Pro memoria: “vanno smarrendo la propria identità”
Commentando il Vangelo dedicato alla parabola dei cattivi vignaioli, il Papa ha detto: “Quanto denuncia la pagina evangelica interpella il nostro modo di pensare e di agire; interpella, in modo speciale, i popoli che hanno ricevuto l’annuncio del Vangelo. Se guardiamo la storia, siamo costretti a registrare non di rado la freddezza e la ribellione di cristiani incoerenti. In conseguenza di ciò, Dio, pur non venendo mai meno alla sua promessa di salvezza, ha dovuto spesso ricorrere al castigo. È spontaneo pensare, in questo contesto, al primo annuncio del Vangelo, da cui scaturirono comunità cristiane inizialmente fiorenti, che sono poi scomparse e sono oggi ricordate solo nei libri di storia. Non potrebbe avvenire la stessa cosa in questa nostra epoca? Nazioni un tempo ricche di fede e di vocazioni ora vanno smarrendo la propria identità, sotto l’influenza deleteria e distruttiva di una certa cultura moderna".
(Benedetto XVI, 5 Ottobre 2008)
San Giorgio promiscuamente ‘clonato’
Ma l’islam non proibisce severamente le raffigurazioni?
Ma l’islam non proibisce severamente le raffigurazioni?
«Quel drappellone non deve entrare nella chiesa di Santa Maria in Provenzano. La preghiamo: oggi non benedica un’immagine che non è cristiana... », hanno scritto due senesi (Alessandra Pepi e Giampaolo Bianchi) in una lettera all’arcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani, pubblicata sul quotidiano La Nazione. Nessuna risposta, finora, da monsignor Buoncristiani. Un cognome che è comunque una garanzia. Turbati, i cittadini scrivono al vescovo: «Non faccia entrare in chiesa quell’effigie».
(Nino Materi - Il Giornale - 1º Luglio 2010)
La fantasia eresiarca dei nostri amministratori non conosce limiti. È vero, il palio di Siena non ispira, almeno oggi, nessuna spiritualità; ma da qui a consegnarne il simbolo, lo stendardo con la figura di un Santo, alle mani di un fedele di un'altra religione, si passa dall'eventuale devozione che gli organizzatori della festa evidentemente non possiedono, a una vera e propria forma di disprezzo. Disprezzo per i Santi in generale e per San Giorgio in particolare. Il disprezzo per i Santi, per le immagini dei Santi, è stato sempre considerato una forma di eresia nella Chiesa cattolica: la battaglia per il diritto alla «raffigurazione» dei temi e dei personaggi sacri è stata probabilmente la battaglia più grave, e quella più significativa, nella storia del cristianesimo d'Occidente. […] Probabilmente i cristiani attuali non se ne rendono conto: il ricordo della guerra iconoclastica fa parte di vaghe nozioni scolastiche che soltanto oggi, con la presenza dell'islamismo, diventano pressanti. Eppure l'iconoclastia è stata ispirata nella Chiesa d'Oriente soprattutto dal peso del divieto dell'Antico Testamento per le raffigurazioni, presente nei numerosi cristiani giudaizzanti e dal rinnovarsi della sua forza attraverso le severe norme del Corano in proposito. La «rappresentazione» in qualsiasi forma, infatti, è vietata a causa del timore che i credenti possano crearsi in questo modo degli idoli da adorare.
Il cristianesimo, però, nato nello spirito della salvezza e della libertà portato da Gesù, non ha avuto timore di nulla, e si è anzi abbandonato con gioia alla Bellezza attraverso tutte le arti, una bellezza cui l'Italia con i suoi artisti ha dato il massimo contributo. Dunque, l'abbiamo detto: un fedele musulmano, non soltanto non ha «Santi» da pregare perché anzi gli è vietato credervi, ma non può né creare, né toccare, tanto meno pregare un'immagine.
Se il pittore musulmano cui è stato affidato l'incarico, ha potuto dipingere lo stendardo con l'immagine di San Giorgio, è perché si tratta di un'altra religione, del personaggio di un'altra religione, quella in cui non crede […]. Che cosa vogliono gli amministratori cittadini, amministratori della mistica Siena? Che ci si riduca a prendere in giro la nostra stessa religione? Che si sbeffeggi, ponendogli sulla testa il simbolo di un'altra religione, un Santo? Un Santo cui tutto il medioevo è stato devotissimo perché ha combattuto per la sua fede e ha sconfitto il nemico? […] Se vogliono offenderci per far piacere ai musulmani, lo dicano chiaramente […]. Non è lecito (come recita perfino la legislazione della laicissima Unione europea) offendere nessuna religione, a prescindere dal fatto che vi si creda oppure no. E perché dunque la nostra? Ma qui ritengo che si intraveda una strada pericolosa oltre che vile: quella che da pseudo scherzo iniziale diventerà a poco a poco una forma di sincretismo e infine l'islamizzazione del cristianesimo. Cosa ci vuole a cominciare a dipingere segni e simboli musulmani, a cominciare dai berretti, sugli innumerevoli quadri di Santi che possiede l'Italia?
