
San Luigi Maria parla di “schiavi” della Vergine e i Sette Santi Fondatori di “servi di Maria” ma essenzialmente è la stessa cosa. Il termine “servo” rappresenta la rinuncia ai propri beni e meriti presenti, passati e futuri, spirituali e materiali, che sono tutti affidati a Nostra Signora. L’espressione è eccellente e mostra la distinzione fra l’autentico spirito cattolico e lo spirito rivoluzionario. Oggi molte persone, compresi alcuni teologi progressisti, pensano che per l’uomo moderno sia una vergogna dichiararsi servo di chiunque, compresa Nostra Signora. Forse, dicono, era accettabile in passato, ma dopo l’abolizione della schiavitù e della servitù della gleba possiamo sì chiamarci figli di Maria ma non schiavi o servi perché questo non si accorda con la dignità umana. Si tratta evidentemente di un ragionamento rivoluzionario intriso di egualitarismo ideologico. In verità è un onore essere servo di Nostra Signora, Regina del Cielo e della Terra. Anzi, il principale desiderio della nostra vita è di essere veri servi di Maria. Non c’è contrapposizione fra servi e figli di Maria. Se siamo suoi servi siamo anche suoi figli: quel tipo speciale di buoni figli che desidera la sua gloria sopra ogni cosa e a questa gloria sacrifica tutto.
Il nome dell’ordine dei Servi di Maria, i Serviti, è stato chiaramente scelto non solo dai Sette Santi Fondatori, ma dalla stessa Madonna che lo ha ispirato e confermato. È stato anche confermato dalla Chiesa quando i Papi hanno approvato l’ordine e quando i fondatori sono stati canonizzati nel XIX secolo. Non c’è ragione di non affermare che è un nome eccellente. Cercare di distruggere ogni tipo di gerarchia non solo sulla Terra ma perfino nell’ordine soprannaturale è parte del lavoro del Diavolo, l’ispiratore della Rivoluzione. In particolare la Rivoluzione non può accettare l’immensa disuguaglianza che Dio ha posto fra sua Madre e tutte le altre creature – uomini e donne, santi del Cielo e perfino angeli. L’Immacolata Concezione crea un vero abisso fra la Madonna e le altre creature e stabilisce una gerarchia che non può essere negata o messa in dubbio.

Pertanto c’è per Marx “alienazione” quando nella famiglia si afferma l’autorità del padre e del marito; nella scuola o nella fabbrica quando si affermano l’autorità del professore e del datore di lavoro; e naturalmente nella società politica. Ma queste non sono le forme peggiori di “alienazione”. La peggiore di tutte per Marx ha a che fare con Dio. Il padre o il professore esistono: Dio non esiste, Dio è un mito. Quindi l’ “alienazione” che si dirige verso Dio è odiosa come tutte le altre, ma in più e vuota e in qualche modo idiota. Dunque per Marx l’uomo dovrebbe essere assolutamente indipendente, il solo padrone di se stesso, ribelle a ogni obbedienza e a ogni gerarchia. L’ideale del marxismo coincide con l’ideale della Rivoluzione. Ed è il contrario del vero spirito cattolico: un punto che non ci dovrebbe essere neppure bisogno di provare.

È questo il solo modo di diffondere l’autentico senso della gerarchia e lo spirito contro-rivoluzionario.
(Plinio Corrêa de Oliveira)
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