martedì 10 agosto 2010

Può essere duro il linguaggio cristiano?

“Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 


Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza?  E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? (…) Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”.

“Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarve­ne?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;  noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!»”. (Gv. 6, 60-70)


Commento di un dottore della Chiesa

Leggiamo nel Vangelo che, mentre il Signore predicava e invitava i suoi discepoli a partecipare alla sua passione nel sacramento conviviale del suo corpo, alcuni dissero: «Questo linguaggio è duro», e da quel momento non andarono più con lui. Gli apostoli, interrogati se avessero voluto andarsene anche loro, risposero: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).

Così vi dico, fratelli: fino a oggi ci sono persone per le quali è chiaro che le parole di Gesù sono «spirito e vita» perciò lo seguono. Ad altri invece paiono dure e cercano altrove ben magre consolazioni. «La Sapienza fa sentire la sua voce sulle piazze» (Pr 1,20), vale a dire ammonisce quelli che camminano «per la via larga e spaziosa che conduce alla morte» (Mt 7,13), per richiamare indietro quanti vi camminano. Essa grida: «Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione e dissi: sono un popolo dal cuore traviato» (Sal 94,10). In un altro salmo trovi: «Il Signore ha parlato una sola volta» (Sal 61,12). Certo, una sola volta, perché parla sempre. Infatti unico e non interrotto ma continuo e senza fine è il suo parlare. Invita i peccatori a rientrare in sé, perché ivi egli abita e ivi parla... Se oggi udiamo la sua voce, non induriamo i nostri cuori sono press'a poco le medesime parole che si leggono nel Vangelo... «Le mie pecore ascoltano la mia voce» (Gv 10,27)... Siete il popolo del suo pascolo e il gregge che egli conduce, se oggi ascoltate la sua voce (Sal 94,8).

(San Bernardo 1091-1153, monaco cistercense e dottore della Chiesa, Discorsi su vari argomenti °5, su Ha ; PL 183,556)
 
Altri versetti per una completa imitazione di Cristo

Maledizioni contro l’ipocrisia


“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna [Inferno] il doppio di voi.

Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.  Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?  E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.

Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?


Il fariseo e il pubblicano

Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;
e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.
E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta,dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. (Mt 23, 13-32)

(Tutti i grassetti sono nostri)

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