(Ida Magli - Il Giornale - 1º Luglio 2010)
Il «drappellone» davanti alla cattedrale di Siena.
Alcuni cittadini hanno chiesto al vescovo di non benedirlo.
Alcuni cittadini hanno chiesto al vescovo di non benedirlo.
Chiare dichiarazioni di invasione, questa volta non violenta…
Uno dei più popolari siti islamici internazionali, islamonline.net, ha pubblicato una fatwa dello shaykh, residente in Qatar, Yusuf al-Qaradawi relativa all’interpretazione di un hadith secondo il quale il profeta Maometto, richiesto quale città sarebbe stata conquistata per prima, Costantinopoli o Roma, avrebbe risposto: “Costantinopoli”.
Questo significa – si chiede al-Qaradawi – che anche Roma sarà conquistata? Sì, è la risposta: “l’islam ritornerà in Europa come conquistatore e vincitore, dopo esserne stato espulso due volte – una volta dal Sud, dall’Andalusìa, e una volta dall’Est”. Tuttavia, al-Qaradawi ha precisato che: “Secondo me la conquista questa volta non avverrà grazie alla spada, ma alla predicazione e all’ideologia”. Spiegandosi alla televisione al-Jazeera: […] L’islam è entrato in Europa due volte, e ne è dovuto uscire… Forse, se Allah lo vuole, la prossima conquista avverrà grazie alla predicazione e all’ideologia. Non è obbligatorio che la conquista avvenga grazie alla spada”. Va notato che al-Qaradawi, […] non è un personaggio marginale: è considerato uno dei più autorevoli predicatori nell’intero mondo musulmano sunnita, e ha anche partecipato a iniziative di dialogo inter-religioso con la Chiesa cattolica.
Le idee di al-Qaradawi hanno generato un’ampia discussione non solo nei paesi della penisola arabica, ma in tutto il mondo islamico. Degno di nota è il commento, pure diffuso via Internet, dell’imam wahabita Muhammad bin Abd Al-Rahman Al-‘Arifi, in quanto sembra si tratti del principale responsabile della moschea dell’Accademia Militare Re Fahd, in Arabia Saudita. Secondo l’articolo, “Allah è con noi” […]: Controlleremo la terra del Vaticano. Controlleremo Roma e vi introdurremo l’islam. Sì, i cristiani […] pagheranno le loro tasse come ‘dhimmi’ nella loro umiliazione, oppure si convertiranno all’islam”.
(Middle East Media Research Institute - MEMRI)
Quella volta in cui ci provarono “grazie alla spada”:
Testimonianza di sant’Eulogio di Cordoba, Martire
Testimonianza di sant’Eulogio di Cordoba, Martire
“La cristianità spagnola, così fiorente ai tempi della sovranità dei goti, è caduta, per un supremo giudizio di Dio, in mano ai settari del nefando Profeta [Maometto], da loro fu estirpata la bellezza delle sue chiese e l’alta dignità dei suoi sacerdoti. A causa dei nostri peccati l’eredità è passata alle mani estranee e la nostra casa agli stranieri. Beviamo la nostra acqua mediante pagamento e dobbiamo comprare il legno degli alberi che ci appartenevano. Non c’è più chi ci riscatti dalle mani degli infedeli [islamici], i quali, opprimendo i nostri colli con un giogo pesantissimo, cercano di sterminare dai confini del loro imperio tutta la stirpe cristiana. Ormai non ci permettono di praticare la nostra religione, tranne che a loro capriccio; ci sovraccaricano con una dura servitù come quella del Faraone [ai tempi di Mosè]; ci estorcono con la forza un tributo insopportabile; impongono nuovi guadagni a scapito dei poveri e, privandoci di ogni cosa, cercano crudelmente di distruggerci; infine, schiacciando la Chiesa con ogni sorta di oppressione e perseguitando in ogni modo il gregge del Signore, credono che danneggiandoci rendono alla loro deità [Allah] un grato ossequio. Quanto invece glorificheremmo noi il Signore se, incoraggiati dall’esempio dei nostri martiri, li imitassimo con vigore, non tollerando più il giogo di questa gente empia! Eppure noi, miserabili, ci trastulliamo fra le loro iniquità, incorrendo nella censura del salmista, quando dice: “Si mescolarono ai gentili, impararono le loro opere e adorarono i loro idoli”. Guai a noi che riteniamo piacevole vivere sotto il dominio dei gentili, che non ci rifiutiamo di stringere vincoli con gli infedeli [musulmani], e che, con la continua convivenza, partecipiamo sovente alle loro profanazioni! Le prigioni sono piene di numerosi chierici; le chiese si vedono private del sacro ufficio dei loro prelati e sacerdoti; i tabernacoli divini fanno spavento per il loro abbandono e solitudine; il ragno stende la sua ragnatela nel tempio, regna nel suo recinto il silenzio più profondo. I sacerdoti e i ministri sono sconcertati…”.
(Patrologia Latina, Vol. CXV - "Memoriale sanctorum", "Documentum martyriale" e "Apologeticum Sanctorum Martyrum", anno 857)
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