepibile la verità della nostra fede: dal Gregoriano alla musica delle cattedrali fino a Palestrina e alla sua epoca, fino a Bach e quindi a Mozart e Bruckner e così via... Ascoltando tutte queste opere – le Passioni di Bach, la sua Messa in si minore e le grandi composizioni spirituali della polifonia del XVI secolo, della scuola viennese, di tutta la musica, anche quella di compositori minori – improvvisamente sentiamo: è vero! Dove nascono cose del genere, c’è la Verità.

L’arte cristiana è un’arte razionale – pensiamo all’arte del gotico o alla grande musica o anche, appunto, alla nostra arte barocca – ma è espressione artistica di una ragione molto più ampia, nella quale cuore e ragione si incontrano. Questo è il punto. Questo, penso, è in qualche modo la prova della verità del cristianesimo: cuore e ragione si incontrano, bellezza e verità si toccano. E quanto più noi stessi riusciamo a vivere nella bellezza della verità, tanto più la fede potrà tornare ad essere creativa anche nel nostro tempo e ad esprimersi in una forma artistica convincente. […]

(Stralci estrapolati dal sito di Sandro Magister, 11 agosto 2008 - i grassetti sono nostri)

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